Oggiono, Bachelet: pausa didattica, il commento dei ragazzi sul giornale d’istituto
È uscito il secondo numero di POST – IT, il giornalino degli studenti dell’istituto Vittorio Bachelet di Oggiono. Il tema di questa edizione riguarda, come da tradizione, la settimana di pausa didattica “Give me a break 4.0”: si tratta di una sospensione dell’attività di insegnamento finalizzata a “favorire la motivazione e la partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse, offrire loro opportunità di recupero e di approfondimento in relazione ad interessi e curiosità personali, sperimentare nuove modalità di confronto, discussione, studio”. Ricche e varie le proposte di approfondimento alle quali i ragazzi hanno potuto partecipare: tra costoro anche chi è impegnato nella redazione del giornalino, coordinato dal professore Simone Puglia, docente di lettere all’interno dell’istituto.
Il taglio degli articoli non è quello della cronaca, all’interno dei quali si perderebbero le emozioni vissute, che è invece stato il fulcro attorno al quale è stato costruito ogni testo.
“I ragazzi non hanno avuto modo di presenziare a tutti gli approfondimenti, anche se hanno fatto da reporter – ha spiegato il docente – Prima della settimana hanno fatto una riunione di redazione, cercando di dividersi la presenza tra i vari approfondimenti e, dove non presenti, si sono fatti raccontare le impressioni da altri. Il risultato non è un giornale documentaristico, ma l’occasione per raccontare quello che li colpiti e li ha fatti riflettere. Avendo la pagina Instagram d’istituto, nei giorni della settimana di pausa, i ragazzi hanno fatto una copertura social. Lo scopo del giornalino vuole essere un momento per argomentare le proprie riflessioni”.
I ragazzi sono molto chiari sui contenuti pubblicati in questa edizione: “Questo numero contiene le considerazioni (personali, ovviamente, come ogni considerazione), che ciascun ragazzo o ragazza della redazione ha fatto a seguito della esperienza vissuta in quella settimana: ciò che gli è piaciuto, le riflessioni che sono nate in loro, le criticità che hanno visto. Due precisazioni: non pretendiamo di aver “coperto” tutto il panorama di quanto è stato offerto in quei giorni (sicuramente ci sono state valide attività di cui in questi articoli non si parla) e ogni giudizio, da quelli più seri a quelli più scherzosi, non sono certo “la verità assoluta” …ma questo spazio del Giornalino esiste proprio perché chiunque lo desideri possa esprimere, in maniera argomentata, la propria opinione”.
Nel giornalino si trovano quindi approfondimenti, racconti degli incontri come quelli sul Charleston o i 50 anni di Hip Hop, ma anche riflessioni ed emozioni scaturite dalla partecipazione come quello sulla meditazione intitolato “fermati e prendi un respiro”. Infine, spazio anche a un articolo per raccontare gli spazi di miglioramento: “darkside”, lato oscuro, è una sintesi delle opinioni pervenute sulla settimana e sugli aspetti che hanno funzionato meno.
Il giornalino d’istituto, in rigorosa forma web, è un progetto che ha continuità ormai da quasi cinque anni: era nato puramente come iniziativa di alcuni studenti che si erano organizzati autonomamente. La dirigente scolastica, venuta a conoscenza dell’iniziativa, propose loro di strutturarlo e avviare un progetto scolastico, che ha debuttato nei primi mesi del 2020
Poi, come noto, la pandemia ha rallentato i lavori, ma l’entusiasmo non si è spento e ogni anno escono al massimo 4-5 numeri. “Di fatto cerchiamo di non stare mai troppo tempo senza pubblicazione e ci attiviamo quando capiamo che le persone coinvolte hanno qualcosa da dire. – spiega il professor Puglia - Facciamo una riunione preliminare in presenza per buttare le idee e un consuntivo a posteriori dove spesso impostiamo il numero successivo. In questo momento non seguiamo un filo conduttore. In passato lo facevamo, ma mi sono accorto che risultava artificioso. Dallo scorso anno, quindi, abbiamo abbandonato l’idea del numero tematico. Spesso i ragazzi si lasciano interrogare da quello che succede nell’attività della scuola ma anche fuori”. Sono un esempio, nel precedente numero, la lettera scritta a Giulia Cecchetin, vittima di femminicidio o una considerazione sul Natale andando oltre l’aspetto consumistico.
Gli articoli sono per gran parte redatti dai ragazzi che compongono il team di redazione, ma capita anche che vengano ospitati contributi esterni, di giovani che non collaborano stabilmente con il giornalino, come è accaduto per il racconto di un’esperienza Erasmus. Trattandosi di un giornalino scolastico, c’è un ricambio ma capita che ex allievi, una volta diplomati, coltivano in maniera sporadica la collaborazione, inviando articoli da pubblicare.
