Barzanò: percepisce il RDC senza dichiarare 20mila euro vinti online. Donna a giudizio

Risultava fra i percettori del reddito di cittadinanza e proprio per questa ragione il comando generale della Guardia di Finanza aveva acceso i riflettori sulla sua ''posizione'', avendo rilevato un'anomalia. Da qui l'indagine condotta dagli uomini della tenenza di Cernusco che, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecco, ha portato all'apertura di un fascicolo penale a carico di una 29enne residente a Barzanò. La giovane è infatti finita a processo al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio, per l'indebito percepimento del sussidio introdotto dal governo Conte. Le viene contestata - per la precisione - una somma pari a 1000 euro circa, che la donna avrebbe incassato pur non avendone diritto.
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Stando a quanto riferito stamani in aula dal maresciallo Lopresti, esponente delle Fiamme Gialle, da un applicativo di monitoraggio a disposizione del corpo era emerso che la barzanese avrebbe incassato 20.370 euro circa di vincite tramite conti di gioco online nel 2017. Un'informativa che tuttavia la giovane classe 1994 aveva mancato di indicare nella domanda presentata nell'estate di due anni dopo tramite un Caf del sindacato, con la quale chiedeva appunto di poter beneficiare del sussidio. Nella documentazione andavano infatti dichiarati i redditi riferiti al biennio precedente.
Ma c'è di più. Secondo i finanzieri la donna non avrebbe indicato nei moduli da compilare, neppure la presenza presso la propria residenza dell'allora convivente, lavoratore e dunque percettore di reddito. Una circostanza confermata da un controllo effettuato presso l'ufficio anagrafe del Comune, oltre che dalle dichiarazioni dei vicini di casa, nonchè dal nome del soggetto, indicato sul campanello esterno dell'abitazione della donna.
Ben diversa tuttavia la versione resa dall'imputata che, sottopostasi ad esame, ha innanzitutto negato di aver mai aperto conti di gioco, passione che peraltro non la appartiene, ma soprattutto di aver vinto delle somme. ''In quel periodo facevo fatica a pagare l'affitto e le bollette. Lavoravo in azienda, facendo le pulizie, ma i soldi non mi bastavano, così ho colto quell'opportunità'' ha detto al giudice, riferendosi appunto al reddito di cittadinanza percepito, circa 200 euro al mese.
E per quel che riguarda l'ex convivente? ''Non viveva più con me, era andato via già nel 2016 e da allora non abbiamo avuto più contatti'' ha aggiunto l'imputata, difesa dall'avvocato Alessandra Carsana. 
Insomma, una posizione in netto contrasto con quanto le contesta la Procura lecchese sulla base delle indagini della Guardia di Finanza. Per la verità stamani in udienza non è stato possibile approfondire la questione relativa alle presunte vincite di gioco online della donna; l'operante escusso ha infatti spiegato di non aver effettuato ulteriori accertamenti sui 20mila euro che l'applicativo in uso al corpo attribuiva alla barzanese. Non si sa quindi se quella somma sia frutto di una o più vincite, nè se vi fossero stati dei prelevamenti della stessa.
Chiusa l'udienza odierna si torna in aula il prossimo 13 febbraio per la discussione, alla quale farà seguito la sentenza.
G.C.
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