Tavolo Sanità del meratese: chiude il punto nascite e muore lentamente il Mandic. E quelli che dicevano ''va tutto bene''?
Carta d’identità: Comune di Merate, nato il / /2024 a … No, a Merate non si nasce più per provvedimento dell’ASST su indicazione della Direzione Generale della Sanità regionale. 2 anni di riduzione dei parti sotto i 500 e si dispone la chiusura del Punto Nascita, attenendosi alle indicazioni OMS di minor sicurezza per riduzione della casistica complessa quando il numero di parti scende sotto una certa soglia. Ma come si è arrivati a tutto questo? L’Ospedale Civico nato nel 1845 dalla lungimiranza dei benefattori dei tempi passati e più recenti si occupava di garantire l’assistenza alla popolazione del meratese con particolare riguardo ai rischi della gravidanza nelle fasce più deboli.
Ma ora di tutto questo non c’è più bisogno sembrerebbe. La libera scelta del sistema sanitario regionale consente al cittadino di ottenere le prestazioni ove meglio crede. Come per altre specialità, si va incrementando la quota di persone costrette a pagare di tasca propria. Non è una questione di identità culturale, ma di sicurezza di un reparto di ostetricia ove la casistica era valida fino al 2021 con 489 parti (in pieno Covid) ed è improvvisamente precipitata al punto da disporne la chiusura (calo di oltre il 70% dei parti dal 2015 al 2022 a fronte di un calo del tasso di natalità del 25%). Le oltre 700 donne ogni anno del bacino del meratese in gravidanza dovranno cercarsi un'altra strada.
Se il Mandic fosse un Ospedale privato, una avveduta dirigenza negli anni prevedenti si sarebbe subito preoccupata del calo di utenza e avrebbe posto in atto provvedimenti tempestivi potenziando la rete territoriale consultoriale e consolidando la dotazione organica. Invece il Mandic è un ospedale pubblico e la gestione programmatoria più volte sollecitata nel periodo Favini trovava “rassicuranti risposte” di assoluta valorizzazione del nosocomio meratese.
Ora, dopo 2 anni di assenza di provvedimenti correttivi gestionali, andiamo all’incasso e perdiamo un punto strategico per la sopravvivenza del Mandic. Il prossimo reparto a rischio sarà la Pediatria, già martoriata da dimissioni di primari e copertura di personale sanitario a mezzo di cooperativa con scadenza di contratto il 19/06/2024. E non è che gli altri reparti in quanto a personale godano di buona salute…
Dunque, questo il Piano per il Mandic: 2023 non più riattivata la Psichiatria, 2024 chiusura del Punto Nascita, 2025?
L’aspetto preoccupante è metodologico. In ASST non si affrontano i problemi in modo scientifico secondo i principi di risk management analizzando tempestivamente i dati a fronte di criticità, ricercando e individuando le cause e assumendo i provvedimenti correttivi utili a restituire l’efficienza dei reparti… si lascia morire di morte propria l’offerta sanitaria senza affrontarla in modo organico a livello dipartimentale, ossia valutando la capacità di risposta integrata tra i 2 presidi di Lecco e Merate. A questo sono deputati i Direttori di Presidio, i Direttori di Dipartimento Materno Infantile e la Direzione Aziendale che governa l’organizzazione dell’intera ASST. Chi deve pagare per tutto questo? I cittadini del meratese che vedono lentamente declassare il proprio ospedale con la progressiva perdita di reparti: si rischia di passare da struttura di 1° Livello ad Ospedale di Base ove alle ore 20 chiude il Pronto Soccorso e restano solo servizi di guardia attiva. Meno hai, e meno ha senso tenere aperta la struttura. Il depauperamento di Merate, inoltre, prelude un carico non gestibile su Lecco che incomincia a denunciare difficoltà (vedi la Psichiatria).
Il Tavolo Sanità, nato dall’impego di un gruppo di sanitari, amministratori, cittadini e sostenuto dal PD meratese e provinciale anche per forte volontà dell’ex segretario Mattia Salvioni e oggi Candidato Sindaco, ha già denunciato più volte nel 2023 l’emergenza Mandic con numerose iniziative: il Questionario online #la salute per tutti che ha visto rispondere oltre 500 cittadini sulle difficoltà di accedere alle prestazioni, la raccolta di 12.000 firme nell’autunno 2023 per la campagna “Salviamo l’Ospedale di Merate” culminata il 14 ottobre con un flashmob in piazza a Merate, ripetute interrogazioni regionali e alla Direzione ASST del Consigliere Gian Mario Fragomeli.
L’elemento di azione decisivo che ha portato l’attenzione dell’Assessore regionale al Welfare Bertolaso è stato il documento condiviso con tutti i Sindaci del territorio che, a fronte di elementi obiettivi di progressivo depauperamento del Mandic, chiedeva esplicitamente il mantenimento degli standard di ospedale di 1° livello e un vero Piano di rilancio e l’interlocuzione con l’Assessore al Welfare.
