Cassago: il rientro dei bambini ucraini a Chernihiv sotto il suono assordante delle bombe, al termine delle vacanze terapeutiche
È purtroppo giunto al termine il periodo di vacanza trascorso dai ragazzini ucraini, grazie agli sforzi profusi dall’associazione ''Cassago chiama Chernobyl''. Giovedì 11 gennaio nel tardo pomeriggio, i minori sono infatti partiti da Bergamo per poi arrivare in Ucraina nella mattinata di domenica 14 gennaio.
Ad attenderli il rigido ed estremo inverno con neve e temperatura a – 16 gradi centigradi: una situazione alla quale in realtà sono abituati essendo questa la tipica tendenza termica del luogo. Ciò che sta accadendo da ormai quasi 700 giorni e a cui l’essere umano non può e non deve abituarsi, è invece la guerra.
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Domenica 14 gennaio, alle prime luci dell’alba, la regione di Chernihiv è stata flagellata da un massiccio bombardamento missilistico. La maggior parte dei missili sono stati abbattuti grazie all’intervento delle difese contraeree ma purtroppo due di essi sono andati a segno colpendo un supermercato e alcune abitazioni ubicati nella periferia settentrionale della città. I danni sono stati ingenti ma fortunatamente l’esercizio commerciale era ancora chiuso e di conseguenza non ci sono state vittime. L'ultimo bombardamento sferrato in questa regione risale all'agosto scorso ma nonostante ciò il terrore non se ne è mai andato; le sirene di allarme nei confronti degli attacchi aerei non hanno mai smesso di suonare e rappresentano una costante e martellante melodia di morte.
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È significativa la testimonianza di Cristina, la ragazzina ospitata da Armando Crippa, presidente dell’associazione ''Cassago chiama Chernobyl'', che ora è sposata e vive e lavora a Chernihiv: ''quasi ogni giorno vengono celebrati funerali di giovani militari morti per difendere la loro patria. Vorrei che ci fosse la possibilità di negoziare e di stipulare un accordo per garantire una giusta pace per l'Ucraina. Anche qui a Chernihiv le autorità stanno cercando di reclutare uomini e giovani da inviare al fronte nel Donbass''.
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La guerra Russo-Ucraina è ancora in una fase molto calda. Come testimoniato dalle voci provenienti direttamente dall’area del conflitto, attualmente la risoluzione del contenzioso sembra lontana. Tuttavia grazie a realtà come l’associazione ''Cassago Chiama Chernobyl'' tutti noi possiamo dare il nostro contributo umanitario e solidale a sostegno dei popoli martoriati da un male così grave quale la guerra.
Ad attenderli il rigido ed estremo inverno con neve e temperatura a – 16 gradi centigradi: una situazione alla quale in realtà sono abituati essendo questa la tipica tendenza termica del luogo. Ciò che sta accadendo da ormai quasi 700 giorni e a cui l’essere umano non può e non deve abituarsi, è invece la guerra.
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Un'immagine dei ragazzini ospitati da Cassago chiama Chernobyl insieme ad Armando Crippa
Domenica 14 gennaio, alle prime luci dell’alba, la regione di Chernihiv è stata flagellata da un massiccio bombardamento missilistico. La maggior parte dei missili sono stati abbattuti grazie all’intervento delle difese contraeree ma purtroppo due di essi sono andati a segno colpendo un supermercato e alcune abitazioni ubicati nella periferia settentrionale della città. I danni sono stati ingenti ma fortunatamente l’esercizio commerciale era ancora chiuso e di conseguenza non ci sono state vittime. L'ultimo bombardamento sferrato in questa regione risale all'agosto scorso ma nonostante ciò il terrore non se ne è mai andato; le sirene di allarme nei confronti degli attacchi aerei non hanno mai smesso di suonare e rappresentano una costante e martellante melodia di morte.
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È significativa la testimonianza di Cristina, la ragazzina ospitata da Armando Crippa, presidente dell’associazione ''Cassago chiama Chernobyl'', che ora è sposata e vive e lavora a Chernihiv: ''quasi ogni giorno vengono celebrati funerali di giovani militari morti per difendere la loro patria. Vorrei che ci fosse la possibilità di negoziare e di stipulare un accordo per garantire una giusta pace per l'Ucraina. Anche qui a Chernihiv le autorità stanno cercando di reclutare uomini e giovani da inviare al fronte nel Donbass''.
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La guerra Russo-Ucraina è ancora in una fase molto calda. Come testimoniato dalle voci provenienti direttamente dall’area del conflitto, attualmente la risoluzione del contenzioso sembra lontana. Tuttavia grazie a realtà come l’associazione ''Cassago Chiama Chernobyl'' tutti noi possiamo dare il nostro contributo umanitario e solidale a sostegno dei popoli martoriati da un male così grave quale la guerra.
M.G.