Bulciago: a fine mese udienza per la sparatoria lungo la SS342
Comparirà il prossimo 31 gennaio in Tribunale a Lecco, al cospetto del giudice per le udienze preliminari, Giovanni Giuseppe Mercuri, il 31enne con casa a Costa Masnaga ritenuto uno dei responsabili della sparatoria avvenuta ad una manciata di settimane dall'inizio dello scorso, lungo la SS342 a Bulciago. Una vicenda inquietante che per la Procura di Lecco, occupatasi delle indagini insieme ai Carabinieri, sarebbe legata ad un regolamento di conti maturato nell'ambito dello spaccio di stupefacenti, più precisamente del controllo delle ''piazze'' lungo la superstrada 36.
Da un'autovettura in transito sulla Como-Bergamo era stato esploso un colpo di arma da fuoco che aveva colpito un giovane marocchino alla guida di una Toyota Yaris, finito in codice rosso all'ospedale Sant'Anna di Como dopo lo schianto contro un altro veicolo. Proprio i medici del nosocomio di San Fermo della Battaglia si erano accorti, durante gli accertamenti sanitari di rito, del proiettile conficcato nella spalla del giovane, riuscito con il trascorrere dei giorni a riprendersi e ad uscire dalla struttura in discrete condizioni.
Nell'aprile 2023 si erano aperte le porte del carcere per Mercuri, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere all'esito delle risultanze investigative emerse. Per la Procura sarebbe stato il masnaghese - con un precedente in materia di armi risalente ad un lustro prima - ad esplodere il colpo dall'auto in corsa lungo la SS342. Proprio per questa ragione l'accusa a suo carico è di tentato omicidio in concorso con due fratelli marocchini, classe 1983 e 1992, residenti rispettivamente in provincia di Monza e Brianza e Varese e allo stato attuale irreperibili. La folle corsa e la sparatoria peraltro, risalirebbero agli istanti immediatamente successivi l'incontro tra i quattro (i tre imputati e la vittima appunto ndr) in una zona poco distante, dietro al supermercato MD di Bulciaghetto. Un incontro sfociato nella fuga con tanto di inseguimento e colpi di arma da fuoco, fino al sinistro stradale che aveva visto coinvolta - suo malgrado - anche una giovane coppia residente a Garbagnate Monastero, a bordo di un'altra Yaris contro la quale era finita la macchina del marocchino dopo che quest'ultimo ne aveva perso il controllo. Accuse che tuttavia il masnaghese - riconosciuto dalla stessa vittima - ha sempre respinto con forza. L'unico arrestato (difeso dall'avvocato Alessandro Meregalli del Foro di Monza) avrebbe infatti ammesso di conoscere il magrebino, ma di non aver partecipato alla spedizione punitiva di quella sera, al contrario di quanto invece avrebbe riferito l'africano rimasto ferito. Fra gli elementi che avrebbero in qualche modo inchiodato il giovane figura infatti l'aggancio della cella telefonica, compatibile - la sera della sparatoria - con quella della vittima.
Elementi che a detta della difesa sarebbero insufficienti a provare la penale responsabilità di Mercuri, che come dicevamo continua a proclamarsi innocente come ha fatto sin dal principio. A fine mese si potranno dunque conoscere gli sviluppi della delicata vicenda giudiziaria sulla base della richiesta del pubblico ministero Simona Galluzzo - titolare del fascicolo d'indagine - delle scelte processuali delle difese, nonchè ovviamente della decisione del giudice.
Da un'autovettura in transito sulla Como-Bergamo era stato esploso un colpo di arma da fuoco che aveva colpito un giovane marocchino alla guida di una Toyota Yaris, finito in codice rosso all'ospedale Sant'Anna di Como dopo lo schianto contro un altro veicolo. Proprio i medici del nosocomio di San Fermo della Battaglia si erano accorti, durante gli accertamenti sanitari di rito, del proiettile conficcato nella spalla del giovane, riuscito con il trascorrere dei giorni a riprendersi e ad uscire dalla struttura in discrete condizioni.
Nell'aprile 2023 si erano aperte le porte del carcere per Mercuri, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere all'esito delle risultanze investigative emerse. Per la Procura sarebbe stato il masnaghese - con un precedente in materia di armi risalente ad un lustro prima - ad esplodere il colpo dall'auto in corsa lungo la SS342. Proprio per questa ragione l'accusa a suo carico è di tentato omicidio in concorso con due fratelli marocchini, classe 1983 e 1992, residenti rispettivamente in provincia di Monza e Brianza e Varese e allo stato attuale irreperibili. La folle corsa e la sparatoria peraltro, risalirebbero agli istanti immediatamente successivi l'incontro tra i quattro (i tre imputati e la vittima appunto ndr) in una zona poco distante, dietro al supermercato MD di Bulciaghetto. Un incontro sfociato nella fuga con tanto di inseguimento e colpi di arma da fuoco, fino al sinistro stradale che aveva visto coinvolta - suo malgrado - anche una giovane coppia residente a Garbagnate Monastero, a bordo di un'altra Yaris contro la quale era finita la macchina del marocchino dopo che quest'ultimo ne aveva perso il controllo. Accuse che tuttavia il masnaghese - riconosciuto dalla stessa vittima - ha sempre respinto con forza. L'unico arrestato (difeso dall'avvocato Alessandro Meregalli del Foro di Monza) avrebbe infatti ammesso di conoscere il magrebino, ma di non aver partecipato alla spedizione punitiva di quella sera, al contrario di quanto invece avrebbe riferito l'africano rimasto ferito. Fra gli elementi che avrebbero in qualche modo inchiodato il giovane figura infatti l'aggancio della cella telefonica, compatibile - la sera della sparatoria - con quella della vittima.
Elementi che a detta della difesa sarebbero insufficienti a provare la penale responsabilità di Mercuri, che come dicevamo continua a proclamarsi innocente come ha fatto sin dal principio. A fine mese si potranno dunque conoscere gli sviluppi della delicata vicenda giudiziaria sulla base della richiesta del pubblico ministero Simona Galluzzo - titolare del fascicolo d'indagine - delle scelte processuali delle difese, nonchè ovviamente della decisione del giudice.