Annone: il mondo visto dall’alto per conoscerci. Lezione dell'astronauta Paolo Nespoli su ''oggi e domani''
''La vista della Terra da lassù è incredibile: non si vedono i confini nazionali che noi curiamo con molta attenzione. Sopra le nostre teste c’è un confine uguale per tutti: l’atmosfera. Noi continuiamo solo a guardare i nostri confini e non prendiamo una visione generale di quello che dobbiamo fare assieme come umanità, per fare in modo che la Terra continui a sostenerci''.
Le parole arrivano da chi ha visto il pianeta Terra da lassù, oltre la barriera dell’atmosfera. Paolo Nespoli, astronauta italiano che ha partecipato a tre missioni nello spazio, è stato ospite della prima serata del ciclo di incontri ''Adamo dove sei?'', promosso dalla comunità pastorale San Giovanni Battista di Oggiono.
''Abbiamo la consapevolezza che non tutto nel mondo sta andando male: c’è una luce, qualcosa di positivo e cerchiamo di svelare questa luce che si staglia all’orizzonte'' ha detto il parroco don Maurizio Mottadelli in apertura dell’incontro di mercoledì 12 dicembre, spiegando che il progetto di quest’anno è stato pensato per avere non ''relatori'', ma ''testimoni'' che raccontano storie di vita.
L’approccio del cosmonauta Nespoli – che nel pomeriggio aveva incontrato gli adolescenti – è stato quello di far provare a pensare a un cambio di prospettiva della nostra esistenza, attraverso il racconto della sua esperienza di vita e a non far perdere i sogni nel futuro che stiamo costruendo.
Nativo della Brianza, ingegnere di formazione, è riuscito a dar corso al suo sogno di bambino di andare lassù, nello spazio, partecipando a missioni che lo hanno visto impegnato per 313 giorni complessivi oltre l’atmosfera. ''Da bambino sentivo in tv della corsa tra americani e russi per la conquista della Luna. Dal 1972 siamo nell’orbita bassa terreste, nella fascia tra 200 e 1000 km: come essere umani oggi non andiamo più lontano di questa distanza'' ha detto.
La stazione spaziale internazionale (ISS) si trova a 400 km di quota, al di fuori dall’atmosfera. Viaggia attorno alla terra a 28.000 Km/h (ovvero 8 Km/s), compiendo un’orbita terrestre in un’ora e mezza: ''In questo arco di tempo vedi 16 albe e 16 tramonti''. Si raggiunge con un viaggio di 6 ore attraverso la navicella di proprietà russa Soyuz (lo Space Shuttle, di proprietà americana, è stato tolto dal mercato a seguito degli incidenti che si sono verificati). Nello spazio, la prospettiva di sguardo cambia perché il pavimento piatto diventa l’orizzonte e ci sono trasformazioni corporee importanti (i muscoli perdono tonicità, la spina dorsale si distende, c’è perdita della densità ossea) e per questo gli astronauti si sottopongono a due ore di esercizio fisico quotidiano.
Nello spazio vivono in contemporanea, nello stesso ambiente, astronauti provenienti da Stati Uniti d’America, Russia, Europa, Canada e Giappone: non ci sono contrasti tra stati, ma ci sono persone che lavorano per il progresso dell’umanità intera.
''Sulla stazione non si sente la forza di gravità e questo consente di sentire una serie di forze minute che sulla Terra altrimenti non sentiremmo – ha detto Nespoli - La stazione è un laboratorio in micro gravità. Siamo lì per fare attività e capire cose che ci servono per migliorare la vita sulla terra: facciamo esperimenti scientifici ad esempio sul DNA, su come evolvono i cristalli, su come crescono le piante oppure quelli in cui l’astronauta è la cavia. Lo spazio interno abitabile è di 450 mc, come circa un appartamento di 100 mq, in cui ci sono 6 astronauti che lavorano a stretto contatto gli uni con gli altri. C’è bisogno di sintonia e lavoro di team per fare funzionare le cose e lì si lavora non per la propria nazione, ma per l’umanità''.
Oggi, accanto agli astronauti professionisti, emerge la figura dei turisti spaziali. Ci sono voli spaziali sub-orbitali che consentono di far sperimentare 3 minuti di microgravità oppure periodi di circa 10 giorni sulla stazione spaziale internazionale.