“L’idea che cerco di tenere fissa è che il giornalino sia un canale espressivo loro, con un contributo libero e non assegnato. Per parte mia, faccio il correttore di bozze e li aiuto ad esprimere quello che vogliono dire”. Insomma, il progetto è ormai ben navigato tra i ragazzi, che hanno anche la possibilità di usare, oltre ai social, anche questo canale espressivo in cui le emozioni, i pensieri, le riflessioni vengono espresse tramite la scrittura.
Il taglio degli articoli non è quello della cronaca, all’interno dei quali si perderebbero le emozioni vissute, che è invece stato il fulcro attorno al quale è stato costruito ogni testo.
“I ragazzi non hanno avuto modo di presenziare a tutti gli approfondimenti, anche se hanno fatto da reporter – ha spiegato il docente – Prima della settimana hanno fatto una riunione di redazione, cercando di dividersi la presenza tra i vari approfondimenti e, dove non presenti, si sono fatti raccontare le impressioni da altri. Il risultato non è un giornale documentaristico, ma l’occasione per raccontare quello che li colpiti e li ha fatti riflettere. Avendo la pagina Instagram d’istituto, nei giorni della settimana di pausa, i ragazzi hanno fatto una copertura social. Lo scopo del giornalino vuole essere un momento per argomentare le proprie riflessioni”.
I ragazzi sono molto chiari sui contenuti pubblicati in questa edizione: “Questo numero contiene le considerazioni (personali, ovviamente, come ogni considerazione), che ciascun ragazzo o ragazza della redazione ha fatto a seguito della esperienza vissuta in quella settimana: ciò che gli è piaciuto, le riflessioni che sono nate in loro, le criticità che hanno visto. Due precisazioni: non pretendiamo di aver “coperto” tutto il panorama di quanto è stato offerto in quei giorni (sicuramente ci sono state valide attività di cui in questi articoli non si parla) e ogni giudizio, da quelli più seri a quelli più scherzosi, non sono certo “la verità assoluta” …ma questo spazio del Giornalino esiste proprio perché chiunque lo desideri possa esprimere, in maniera argomentata, la propria opinione”.
Nel giornalino si trovano quindi approfondimenti, racconti degli incontri come quelli sul Charleston o i 50 anni di Hip Hop, ma anche riflessioni ed emozioni scaturite dalla partecipazione come quello sulla meditazione intitolato “fermati e prendi un respiro”. Infine, spazio anche a un articolo per raccontare gli spazi di miglioramento: “darkside”, lato oscuro, è una sintesi delle opinioni pervenute sulla settimana e sugli aspetti che hanno funzionato meno.
Il giornalino d’istituto, in rigorosa forma web, è un progetto che ha continuità ormai da quasi cinque anni: era nato puramente come iniziativa di alcuni studenti che si erano organizzati autonomamente. La dirigente scolastica, venuta a conoscenza dell’iniziativa, propose loro di strutturarlo e avviare un progetto scolastico, che ha debuttato nei primi mesi del 2020
Poi, come noto, la pandemia ha rallentato i lavori, ma l’entusiasmo non si è spento e ogni anno escono al massimo 4-5 numeri. “Di fatto cerchiamo di non stare mai troppo tempo senza pubblicazione e ci attiviamo quando capiamo che le persone coinvolte hanno qualcosa da dire. – spiega il professor Puglia - Facciamo una riunione preliminare in presenza per buttare le idee e un consuntivo a posteriori dove spesso impostiamo il numero successivo. In questo momento non seguiamo un filo conduttore. In passato lo facevamo, ma mi sono accorto che risultava artificioso. Dallo scorso anno, quindi, abbiamo abbandonato l’idea del numero tematico. Spesso i ragazzi si lasciano interrogare da quello che succede nell’attività della scuola ma anche fuori”. Sono un esempio, nel precedente numero, la lettera scritta a Giulia Cecchetin, vittima di femminicidio o una considerazione sul Natale andando oltre l’aspetto consumistico.
Gli articoli sono per gran parte redatti dai ragazzi che compongono il team di redazione, ma capita anche che vengano ospitati contributi esterni, di giovani che non collaborano stabilmente con il giornalino, come è accaduto per il racconto di un’esperienza Erasmus. Trattandosi di un giornalino scolastico, c’è un ricambio ma capita che ex allievi, una volta diplomati, coltivano in maniera sporadica la collaborazione, inviando articoli da pubblicare.
“L’idea che cerco di tenere fissa è che il giornalino sia un canale espressivo loro, con un contributo libero e non assegnato. Per parte mia, faccio il correttore di bozze e li aiuto ad esprimere quello che vogliono dire”. Insomma, il progetto è ormai ben navigato tra i ragazzi, che hanno anche la possibilità di usare, oltre ai social, anche questo canale espressivo in cui le emozioni, i pensieri, le riflessioni vengono espresse tramite la scrittura.
M.Mau.