Bevera: il saluto corale a Padre Stephen della Consololata
Tante le persone che, nella serata di sabato 20 gennaio, hanno preso parte alle celebrazioni per salutare Padre Stephen Alfred Odhiambo, Superiore dei Padri della Consolata di Bevera pronto a partire per il Portogallo, dove continuerà la sua missione.
Alle 17.45, infatti, decine di fedeli si sono ritrovati presso la chiesa della Casa dei Padri, situata a Castello Brianza in via Romitaggio, con la volontà di ringraziare il religioso, in Brianza dal 2017.
“Sono contento e emozionato per la vostra presenza” ha affermato Padre Stephen in apertura della funzione. “Non è facile dire arrivederci ad una comunità che mi ha donato così tanto affetto. Posso lasciarvi la parola del Signore, che vi guidi nel vostro cammino”. Presenti per l’occasione diversi Padri in rappresentanza della Consolata, oltre all’attuale parroco di Viganò don Marco Galli, in rappresentanza del Clero Ambrosiano, e al diacono Alessandro Misuraca.
Tra i fedeli presenti, importante ricordare il supporto e l’affetto dimostrato dai tanti laici della comunità pastorale Santa Maria Regina degli Apostoli che comprende Bulciago, Barzago e Bevera presso la quale Padre Stephen ha svolto negli anni il ruolo di vicario parrocchiale.
Nel corso della funzione, dunque, il religioso in partenza per le zone circostanti la città di Fatima ha voluto ricordare il suo ormai lungo percorso, che lo ha portato dal Kenya al Venezuela e, infine, in Italia. “La prima città che mi ha accolto nel Bel Paese è stata Torino, dove ho avuto modo di comprendere che cosa volesse dire celebrare con rito ambrosiano” ha affermato il Padre. “Da lì, l’esperienza in Italia è cresciuta e migliorata, anche e soprattutto grazie al costante supporto offerto dalla splendida comunità di Bulciago, Bevera e Barzago e da tutti coloro che sono soliti frequentare la Consolata”.
Come ha raccontato, infatti, la Brianza è stata per lui un luogo di insegnamento, all’interno del quale ha avuto modo di conoscere in primis la lingua, poi gli usi e la cultura e infine la gente. “La Madonna è stata un appoggio molto grande per me, così come lo siete stati voi fedeli” ha continuato. “Non vi siete mai tirati indietro quando c’era bisogno di dare una mano, supportandomi nella fatica e nei momenti di gioia. Se posso lasciarvi un segno della mia riconoscenza, allora vi prometto che ogni volta che celebrerò in Portogallo sarete nelle mie preghiere e nei miei pensieri”. Come ha spiegato, infatti, l'incarico a Fatima rappresenta un’ulteriore prova di consapevolezza per la religione cattolica, oltre che una grande possibilità di condividere la gioia che nutre nel cuore. “Lo Spirito del Signore che abita in noi ci dà modo di andare avanti e contagiare positivamente gli altri. Questo è quello che vorrò fare fino alla fine dei miei giorni terreni”.
Al termine della celebrazione, partecipata con tanto entusiasmo dai fedeli e dai sacerdoti, diverse persone che hanno avuto modo di condividere una parte del cammino della vita con Padre Stephen hanno voluto omaggiarlo con pensieri e parole. Tra questi ricordiamo ad esempio la comunità pastorale Santa Maria Regina degli Apostoli, rappresentata da suor Giovanna Mauri, che ha omaggiato il missionario con un’icona della Madonna di Bevera “che sarà sempre pronta a consolarti e supportarti nel tuo cammino d’amore”.
Anche i missionari della Consolata hanno voluto rivolgere un pensiero speciale al religioso, definito come “un dono per la nostra comunità”. “La missione è fatta da due binomi, ovvero il dono e il bisogno” hanno spiegato “Noi crediamo che la presenza di Stephen sia stata un dono per noi e per lui, perché abbiamo cercato in ogni modo di dare gioia ed esperienza in questi anni vissuti insieme. La vita è fatta di sfide che tu porterai nel cuore a Fatima, facendo scuola di quello che hai vissuto in Italia” hanno concluso.
Un “grazie” speciale è stato poi rivolto anche dalle famiglie e dai laici della Consolata, che hanno ricordato i sette anni bellissimi trascorsi insieme anche nelle difficoltà, come il lockdown a causa della pandemia. Don Marco Galli, poi, ha voluto rivolgere un divertente saluto al missionario, sempre più attivo e conosciuto. “Ormai sei lanciato verso il cardinalato, sei pieno di impegni. Sei una persona squisita, con la quale ho avuto la fortuna di condividere tante esperienze” ha affermato il parroco di Viganò. L’ultimo “arrivederci”, dunque, è stato quello rivolto a Padre Stephen da parte dei sindaci Cattaneo e Ceroli, rispettivamente di Bulciago e Barzago, che hanno sottolineato quanto la gioia condivisa negli anni dal missionario sia stata d’effetto per tutti.