''Nello spazio ci sono costellazioni di minisatelliti, ma nel futuro? – ha proseguito il cosmonauta italiano - La stazione spaziale internazionale finirà e ci saranno due stazioni spaziali votate ai turisti e gli Stati dovranno prendere una stazione spaziale privata. C’è in progetto di costruire una stazione spaziale attorno alla Luna, che è a circa 380.000 Km dalla Terra (richiede 3 giorni di viaggio per arrivare). Un'altra idea è quella di compiere lunghi viaggi spaziali, come andare su Marte, che è molto lontano (si trova a circa 225 milioni di km dalla terra e occorrerebbero 8-10 mesi di viaggio): il viaggio richiede razzi più grossi e potenti di quelli che abbiamo oggi. In un futuro ancora più lontano, ci sono visioni artistiche di stazioni spaziali internazionali e si pensa di catturare asteroidi che sono risorse incredibili di metalli pesanti, acqua: quello che sulla terra scarseggia''.
Nespoli ha parlato anche della relazione con il gruppo, che diventa fondamentale: ''Bisogna avere fiducia l’uno dell’altro perché se qualcosa va storto, si rischia di uccidere se stessi e gli altri. Quando si ha un obiettivo comune, non si guardano le minuzie. In un posto dove non c’è forza di gravità, succedono cose incredibili, come il fatto che si perde coscienza del proprio corpo. Il corpo perde la parte materiale e rimane coscienza. Me ne sono accorto quando sono rientrato e terra e non riuscivo più a muovere gli arti''.
Il pianeta visto dall’alto aiuta a far riflettere su come stiamo vivendo in questo mondo. ''La terra gira a 8 km/s e vedere il mondo in poco tempo è bello esteticamente. La vista della terra dallo spazio è romantica, ma mostra anche come il pianeta è relativamente piccolo e noi come razza umana l’abbiamo preso completamente. Quando passiamo di notte, vediamo milioni di luci accese: non c’è più uno spazio libero. Abbiamo preso tutta la terra e continuiamo a prenderla''.
Paolo Nespoli ha infine lanciato un messaggio di sguardo aperto verso il futuro: come nell’antica Roma, i nostri avi non avevano pensato che a duemila anni di distanza avremmo avuto in tasca un telefono che ci permette di rimanere connessi al mondo, così oggi non abbiamo risposte sul futuro ma cerchiamo di lavorare per costruirlo: ''Se non riusciamo a prevedere le cose semplici, non riusciamo a prevedere delle più complicate. Con la tecnologia di oggi, dico che sulla stella più vicina alla terra (Alpha Centauri si trova a 34 mila miliardi di km. dalla Terra: sono 4,2 anni luce, ovvero 151 mila anni) non andremo, ma in futuro non sappiamo. Come razza umana, troviamo sogni impossibili e riusciamo a realizzarli. Non sappiamo dove andremo, ma diamoci da fare perché andremo dove vorremmo e qualcuno ci riuscirà''.
Le parole arrivano da chi ha visto il pianeta Terra da lassù, oltre la barriera dell’atmosfera. Paolo Nespoli, astronauta italiano che ha partecipato a tre missioni nello spazio, è stato ospite della prima serata del ciclo di incontri ''Adamo dove sei?'', promosso dalla comunità pastorale San Giovanni Battista di Oggiono.
''Abbiamo la consapevolezza che non tutto nel mondo sta andando male: c’è una luce, qualcosa di positivo e cerchiamo di svelare questa luce che si staglia all’orizzonte'' ha detto il parroco don Maurizio Mottadelli in apertura dell’incontro di mercoledì 12 dicembre, spiegando che il progetto di quest’anno è stato pensato per avere non ''relatori'', ma ''testimoni'' che raccontano storie di vita.
L’approccio del cosmonauta Nespoli – che nel pomeriggio aveva incontrato gli adolescenti – è stato quello di far provare a pensare a un cambio di prospettiva della nostra esistenza, attraverso il racconto della sua esperienza di vita e a non far perdere i sogni nel futuro che stiamo costruendo.
Nativo della Brianza, ingegnere di formazione, è riuscito a dar corso al suo sogno di bambino di andare lassù, nello spazio, partecipando a missioni che lo hanno visto impegnato per 313 giorni complessivi oltre l’atmosfera. ''Da bambino sentivo in tv della corsa tra americani e russi per la conquista della Luna. Dal 1972 siamo nell’orbita bassa terreste, nella fascia tra 200 e 1000 km: come essere umani oggi non andiamo più lontano di questa distanza'' ha detto.
La stazione spaziale internazionale (ISS) si trova a 400 km di quota, al di fuori dall’atmosfera. Viaggia attorno alla terra a 28.000 Km/h (ovvero 8 Km/s), compiendo un’orbita terrestre in un’ora e mezza: ''In questo arco di tempo vedi 16 albe e 16 tramonti''. Si raggiunge con un viaggio di 6 ore attraverso la navicella di proprietà russa Soyuz (lo Space Shuttle, di proprietà americana, è stato tolto dal mercato a seguito degli incidenti che si sono verificati). Nello spazio, la prospettiva di sguardo cambia perché il pavimento piatto diventa l’orizzonte e ci sono trasformazioni corporee importanti (i muscoli perdono tonicità, la spina dorsale si distende, c’è perdita della densità ossea) e per questo gli astronauti si sottopongono a due ore di esercizio fisico quotidiano.
