Viganò: iniziata la vendita dei ravioli per una sagra che i giovani 'vivono e gustano', come scriveva don Fausto

Al via nel pomeriggio di oggi, mercoledì 7 febbraio, la vendita dei tradizionali ravioli dolci di Sant’Apollonia della Parrocchia di San Vincenzo di Viganò.
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Come abbiamo raccontato lo scorso anno, la tradizione dei ravioli è ricca di sfumature, ma una caratteristica la rende speciale: la capacità di unire diverse generazioni, che si impegnano con costanza nella preparazione del tanto amato e conosciuto dolce.
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Anche questo febbraio, dunque, centinaia le persone che si sono rimboccate le maniche mettendo da parte la frenesia della vita lavorativa e scolastica per concedersi un viaggio alla riscoperta del sapore, dell’impasto, della frittura e del confezionamento dei ravioli.
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La preparazione ha preso il via nel pomeriggio di sabato 3 febbraio e continuerà fino a sabato 10, compresa la notte della domenica, nel corso della quale verrà ultimata la frittura degli ultimi ravioli.
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Intanto, ascoltando i volontari e cercando tra le pagine dei vecchi informatori parrocchiali, abbiamo trovato un articolo risalente al febbraio 1976 e firmato don Fausto Tuissi. “Il paese di Viganò è forse uno degli ultimi che sanno di vera Brianza, dove il dialetto è quello schietto, lento, dalle vocali aperte della vecchia terra” scriveva il parroco. “Domenica si celebra la festa di S. Apollonia, Patrona della nostra comunità parrocchiale. Quest’anno i fedeli hanno ripreso la consuetudine che stava scomparendo di realizzare una specialità locale, chiamata raviolo dolce”. Parole scritte quasi cinquant’anni fa, che parlano di quella che oggi è divenuta una tradizione incredibilmente radicata nelle vite dei viganesi e non solo, tanto che le persone giungono da ogni parte della Brianza per acquistare un vassoio della prelibatezza.
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Abbiamo trovato poi alcune parole che potrebbero essere state pronunciate ieri, dai tanti giovani e giovanissimi volontari che animano questa iniziativa con entusiasmo. “Si può pensare a una Sagra sorpassata, ma non è così: i giovani la vivono, la sentono e la gustano. Si guarda al passato e lo si apprezza sforzandosi di continuarlo in una dimensione nuova” scriveva infatti don Fausto. Parole attuali, che tanto si avvicinano a quello che ci è stato raccontato da tutti, anche dall’attuale parroco don Marco Galli e dal diacono Alessandro Misuraca, “nuovi” in paese ma che hanno compreso immediatamente quanto la festa dedicata alla Santa sia importante per tutti i cittadini e fedeli viganesi.
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Nel testo citato, dunque, l’ex parroco racconta anche come di lì a pochi mesi sarebbero partiti i lavori per la casa parrocchiale e l’oratorio, finanziati per altro dalla vendita dei ravioli dolci. Come ci avevano raccontato lo scorso anno alcuni dei “fondatori” della tradizione in oratorio, infatti, i proventi vennero utilizzati al tempo proprio per sostenere le spese di realizzazione di due aree che oggi sono il fulcro della comunità parrocchiale viganese.
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Non ci resta allora che domandarci se don Fausto si aspettasse che, con il nuovo secolo iniziato da un pezzo, la quantità di ravioli preparati e venduti si sarebbe moltiplicata, così come il numero di volontari, sempre in crescendo.
La vendita del dolce in oratorio, dunque, si è aperta oggi alle 14, per poi continuare nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19. Domenica invece, la vendita prenderà il via alle 9 fino a esaurimento del dolce. Sempre l’11 si terrà il celebre fierone, anticipato dalla messa solenne delle 10. Nel corso della giornata, poi, i presenti avranno modo di gustare un piatto caldo preparato dalle Penne Nere.

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S.L.F
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