Colle, emergenza gamberi: barriere funzionanti, ma i ritardi hanno peggiorato la situazione
La situazione dei gamberi di fiume presenti nel torrente Bevera sembra essersi stabilizzata. Durante il mese di ottobre era emersa la moria di oltre un’ottantina di esemplari e, successive analisi, avevano confermato la presenza del aphanomyces astaci, un oomicete appartenente alla famiglia delle saprolegniaceae responsabile della cosiddetta peste del gambero.
I ricercatori dell’università di Milano, unitamente al distaccamento lecchese del Wwf e il Comitato per la Difesa delle Bevere e del Fiume Lambro, avevano invitato l’Amministrazione comunale a intervenire. La loro richiesta era ottenere una concessione per l’installazione di barriere provvisorie per arginare la contaminazione degli esemplari ancora vivi.
Una serie di ritardi burocratici avevano fatto sì che l’autorizzazione arrivasse solo il 7 novembre, attraverso un’ordinanza del sindaco, a distanza di un mese circa dalla prima scoperta di oltre 80 esemplari morti. Le barriere sono state effettivamente posizionate dai ricercatori dell’università immediatamente nelle ore successive il via libera del Comune.
Un lasso di tempo, quello intercorso fra il rinvenimento dei primi esemplari morti e il via libera concesso all’installazione dei manufatti, che ha permesso alla peste del gambero di diffondersi ulteriormente. Il tratto di torrente interessato dalla presenza dell’aphanomyces astaci è andato aumentando. Da una distanza iniziale compresa fra i 300 e i 400 metri, dopo un mese di attesa, la peste del gambero si era ormai diffusa per circa 900 metri, sommando i due tratti di corsi d’acqua risultati colpiti nel momento di installazione delle barriere.
Un’estensione, quella della presenza del patogeno responsabile della peste del gambero, che ha portato alla morte di ulteriori decine e decine di esemplari. Fortunatamente, il posizionamento delle barriere, primo intervento di questo genere in Italia per il contenimento di questo agente patogeno, ha funzionato. Nelle scorse settimane, durante i sopralluoghi che i ricercatori dell’università di Milano sono stati rinvenuti solo pochi gamberi morti a valle delle barriere. Mentre, nel tratto d’acqua fra le due barriere, sono stati visti dei gamberi vivi, segno di una lenta ripresa di alcuni esemplari di questa specie.
I ricercatori dell’università di Milano, unitamente al distaccamento lecchese del Wwf e il Comitato per la Difesa delle Bevere e del Fiume Lambro, avevano invitato l’Amministrazione comunale a intervenire. La loro richiesta era ottenere una concessione per l’installazione di barriere provvisorie per arginare la contaminazione degli esemplari ancora vivi.
Una serie di ritardi burocratici avevano fatto sì che l’autorizzazione arrivasse solo il 7 novembre, attraverso un’ordinanza del sindaco, a distanza di un mese circa dalla prima scoperta di oltre 80 esemplari morti. Le barriere sono state effettivamente posizionate dai ricercatori dell’università immediatamente nelle ore successive il via libera del Comune.
Un lasso di tempo, quello intercorso fra il rinvenimento dei primi esemplari morti e il via libera concesso all’installazione dei manufatti, che ha permesso alla peste del gambero di diffondersi ulteriormente. Il tratto di torrente interessato dalla presenza dell’aphanomyces astaci è andato aumentando. Da una distanza iniziale compresa fra i 300 e i 400 metri, dopo un mese di attesa, la peste del gambero si era ormai diffusa per circa 900 metri, sommando i due tratti di corsi d’acqua risultati colpiti nel momento di installazione delle barriere.
Un’estensione, quella della presenza del patogeno responsabile della peste del gambero, che ha portato alla morte di ulteriori decine e decine di esemplari. Fortunatamente, il posizionamento delle barriere, primo intervento di questo genere in Italia per il contenimento di questo agente patogeno, ha funzionato. Nelle scorse settimane, durante i sopralluoghi che i ricercatori dell’università di Milano sono stati rinvenuti solo pochi gamberi morti a valle delle barriere. Mentre, nel tratto d’acqua fra le due barriere, sono stati visti dei gamberi vivi, segno di una lenta ripresa di alcuni esemplari di questa specie.
L.A.