''Cassago chiama Chernobyl'' invia altri aiuti all'Ucraina colpita da un nuovo attacco russo
La guerra costituisce indubbiamente una delle piaghe più critiche della nostra società. Ben 678 giorni fa è iniziata l’ultima fase del conflitto russo-ucraino e venerdì 29 dicembre si è registrato il bombardamento più massiccio e intenso da inizio guerra a questa parte. In questo contesto teso e di difficile risoluzione, l’associazione Cassago chiama Chernobyl, ancora una volta, non si è tirata indietro e ha dato il proprio contributo facendo sentire la propria vicinanza emotiva e materiale alla popolazione ucraina.
Sabato 30 dicembre la realtà cassaghese - con la saggia ed esperta guida del presidente Armando Crippa - è riuscita a promuovere e ad accumulare un gran quantitativo di aiuti raccolti a Ponte Lambro il giorno precedente grazie alla sinergia con il Gruppo di Solidarietà del paese, guidato da Claudia Brioschi e Andrea Galbiati. I beni - andati ad aggiungersi ad uno stock già precedentemente allestito - sono stati depositati nella struttura di Olgiate Molgora messa a disposizione dal volontario Aleandro Bonanomi, in attesa di essere inviati alla popolazione della regione di Chernihiv, ormai area principale di azione dell’operato dell'associazione.
Come traspare dalle parole del presidente Armando Crippa, questa iniziativa rappresenta ovviamente una piccola goccia; ma per creare un mare di bene si parte proprio da idee come questa.
''Nonostante la situazione diventi sempre più critica ogni giorno che passa, noi non lasceremo sola la popolazione ucraina bensì continueremo ad assicurare il nostro aiuto e la nostra vicinanza sia in termini qualitativi che quantitativi. Sappiamo che di fronte alle loro necessità il nostro contributo è ben poco ma noi, nel nostro piccolo e in coordinazione con le altre realtà costituenti la rete di solidarietà, continueremo a promuovere le nostre iniziative e a ribadire che gli ucraini non sono soli'' ha aggiunto il cassaghese.
Spazio anche ad un piccolo aggiornamento di cronaca. ''Il bombardamento del 29 dicembre ha messo a serio rischio la tenuta sociale della popolazione ucraina. Non appena abbiamo ricevuto la notizia, la nostra prima preoccupazione ha riguardato la salute e l’incolumità dei bambini risiedenti nella nostra amata regione di Chernihiv. Ci siamo messi in contatto con la fondazione Pro Infanzia autoctona, nostra partner e referente da quando siamo nati nei progetti di solidarietà che organizziamo, quali iniziative di accoglienza e adozioni a distanza, e per fortuna la componente infantile della regione non ha subito perdite''.
La guerra non rappresenta e non ha mai rappresentato lo strumento corretto e congeniale per risolvere una situazione di crisi o un contenzioso. Tuttavia, è necessario fare i conti con la realtà, cioè con un conflitto che sta dilaniando dal 2014, considerando come data di inizio l’occupazione della Penisola di Crimea da parte della Russia, il territorio ucraino. Ovviamente nessuno può fermare magicamente con uno schiocco di dita una guerra; tuttavia, tutti noi possiamo dare un piccolo contributo per sostenere chi ne sta pagando il conto più salato: i civili e i bambini. A tal proposito l’associazione ''Cassago Chiama Chernobyl'' è sempre in prima fila.
Sabato 30 dicembre la realtà cassaghese - con la saggia ed esperta guida del presidente Armando Crippa - è riuscita a promuovere e ad accumulare un gran quantitativo di aiuti raccolti a Ponte Lambro il giorno precedente grazie alla sinergia con il Gruppo di Solidarietà del paese, guidato da Claudia Brioschi e Andrea Galbiati. I beni - andati ad aggiungersi ad uno stock già precedentemente allestito - sono stati depositati nella struttura di Olgiate Molgora messa a disposizione dal volontario Aleandro Bonanomi, in attesa di essere inviati alla popolazione della regione di Chernihiv, ormai area principale di azione dell’operato dell'associazione.
Come traspare dalle parole del presidente Armando Crippa, questa iniziativa rappresenta ovviamente una piccola goccia; ma per creare un mare di bene si parte proprio da idee come questa.
''Nonostante la situazione diventi sempre più critica ogni giorno che passa, noi non lasceremo sola la popolazione ucraina bensì continueremo ad assicurare il nostro aiuto e la nostra vicinanza sia in termini qualitativi che quantitativi. Sappiamo che di fronte alle loro necessità il nostro contributo è ben poco ma noi, nel nostro piccolo e in coordinazione con le altre realtà costituenti la rete di solidarietà, continueremo a promuovere le nostre iniziative e a ribadire che gli ucraini non sono soli'' ha aggiunto il cassaghese.
Spazio anche ad un piccolo aggiornamento di cronaca. ''Il bombardamento del 29 dicembre ha messo a serio rischio la tenuta sociale della popolazione ucraina. Non appena abbiamo ricevuto la notizia, la nostra prima preoccupazione ha riguardato la salute e l’incolumità dei bambini risiedenti nella nostra amata regione di Chernihiv. Ci siamo messi in contatto con la fondazione Pro Infanzia autoctona, nostra partner e referente da quando siamo nati nei progetti di solidarietà che organizziamo, quali iniziative di accoglienza e adozioni a distanza, e per fortuna la componente infantile della regione non ha subito perdite''.
La guerra non rappresenta e non ha mai rappresentato lo strumento corretto e congeniale per risolvere una situazione di crisi o un contenzioso. Tuttavia, è necessario fare i conti con la realtà, cioè con un conflitto che sta dilaniando dal 2014, considerando come data di inizio l’occupazione della Penisola di Crimea da parte della Russia, il territorio ucraino. Ovviamente nessuno può fermare magicamente con uno schiocco di dita una guerra; tuttavia, tutti noi possiamo dare un piccolo contributo per sostenere chi ne sta pagando il conto più salato: i civili e i bambini. A tal proposito l’associazione ''Cassago Chiama Chernobyl'' è sempre in prima fila.
M.G.