I presenti, riscaldati da un’atmosfera gioviale, si sono quindi spostati nei saloni della Consolata dove ad aspettarli c’era un ricco rinfresco, con tanto di torta con scritto “Ciao Stephen”.
Alle 17.45, infatti, decine di fedeli si sono ritrovati presso la chiesa della Casa dei Padri, situata a Castello Brianza in via Romitaggio, con la volontà di ringraziare il religioso, in Brianza dal 2017.
“Sono contento e emozionato per la vostra presenza” ha affermato Padre Stephen in apertura della funzione. “Non è facile dire arrivederci ad una comunità che mi ha donato così tanto affetto. Posso lasciarvi la parola del Signore, che vi guidi nel vostro cammino”. Presenti per l’occasione diversi Padri in rappresentanza della Consolata, oltre all’attuale parroco di Viganò don Marco Galli, in rappresentanza del Clero Ambrosiano, e al diacono Alessandro Misuraca.
Tra i fedeli presenti, importante ricordare il supporto e l’affetto dimostrato dai tanti laici della comunità pastorale Santa Maria Regina degli Apostoli che comprende Bulciago, Barzago e Bevera presso la quale Padre Stephen ha svolto negli anni il ruolo di vicario parrocchiale.
Nel corso della funzione, dunque, il religioso in partenza per le zone circostanti la città di Fatima ha voluto ricordare il suo ormai lungo percorso, che lo ha portato dal Kenya al Venezuela e, infine, in Italia. “La prima città che mi ha accolto nel Bel Paese è stata Torino, dove ho avuto modo di comprendere che cosa volesse dire celebrare con rito ambrosiano” ha affermato il Padre. “Da lì, l’esperienza in Italia è cresciuta e migliorata, anche e soprattutto grazie al costante supporto offerto dalla splendida comunità di Bulciago, Bevera e Barzago e da tutti coloro che sono soliti frequentare la Consolata”.
Come ha raccontato, infatti, la Brianza è stata per lui un luogo di insegnamento, all’interno del quale ha avuto modo di conoscere in primis la lingua, poi gli usi e la cultura e infine la gente. “La Madonna è stata un appoggio molto grande per me, così come lo siete stati voi fedeli” ha continuato. “Non vi siete mai tirati indietro quando c’era bisogno di dare una mano, supportandomi nella fatica e nei momenti di gioia. Se posso lasciarvi un segno della mia riconoscenza, allora vi prometto che ogni volta che celebrerò in Portogallo sarete nelle mie preghiere e nei miei pensieri”. Come ha spiegato, infatti, l'incarico a Fatima rappresenta un’ulteriore prova di consapevolezza per la religione cattolica, oltre che una grande possibilità di condividere la gioia che nutre nel cuore. “Lo Spirito del Signore che abita in noi ci dà modo di andare avanti e contagiare positivamente gli altri. Questo è quello che vorrò fare fino alla fine dei miei giorni terreni”.
Al termine della celebrazione, partecipata con tanto entusiasmo dai fedeli e dai sacerdoti, diverse persone che hanno avuto modo di condividere una parte del cammino della vita con Padre Stephen hanno voluto omaggiarlo con pensieri e parole. Tra questi ricordiamo ad esempio la comunità pastorale Santa Maria Regina degli Apostoli, rappresentata da suor Giovanna Mauri, che ha omaggiato il missionario con un’icona della Madonna di Bevera “che sarà sempre pronta a consolarti e supportarti nel tuo cammino d’amore”.
Anche i missionari della Consolata hanno voluto rivolgere un pensiero speciale al religioso, definito come “un dono per la nostra comunità”. “La missione è fatta da due binomi, ovvero il dono e il bisogno” hanno spiegato “Noi crediamo che la presenza di Stephen sia stata un dono per noi e per lui, perché abbiamo cercato in ogni modo di dare gioia ed esperienza in questi anni vissuti insieme. La vita è fatta di sfide che tu porterai nel cuore a Fatima, facendo scuola di quello che hai vissuto in Italia” hanno concluso.
Un “grazie” speciale è stato poi rivolto anche dalle famiglie e dai laici della Consolata, che hanno ricordato i sette anni bellissimi trascorsi insieme anche nelle difficoltà, come il lockdown a causa della pandemia. Don Marco Galli, poi, ha voluto rivolgere un divertente saluto al missionario, sempre più attivo e conosciuto. “Ormai sei lanciato verso il cardinalato, sei pieno di impegni. Sei una persona squisita, con la quale ho avuto la fortuna di condividere tante esperienze” ha affermato il parroco di Viganò. L’ultimo “arrivederci”, dunque, è stato quello rivolto a Padre Stephen da parte dei sindaci Cattaneo e Ceroli, rispettivamente di Bulciago e Barzago, che hanno sottolineato quanto la gioia condivisa negli anni dal missionario sia stata d’effetto per tutti.
I presenti, riscaldati da un’atmosfera gioviale, si sono quindi spostati nei saloni della Consolata dove ad aspettarli c’era un ricco rinfresco, con tanto di torta con scritto “Ciao Stephen”.
S.L.F.