Nello spazio vivono in contemporanea, nello stesso ambiente, astronauti provenienti da Stati Uniti d’America, Russia, Europa, Canada e Giappone: non ci sono contrasti tra stati, ma ci sono persone che lavorano per il progresso dell’umanità intera.
''Sulla stazione non si sente la forza di gravità e questo consente di sentire una serie di forze minute che sulla Terra altrimenti non sentiremmo – ha detto Nespoli - La stazione è un laboratorio in micro gravità. Siamo lì per fare attività e capire cose che ci servono per migliorare la vita sulla terra: facciamo esperimenti scientifici ad esempio sul DNA, su come evolvono i cristalli, su come crescono le piante oppure quelli in cui l’astronauta è la cavia. Lo spazio interno abitabile è di 450 mc, come circa un appartamento di 100 mq, in cui ci sono 6 astronauti che lavorano a stretto contatto gli uni con gli altri. C’è bisogno di sintonia e lavoro di team per fare funzionare le cose e lì si lavora non per la propria nazione, ma per l’umanità''.
Oggi, accanto agli astronauti professionisti, emerge la figura dei turisti spaziali. Ci sono voli spaziali sub-orbitali che consentono di far sperimentare 3 minuti di microgravità oppure periodi di circa 10 giorni sulla stazione spaziale internazionale.
''Nello spazio ci sono costellazioni di minisatelliti, ma nel futuro? – ha proseguito il cosmonauta italiano - La stazione spaziale internazionale finirà e ci saranno due stazioni spaziali votate ai turisti e gli Stati dovranno prendere una stazione spaziale privata. C’è in progetto di costruire una stazione spaziale attorno alla Luna, che è a circa 380.000 Km dalla Terra (richiede 3 giorni di viaggio per arrivare). Un'altra idea è quella di compiere lunghi viaggi spaziali, come andare su Marte, che è molto lontano (si trova a circa 225 milioni di km dalla terra e occorrerebbero 8-10 mesi di viaggio): il viaggio richiede razzi più grossi e potenti di quelli che abbiamo oggi. In un futuro ancora più lontano, ci sono visioni artistiche di stazioni spaziali internazionali e si pensa di catturare asteroidi che sono risorse incredibili di metalli pesanti, acqua: quello che sulla terra scarseggia''.
Nespoli ha parlato anche della relazione con il gruppo, che diventa fondamentale: ''Bisogna avere fiducia l’uno dell’altro perché se qualcosa va storto, si rischia di uccidere se stessi e gli altri. Quando si ha un obiettivo comune, non si guardano le minuzie. In un posto dove non c’è forza di gravità, succedono cose incredibili, come il fatto che si perde coscienza del proprio corpo. Il corpo perde la parte materiale e rimane coscienza. Me ne sono accorto quando sono rientrato e terra e non riuscivo più a muovere gli arti''.
Il pianeta visto dall’alto aiuta a far riflettere su come stiamo vivendo in questo mondo. ''La terra gira a 8 km/s e vedere il mondo in poco tempo è bello esteticamente. La vista della terra dallo spazio è romantica, ma mostra anche come il pianeta è relativamente piccolo e noi come razza umana l’abbiamo preso completamente. Quando passiamo di notte, vediamo milioni di luci accese: non c’è più uno spazio libero. Abbiamo preso tutta la terra e continuiamo a prenderla''.
Paolo Nespoli ha infine lanciato un messaggio di sguardo aperto verso il futuro: come nell’antica Roma, i nostri avi non avevano pensato che a duemila anni di distanza avremmo avuto in tasca un telefono che ci permette di rimanere connessi al mondo, così oggi non abbiamo risposte sul futuro ma cerchiamo di lavorare per costruirlo: ''Se non riusciamo a prevedere le cose semplici, non riusciamo a prevedere delle più complicate. Con la tecnologia di oggi, dico che sulla stella più vicina alla terra (Alpha Centauri si trova a 34 mila miliardi di km. dalla Terra: sono 4,2 anni luce, ovvero 151 mila anni) non andremo, ma in futuro non sappiamo. Come razza umana, troviamo sogni impossibili e riusciamo a realizzarli. Non sappiamo dove andremo, ma diamoci da fare perché andremo dove vorremmo e qualcuno ci riuscirà''.
Michela Mauri