Barzanò: capire i segnali del cuore, incontro con il dottor Ravizza
Quali sono i segnali di allarme del cuore? La risposta o, meglio, le risposte perché gli "avvertimenti" possono essere anche molto diversi fra loro, sono state date durante una serata organizzata dall’associazione Amici del Cuore di Lecco. Un appuntamento che si è svolto a Barzanò, presso la sala civica, nella serata di mercoledì 7 febbraio.
È stato il dottor Pierfranco Ravizza - medico cardiologo riabilitatore – ad addentrarsi nella spiegazione del complesso funzionamento di quel particolare organo muscolare che è il cuore.
“Nella stragrande maggioranza dei casi, il cuore ci manda dei segnali di preallarme con dei sintomi prima che vi siano problemi gravi come un arresto cardiaco” ha spiegato Ravizza. Fra questi segnali di allarme ve ne sono alcuni che le persone normalmente non associano a un possibile problema cardiaco.
Il caso, ad esempio, è quello del mal di stomaco forte. Come, in casi particolari, un dolore che può arrivare a coinvolgere la mandibola e può essere scambiato per un problema dentale.
Oltre a questi due casi particolari, vi sono poi un insieme di dolori addominali, oltre che di mal di schiena, che possono essere legati a problemi cardiaci ed arrivare ad essere scambiati ed associati ad altre cause.
In linea di massima, vi sono altri campanelli di allarme di cui bisogna tenere conto, in modo attento, quando compaiono associati con i dolori e fastidi della parte alta del tronco. Si tratta del battito accelerato o aritmico senza un motivo giustificato, la mancanza di fiato o fiato corto, l’affaticamento che compare improvvisamente nel compiere sforzi che in precedenza non davano problemi ad essere compiuti, il rigonfiamento di caviglie e gambe.
Oltre che il dolore concentrato nella parte centrale dello sterno, o ai lati. Dolore che non prende quasi mai la forma della “fitta” ma si presenta in modo più subdolo, magari come semplice “peso”. Dolore che, se persiste oltre la decina di minuti, è un elemento che deve essere considerato sufficiente a spingerci a chiamare i soccorsi.
“Il classico batticuore – ha spiegato Ravizza – non è necessariamente segno di malattia, il battito del cuore può essere regolare anche quando c’è un batticuore. Deve preoccuparci quando persiste senza motivo, oppure si presenta in modo irregolare”. “In questo caso è meglio consultare un medico”.
Quando si fa ricorso all’aiuto dei sanitari è importante fornire degli elementi precisi. In particolare, riguardo alcuni fattori. Se l’insorgenza del fenomeno è stata “brusca o lenta”, se le aritmie sono variabili, la loro durata e intensità e il momento della loro insorgenza.
Ravizza ha ricordato come sia molto semplice, oggi giorno, misurare il battito cardiaco. Oltre a fare la misurazione a mano, con le classiche dita portate sul polso, contando i battiti per 30 secondi e moltiplicandoli per due, esistono anche molti strumenti di misurazione della pressione che consentono di farlo. Lo stesso vale per i tanti orologi “smart” dotati di cardio frequenzimetro. Anche se i loro dati sono da prendere sempre “con le pinze”, in linea di massima forniscono elementi chiari a comprendere quando vi è un cambiamento del battito.
“Un battito normale è compreso fra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto e più comunemente fra le 60 e le 80” ha chiarito il medico precisando: “quando usciamo da questi numeri, senza un motivo preciso, senza aver fatto sforzi, per più di dieci minuti, si tratta di un disturbo molto sospetto”.
Il “criterio della durata è molto importante” ha sottolineato l'ospite invitando, quando questo sintono persiste oltre i dieci minuti, a chiamare il 112.
Infatti, a determinare i problemi cardiaci, di frequente, sono occlusioni cardio vascolari dovute a problemi di colesterolo. In questo caso è fondamentale intervenire nelle prime tre ore, periodo entro il quale nel 95% dei casi non si hanno conseguenze gravi per la salute.
Altri campanelli di allarme, in questo caso sintomi di uno scompenso cardiaco, possono essere i gonfiori delle caviglie, associati a fiato corto, magari percependo la necessità di stare seduti a letto per riuscire a dormire. In questo caso vi è in corso un accumulo di liquidi nel corpo e nei polmoni rispetto al quale è necessario intervenire rapidamente prima che i problemi peggiorino coinvolgendo altri organi addominali come i reni, oltre che facendo peggiorare le condizioni del cuore.
