La poesia di Umberto Colombo/54: l'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale: se ne parla molto e sempre di più negli ultimi anni. Si intravedono le potenzialità di quest’innovazione, come quelle in ambito medico o di sicurezza nazionale ma allo stesso tempo si conosce l’altra faccia della medaglia, quella delle bufale che girano in rete. L’Unione Europea, dopo un negoziato di oltre 36 ore, ha raggiunto, il 10 dicembre, un accordo per la legge europea sull'intelligenza artificiale, la prima al mondo. L’obiettivo della normativa è garantire che l'intelligenza artificiale protegga i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, stimolando al tempo stesso l'innovazione e rendendo l'Europa leader nel settore. La lista dei divieti include i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili, come le convinzioni politiche, religiose e la razza; la raccolta non mirata di immagini del volto da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole; il social scoring; le tecniche manipolative e l'intelligenza artificiale usata per sfruttare le vulnerabilità delle persone.
Garbagnate_umberto_colombo1.JPG (59 KB)
Con la poesia di quest’oggi, Umberto Colombo ci invita a riflettere sull’eccesso di tecnica che sembra essere dominante in questo mondo: ''Sentiamo parlare ormai quotidianamente dell'intelligenza artificiale ma noi siamo sicuri che ci porterà solo del bene o questo nuovo epilogo avrà sfogo solo detronizzando la nostra intelligenza.? Saranno solo gli scienziati a comandare il mondo?'' sono le domande con cui un libero cittadino come il garbagnatese si interroga sul tema. ''É un grave pericolo. Ci avviciniamo alla fantascienza dove il tecnico o il dottore verranno creati da un piccolo intervento con un inserimento di una piastrina indicante la specializzazione. Non voglio immaginare la cosa''.
 
      Un amaro futuro
 
Il catastrofismo sul lavoro è qua vicino
perché sostituito dall’intelligenza artificiale
non v’è speranza il mondo è ormai supino
al tutto risolto in un lampo più che astrale
 
il vento la speranza la fortuna di quel già fatto
è indice di stupidità e d’ipocrisia sull’umana sorte
che avrà e non saprà opporsi a quel disfatto
 porta dall’acquiescenza all’ignoranza qui alle porte
 
prendiamo in mano un manico di bastone
cerchiamo di non farci intimidire dal siffatto
non siamo e non possiamo esser di cartone
dobbiamo però toglierci da questo sfratto
 
dovremo di nuovo render l’umano intelligente
lasciando queste futuristiche invenzioni
come fece Napoleone che trovo pertinente
prendere atto delle cose che poi abbandoni
 
cerchiamo di renderci un poco più reali
In noi sta il vero ragionar sulle opinioni
non v’è parvenza di essere solo formali
ma troviamo il modo che tutto rifunzioni
 
è meglio lavorar con perspicacie umane
sapremo tutto nel serbare il programmato
senza che a nessuno venga tolto il pane
e non buttare al macero il lavoro dato

Umberto Colombo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.