Donna in Tribunale per furto. La vittima è don Zambenetti
Era entrata in casa parrocchiale con la scusa di formalizzare una donazione. Peccato che l'intento fosse ben diverso, tanto che oggi si trova imputata in un procedimento penale per furto.
La vicenda, che risale all'aprile 2022, vede coinvolto (in qualità di vittima) don Sergio Zambenetti, all'epoca dei fatti parroco a Luino ma per un decennio alla guida della comunità pastorale Maria Regina di Tutti i Santi di Casatenovo, esperienza che seguì quella a Castello di Brianza.
Per la Procura la donna - di origine francese - avrebbe sottratto le chiavi della sagrestia e un telecomando dell’allarme al religioso, dallo scorso settembre trasferito a Carugate.
Secondo le accuse - ad oggi ancora tutte da dimostrare - il 9 aprile 2022 l'imputata avrebbe bussato alla porta del don chiedendo una messa in suffragio per una parente, e manifestando la volontà di fare una donazione alla chiesa. Staccò un assegno di 500 euro davanti al sacerdote che con il ''titolo'' si recò dai carabinieri perché quella persona l’aveva già incontrata in precedenza ed era nota negli ambienti delle parrocchie per diversi casi di furto. In effetti il giorno seguente don Sergio scoprì che le chiavi della sagrestia erano sparite, e che un suo collaboratore si era trovato la donna in casa e l’aveva fatta allontanare. Fortunatamente dall’abitazione non erano stati sottratti soldi né oggetti. Successivamente i militari dell’Arma, tramite accertamenti, risalirono all’origine del blocco degli assegni usato dalla donna davanti all'allora parroco di Luino. Per l’accusa sarebbe stato sottratto ad un sacerdote della Brianza, la seconda persona offesa nel processo, di cui quest'oggi a Varese si è celebrata l'udienza.
L’imputata, difesa d’ufficio dall’avvocato Andrea Fontana, è ad oggi irreperibile. Il giudice Luciano Luccarelli ha quindi disposto ulteriori verifiche per rintracciarla e notificarle gli atti, non essendoci la prova che sia a conoscenza delle accuse a suo carico. Si torna in aula il 4 marzo.
La vicenda, che risale all'aprile 2022, vede coinvolto (in qualità di vittima) don Sergio Zambenetti, all'epoca dei fatti parroco a Luino ma per un decennio alla guida della comunità pastorale Maria Regina di Tutti i Santi di Casatenovo, esperienza che seguì quella a Castello di Brianza.
Per la Procura la donna - di origine francese - avrebbe sottratto le chiavi della sagrestia e un telecomando dell’allarme al religioso, dallo scorso settembre trasferito a Carugate.
Secondo le accuse - ad oggi ancora tutte da dimostrare - il 9 aprile 2022 l'imputata avrebbe bussato alla porta del don chiedendo una messa in suffragio per una parente, e manifestando la volontà di fare una donazione alla chiesa. Staccò un assegno di 500 euro davanti al sacerdote che con il ''titolo'' si recò dai carabinieri perché quella persona l’aveva già incontrata in precedenza ed era nota negli ambienti delle parrocchie per diversi casi di furto. In effetti il giorno seguente don Sergio scoprì che le chiavi della sagrestia erano sparite, e che un suo collaboratore si era trovato la donna in casa e l’aveva fatta allontanare. Fortunatamente dall’abitazione non erano stati sottratti soldi né oggetti. Successivamente i militari dell’Arma, tramite accertamenti, risalirono all’origine del blocco degli assegni usato dalla donna davanti all'allora parroco di Luino. Per l’accusa sarebbe stato sottratto ad un sacerdote della Brianza, la seconda persona offesa nel processo, di cui quest'oggi a Varese si è celebrata l'udienza.
L’imputata, difesa d’ufficio dall’avvocato Andrea Fontana, è ad oggi irreperibile. Il giudice Luciano Luccarelli ha quindi disposto ulteriori verifiche per rintracciarla e notificarle gli atti, non essendoci la prova che sia a conoscenza delle accuse a suo carico. Si torna in aula il 4 marzo.