L’ associazione Amici del Cuore che ha organizzato l’evento svoltosi a Barzanò, è presente a Lecco. Oltre a sostenere la cardiologia riabilitativa dell’ospedale Manzoni, offre una serie di servizi a supporto delle persone che hanno, o hanno avuto, problemi cardiaci, offrendo anche aiuto di tipo fisico e psicologico.
È stato il dottor Pierfranco Ravizza - medico cardiologo riabilitatore – ad addentrarsi nella spiegazione del complesso funzionamento di quel particolare organo muscolare che è il cuore.
“Nella stragrande maggioranza dei casi, il cuore ci manda dei segnali di preallarme con dei sintomi prima che vi siano problemi gravi come un arresto cardiaco” ha spiegato Ravizza. Fra questi segnali di allarme ve ne sono alcuni che le persone normalmente non associano a un possibile problema cardiaco.
Il caso, ad esempio, è quello del mal di stomaco forte. Come, in casi particolari, un dolore che può arrivare a coinvolgere la mandibola e può essere scambiato per un problema dentale.
Oltre a questi due casi particolari, vi sono poi un insieme di dolori addominali, oltre che di mal di schiena, che possono essere legati a problemi cardiaci ed arrivare ad essere scambiati ed associati ad altre cause.
In linea di massima, vi sono altri campanelli di allarme di cui bisogna tenere conto, in modo attento, quando compaiono associati con i dolori e fastidi della parte alta del tronco. Si tratta del battito accelerato o aritmico senza un motivo giustificato, la mancanza di fiato o fiato corto, l’affaticamento che compare improvvisamente nel compiere sforzi che in precedenza non davano problemi ad essere compiuti, il rigonfiamento di caviglie e gambe.
Oltre che il dolore concentrato nella parte centrale dello sterno, o ai lati. Dolore che non prende quasi mai la forma della “fitta” ma si presenta in modo più subdolo, magari come semplice “peso”. Dolore che, se persiste oltre la decina di minuti, è un elemento che deve essere considerato sufficiente a spingerci a chiamare i soccorsi.
“Il classico batticuore – ha spiegato Ravizza – non è necessariamente segno di malattia, il battito del cuore può essere regolare anche quando c’è un batticuore. Deve preoccuparci quando persiste senza motivo, oppure si presenta in modo irregolare”. “In questo caso è meglio consultare un medico”.
Quando si fa ricorso all’aiuto dei sanitari è importante fornire degli elementi precisi. In particolare, riguardo alcuni fattori. Se l’insorgenza del fenomeno è stata “brusca o lenta”, se le aritmie sono variabili, la loro durata e intensità e il momento della loro insorgenza.
Ravizza ha ricordato come sia molto semplice, oggi giorno, misurare il battito cardiaco. Oltre a fare la misurazione a mano, con le classiche dita portate sul polso, contando i battiti per 30 secondi e moltiplicandoli per due, esistono anche molti strumenti di misurazione della pressione che consentono di farlo. Lo stesso vale per i tanti orologi “smart” dotati di cardio frequenzimetro. Anche se i loro dati sono da prendere sempre “con le pinze”, in linea di massima forniscono elementi chiari a comprendere quando vi è un cambiamento del battito.
“Un battito normale è compreso fra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto e più comunemente fra le 60 e le 80” ha chiarito il medico precisando: “quando usciamo da questi numeri, senza un motivo preciso, senza aver fatto sforzi, per più di dieci minuti, si tratta di un disturbo molto sospetto”.
Il “criterio della durata è molto importante” ha sottolineato l'ospite invitando, quando questo sintono persiste oltre i dieci minuti, a chiamare il 112.
Infatti, a determinare i problemi cardiaci, di frequente, sono occlusioni cardio vascolari dovute a problemi di colesterolo. In questo caso è fondamentale intervenire nelle prime tre ore, periodo entro il quale nel 95% dei casi non si hanno conseguenze gravi per la salute.
Altri campanelli di allarme, in questo caso sintomi di uno scompenso cardiaco, possono essere i gonfiori delle caviglie, associati a fiato corto, magari percependo la necessità di stare seduti a letto per riuscire a dormire. In questo caso vi è in corso un accumulo di liquidi nel corpo e nei polmoni rispetto al quale è necessario intervenire rapidamente prima che i problemi peggiorino coinvolgendo altri organi addominali come i reni, oltre che facendo peggiorare le condizioni del cuore.
L’ associazione Amici del Cuore che ha organizzato l’evento svoltosi a Barzanò, è presente a Lecco. Oltre a sostenere la cardiologia riabilitativa dell’ospedale Manzoni, offre una serie di servizi a supporto delle persone che hanno, o hanno avuto, problemi cardiaci, offrendo anche aiuto di tipo fisico e psicologico.
L.A.