L'ex questore Germanà parla ai ragazzi dell'istituto Fumagalli
E' tornato - questa volta in presenza - a parlare ai ragazzi dell’Istituto Graziella Fumagalli di Casatenovo, il Questore in pensione Calogero Germanà, già collaboratore del magistrato Paolo Borsellino. L’incontro - che si inserisce nel percorso di educazione alla legalità e di contrasto alle mafie, previsto dal curricolo verticale di educazione civica della scuola superiore - ha visto la partecipazione delle classi quarte, ospiti presso l’aula magna dell’Istituto Greppi di Monticello.
Pur trattando temi complessi e difficili che hanno cambiato una pagina della storia del nostro Paese, l’ospite è riuscito a catalizzare l’attenzione, l’interesse e la curiosità degli alunni, colpiti soprattutto dall’umiltà, dall’empatia, dalla capacità comunicativa e dal linguaggio semplice e lineare. Il relatore ha aperto l’incontro affermando quando importante sia il dialogo tra chi parla e chi ascolta, perché c’è sempre qualcosa che unisce, che accumuna le due parti ovvero un messaggio che utilizzi un linguaggio comune.
Si è poi soffermato, sui comportamenti e sui valori che sono l’essenza della comunità civile come la condivisione e il rispetto per l’altro a prescindere da tutto che, si raggiungono attraverso l’educazione e l’ osservanza delle norme, senza l’utilizzo della violenza perché nel momento in cui scatta non è misurabile ma attraverso la forza del dialogo che spinge alla risoluzione di ogni conflitto.
Tante le domande proposte dai ragazzi, così come le tematiche affrontate: violenza, legalità, coraggio, condivisione, sensibilizzazione e famiglia. Germanà ha sottolineato più volte che nella vita non bisogna avere particolari qualità: ''la vita di ognuno prende risvolti inimmaginabili, bisogna avere la capacità di accettarla così come si presenta senza lasciarsi travolgere''.
L’ospite - invitato dalla docente di lettere dell'Istituto Fumagalli (e peraltro cugina) prof.ssa Santina Messina – ha fornito importanti spunti di riflessione. Germanà ha inoltre ribadito che, quando scelse di intraprendere la carriera di poliziotto, non seguì alcuna regola o tecnica per essere coraggioso; ma in lui era semplicemente cresciuto sempre di più uno spirito di competizione con se stesso e non con gli altri. "Tutti siamo uguali, nessuno è speciale: bisogna essere speciali solo nelle circostanze'' ha sottolineato.

E a chi ha gli ha chiesto in che modo si può sconfiggere la mafia, ha risposto che è fondamentale sensibilizzare, informare e condividere. ''L’esperienza vissuta è un fatto di memoria che è diversa dal ricordo, perché altrimenti risulterebbe un’informazione asettica che non sensibilizza; se al contrario tematizziamo diventa memoria e gettiamo le basi per creare uno spazio di comunicazione comune e una coscienza che nelle scuole si trasforma in attività antimafia e antiviolenza: solo in questo modo saremo in grado di evitare, combattere e sconfiggere la mafia. Non dimentichiamo che il mafioso ha una famiglia e dei figli che frequentano la scuola. L’aspetto culturale diventa comunicazione di intesa umana che porta al confronto, al miglioramento personale, alla soddisfazione dei nostri bisogni e al raggiungimento del bene comune''.
Con queste parole, condivise e apprezzate dal dirigente del Fumagalli e del Greppi, Dario Maria Crippa, si è concluso l’incontro con Germanà che è stato ringraziato dalla prof.ssa Messina per la disponibilità e sensibilità nel trattare temi di attualità sociale così importanti per i nostri giovani studenti.
Pur trattando temi complessi e difficili che hanno cambiato una pagina della storia del nostro Paese, l’ospite è riuscito a catalizzare l’attenzione, l’interesse e la curiosità degli alunni, colpiti soprattutto dall’umiltà, dall’empatia, dalla capacità comunicativa e dal linguaggio semplice e lineare. Il relatore ha aperto l’incontro affermando quando importante sia il dialogo tra chi parla e chi ascolta, perché c’è sempre qualcosa che unisce, che accumuna le due parti ovvero un messaggio che utilizzi un linguaggio comune.

Tante le domande proposte dai ragazzi, così come le tematiche affrontate: violenza, legalità, coraggio, condivisione, sensibilizzazione e famiglia. Germanà ha sottolineato più volte che nella vita non bisogna avere particolari qualità: ''la vita di ognuno prende risvolti inimmaginabili, bisogna avere la capacità di accettarla così come si presenta senza lasciarsi travolgere''.
L’ospite - invitato dalla docente di lettere dell'Istituto Fumagalli (e peraltro cugina) prof.ssa Santina Messina – ha fornito importanti spunti di riflessione. Germanà ha inoltre ribadito che, quando scelse di intraprendere la carriera di poliziotto, non seguì alcuna regola o tecnica per essere coraggioso; ma in lui era semplicemente cresciuto sempre di più uno spirito di competizione con se stesso e non con gli altri. "Tutti siamo uguali, nessuno è speciale: bisogna essere speciali solo nelle circostanze'' ha sottolineato.

E a chi ha gli ha chiesto in che modo si può sconfiggere la mafia, ha risposto che è fondamentale sensibilizzare, informare e condividere. ''L’esperienza vissuta è un fatto di memoria che è diversa dal ricordo, perché altrimenti risulterebbe un’informazione asettica che non sensibilizza; se al contrario tematizziamo diventa memoria e gettiamo le basi per creare uno spazio di comunicazione comune e una coscienza che nelle scuole si trasforma in attività antimafia e antiviolenza: solo in questo modo saremo in grado di evitare, combattere e sconfiggere la mafia. Non dimentichiamo che il mafioso ha una famiglia e dei figli che frequentano la scuola. L’aspetto culturale diventa comunicazione di intesa umana che porta al confronto, al miglioramento personale, alla soddisfazione dei nostri bisogni e al raggiungimento del bene comune''.
Con queste parole, condivise e apprezzate dal dirigente del Fumagalli e del Greppi, Dario Maria Crippa, si è concluso l’incontro con Germanà che è stato ringraziato dalla prof.ssa Messina per la disponibilità e sensibilità nel trattare temi di attualità sociale così importanti per i nostri giovani studenti.
