Barzago: a cento anni dalla nascita di Calvino inaugurata una mostra sulle città invisibili

''Quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita di Italo Calvino. Ci tenevamo a ricordarlo perché la nostra biblioteca è intitolata a lui''. Non ha nascosto il suo entusiasmo Claudia Isacchi, assessore alla cultura, durante il suo intervento ieri sera nell’aula civica di Via Cantù a Barzago. Un entusiasmo, misto ad orgoglio, per aver contribuito a portare nel piccolo comune casatese una mostra originale ed affascinante come ''Postcards from the future''. Curata dal fotografo Bruno Zanzottera e dalla giornalista Marta Ghelma, l’esposizione fa parte di un progetto che comprende anche un libro ed è liberamente ispirato al romanzo ''Le città invisibili'' di Calvino. 
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Da sinistra Mattia Cattaneo, Elena Rausa, Bruno Zanzottera, Claudia Isacchi, Mirko Ceroli e Carlo Arrigoni, protagonisti della serata di giovedì in aula civica a Barzago

''Di questo lavoro mi ha colpito in particolare l’invito a raccogliere le suggestioni delle immagini per riflettere sul senso dei luoghi e sulla relazioni che noi sviluppiamo con questi'' ha aggiunto Isacchi. Tra i cittadini presenti alla serata c’era anche il sindaco Mirko Ceroli
''Ho letto Le città Invisibili di Calvino da giovane. In seguito, quel libro mi ha accompagnato nei miei tanti viaggi in giro per il mondo. Dopo il progetto dell’anno scorso su Pasolini, con Marta Ghelma abbiamo pensato di sviluppare un lavoro anche su Calvino visto l’importante anniversario'' ha ricordato il fotografo Bruno Zanzottera. ''Ho utilizzato alcune foto che avevo in archivio per creare 55 fotomontaggi, tanti quante sono le città invisibili raccontate da Calvino nel suo libro. Attraverso il dialogo tra le fotografie e i testi di Marta Ghelma, abbiamo cercato di ricreare il rapporto tra Marco Polo e Kublai Khan. Non ci sono risposte nel nostro lavoro ma interrogativi. Il compito di trovare le risposte è affidato agli spettatori''.

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In altre parole, si tratta di un invito ad usare l’immaginazione, la fantasia, funzione principe della letteratura ancora più preziosa di fronte ad un mondo dove le tragedie si susseguono a tutti i livelli. ''Possiamo leggere questo romanzo un po’ alla volta, quando ne abbiamo voglia. Possiamo leggere una sola città ed interrogarla come un oracolo, cercando di capire cosa dice alla nostra vita. Con questa letteratura possiamo fare quello che gli antichi di tutti i tempi hanno fatto con i libri sacri: interrogarli, cercare qualcosa di noi nelle loro pagine'' ha evidenziato Elena Rausa, insegnante e scrittrice milanese. ''Nel 1972, quando viene pubblicato questo romanzo, Calvino aveva già preso le distanze dal partito comunista. Egli ricordava la sua prima esperienza di vicinanza al partito come un periodo di schizofrenia. Accanto a questo sentimento, Calvino matura l’idea per cui la realtà è caotica e, in essa, il male e il bene sono uniti in un unico grande magma che ribolle facendo emergere a volte l’uno e a volte l’altro''. 
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Alla fine del suo intervento, Elena Rausa si è concentrata su una delle 55 città raccontate da Calvino, rappresentata nel fotomontaggio esposto proprio accanto a lei.
''Ho scelto Zobeide perché è una città che nasce a partire dall’incontro tra uomini mossi dal desiderio. Desiderio è una parola bellissima, non ha niente a che vedere con il possesso. Desiderio è una parola che ha al suo interno le stelle'' ha aggiunto la scrittrice. ''Le stelle non le puoi mettere in tasca. Esse si prestano al nostro innamoramento senza essere a nostra disposizione. Le persone che amiamo, le cose che amiamo sono il nostro desiderio finché noi ne rispettiamo l’alterità e la libertà. Quando questo non avviene, non soltanto il desiderio muore, non solo la morte prevale su tutto ma quel luogo che abbiamo scelto diventa anche una trappola. Una trappola sia per l’oggetto sia per il soggetto del desiderio''.
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Con questa potente riflessione, accolta dagli applausi dei presenti, Elena Rausa ha lasciato il posto agli ''Architetti delle Parole'', ovvero Carlo Arrigoni e Mattia Cattaneo, i quali hanno proposto al pubblico altri brani del testo di Calvino. La lettura scenica dei due attori ha chiuso l’inaugurazione della mostra che, lo ricordiamo, sarà aperta fino al 26 novembre.
A.Bes.
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