Oggiono: il premio Longoni a Fratangeli per uno studio storico sul Monte di Brianza

Una serata dedicata alla memoria di Virginio Longoni quella di venerdì sera, che ha raccolto presso l’Auditorium di via Vittorio Veneto a Oggiono amici e famigliari. La figura di Virginio è stata per tanti anni al centro della ricerca storico-culturale del territorio lecchese. In sua memoria, nel 2022, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’Associazione Giuseppe Bovara di Lecco e l’Università del Monte di Brianza, ha istituito un premio per un lavoro di studio. 
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“Virginio era un insegnante molto conosciuto e stimato in tutto l’oggionese, ma non solo. Ha speso tutta la sua vita nel faticoso impegno della ricerca, approfondendo la storia locale dal Medioevo fino all’Età Moderna. Era uno studioso eccezionale, sapeva leggere le carte antiche rendendole poi attuali con diverse pubblicazioni dalle quali emergeva la sua immensa passione per la storia. Traducendole donava loro il giusto valore di contemporaneità, costruendo così le basi per il futuro” ha detto l’assessore Giovanni Corti, chiamando sul palco tra scroscianti applausi il vincitore, Matteo Fratangeli
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Matteo Fratangeli e Giovanni Corti

La volontà di tramandare quanto appreso in lunghi anni la si evince proprio in una delle pubblicazioni in cui lo studioso, rivolgendosi al lettore, spiega l’importanza della ricerca storica: “Perché riesumare testi, repertorio di vicende lontane, di mura, di uomini dei secoli oscuri e dimenticati? Perché gli uomini, tra quelle mura, crearono le forme di aggregazione delle nostre comunità, nelle quali ancora ci identifichiamo, e perché la storia, se non la civiltà di un popolo, chiedono che qualcuno s’impegni a tramandarne la memoria”.  Proprio con questo intento l’Amministrazione oggionese ha istituito il premio, dedicato a un lavoro di ricerca che partisse proprio dagli scritti dello studioso: è stato assegnato a Matteo Fratangeli, che ha approfondito la storia del nostro territorio a metà del Quattrocento attraverso l’estimo del 1456 dal titolo “In perpetuum immunes liberi et exempti. I fedelissimi servitori del Monte di Brianza”. 
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“Questo lavoro mi ha dato la spinta necessaria per ultimare i miei studi in Scienze Storiche ed Economiche all’Università degli Studi di Milano. Inizialmente, l’oggetto avrebbe dovuto riguardare specificamente la Bancha de la Universitade dil Monte de Brianza e la meravigliosa suggestione che il professor Longoni ci ha lasciato in dono con il suo lavoro “Umanesimo e Rinascimento in Brianza", che questa fosse una banca vera e propria o, per usare le sue parole, un “consorzio di credito affidato alla gestione di un notaio assistito da un consiglio”. Addentrandomi poi nello studio della documentazione inedita, ho compreso che i materiali erano spesso di difficile lettura, impossibili da decifrare" ha spiegato il vincitore del premio.
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"Partendo - ha proseguito - dagli scritti di Longoni e dalle fonti significative di don Rinaldo Beretta - intendendola non più come istituzione finanziaria quanto più banco del vicario del duca, dove si risolvono controversie e si amministra giustizia, una sorta di “cancelleria” della federazione delle comunità rurali brianzole - ho approfondito alcuni aspetti del periodo prettamente economici: come avvenivano le riscossioni, l’imponibile fiscale, la solvibilità e la redistribuzione delle tasse. Fra Tre e Quattrocento furono le esenzioni fiscali concesse dai duchi di Milano, Visconti prima e Sforza poi, ad accomunare le numerose comunità rurali e le famiglie delle colline briantee, spingendole a far fronte comune in difesa di una condizione privilegiata. Il sostegno assicurato ai Visconti nella difesa del confine sull’Adda portò come ricompensa a queste comunità e famiglie la concessione di vantaggiose esenzioni fiscali. Le parentele più influenti del territorio, tutte di fede ghibellina, contribuirono a far nascere e sviluppare in Brianza un senso d’identità nuovo, costruito sul comune carico fiscale, ma anche politico, che sfociò non solo in istituzioni territoriali e giuridiche riconosciute dall’alto come l’Università del Monte di Brianza ma anche in strutture economiche e finanziarie” ha concluso Fratangeli che, con la sua ricerca, spera adesso di dare modo a tanti giovani di proseguire in questo filone di ricerca, guardando alle indagini di archivio come a un modo per valorizzare la nostra storia e il nostro territorio. 
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“Nonostante la fonte che ho indagato fosse molto conosciuta, non era mai stata analizzata così dettagliatamente nelle sue potenzialità, tanto si può ancora scrivere e ritrovare sulla scia dei lavori di approfondimento che Virginio ci ha lasciato. La ricerca storica è fondamentale per capire come avvengono anche determinate dinamiche sociali attuali che ci vedono coinvolti” ha aggiunto. 
Con l’intento di proseguire in questa direzione, l’Amministrazione oggionese vorrebbe dare seguito all’iniziativa istituzionalizzando il premio con cadenza biennale.
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S.Ar.
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