Bertolaso ha incontrato i Sindaci a dicembre 2023 impegnandosi ad un nuovo confronto su concrete proposte con l’inizio del 2024. Lo stiamo ancora aspettando… e intanto il nuovo Direttore ASST Trivelli ci porta la lieta novella della preannunciata chiusura del Punto Nascite senza alcun tentativo di progetto di rilancio come proposto dai Sindaci e con la prospettiva di prossimi ridimensionamenti in altri reparti come visto.
Dunque, la situazione del Mandic sembra di nuovo precipitare e occorre mantenere alta l’attenzione di tutti, cittadini ed amministratori. Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo lottare a difesa del nostro Ospedale, mettere in campo nuove iniziative. Occorre l’impegno e la sensibilità di tutti i cittadini a difesa di un bene che scandirà la qualità di vita e il benessere del nostro territorio negli anni a venire. Qualcuno, prima di noi, ci ha affidato il Mandic. Dobbiamo conservarlo e valorizzarlo a tutela delle future generazioni.
Ma ora di tutto questo non c’è più bisogno sembrerebbe. La libera scelta del sistema sanitario regionale consente al cittadino di ottenere le prestazioni ove meglio crede. Come per altre specialità, si va incrementando la quota di persone costrette a pagare di tasca propria. Non è una questione di identità culturale, ma di sicurezza di un reparto di ostetricia ove la casistica era valida fino al 2021 con 489 parti (in pieno Covid) ed è improvvisamente precipitata al punto da disporne la chiusura (calo di oltre il 70% dei parti dal 2015 al 2022 a fronte di un calo del tasso di natalità del 25%). Le oltre 700 donne ogni anno del bacino del meratese in gravidanza dovranno cercarsi un'altra strada.
Se il Mandic fosse un Ospedale privato, una avveduta dirigenza negli anni prevedenti si sarebbe subito preoccupata del calo di utenza e avrebbe posto in atto provvedimenti tempestivi potenziando la rete territoriale consultoriale e consolidando la dotazione organica. Invece il Mandic è un ospedale pubblico e la gestione programmatoria più volte sollecitata nel periodo Favini trovava “rassicuranti risposte” di assoluta valorizzazione del nosocomio meratese.
Ora, dopo 2 anni di assenza di provvedimenti correttivi gestionali, andiamo all’incasso e perdiamo un punto strategico per la sopravvivenza del Mandic. Il prossimo reparto a rischio sarà la Pediatria, già martoriata da dimissioni di primari e copertura di personale sanitario a mezzo di cooperativa con scadenza di contratto il 19/06/2024. E non è che gli altri reparti in quanto a personale godano di buona salute…
Dunque, questo il Piano per il Mandic: 2023 non più riattivata la Psichiatria, 2024 chiusura del Punto Nascita, 2025?
L’aspetto preoccupante è metodologico. In ASST non si affrontano i problemi in modo scientifico secondo i principi di risk management analizzando tempestivamente i dati a fronte di criticità, ricercando e individuando le cause e assumendo i provvedimenti correttivi utili a restituire l’efficienza dei reparti… si lascia morire di morte propria l’offerta sanitaria senza affrontarla in modo organico a livello dipartimentale, ossia valutando la capacità di risposta integrata tra i 2 presidi di Lecco e Merate. A questo sono deputati i Direttori di Presidio, i Direttori di Dipartimento Materno Infantile e la Direzione Aziendale che governa l’organizzazione dell’intera ASST. Chi deve pagare per tutto questo? I cittadini del meratese che vedono lentamente declassare il proprio ospedale con la progressiva perdita di reparti: si rischia di passare da struttura di 1° Livello ad Ospedale di Base ove alle ore 20 chiude il Pronto Soccorso e restano solo servizi di guardia attiva. Meno hai, e meno ha senso tenere aperta la struttura. Il depauperamento di Merate, inoltre, prelude un carico non gestibile su Lecco che incomincia a denunciare difficoltà (vedi la Psichiatria).
Il Tavolo Sanità, nato dall’impego di un gruppo di sanitari, amministratori, cittadini e sostenuto dal PD meratese e provinciale anche per forte volontà dell’ex segretario Mattia Salvioni e oggi Candidato Sindaco, ha già denunciato più volte nel 2023 l’emergenza Mandic con numerose iniziative: il Questionario online #la salute per tutti che ha visto rispondere oltre 500 cittadini sulle difficoltà di accedere alle prestazioni, la raccolta di 12.000 firme nell’autunno 2023 per la campagna “Salviamo l’Ospedale di Merate” culminata il 14 ottobre con un flashmob in piazza a Merate, ripetute interrogazioni regionali e alla Direzione ASST del Consigliere Gian Mario Fragomeli.
L’elemento di azione decisivo che ha portato l’attenzione dell’Assessore regionale al Welfare Bertolaso è stato il documento condiviso con tutti i Sindaci del territorio che, a fronte di elementi obiettivi di progressivo depauperamento del Mandic, chiedeva esplicitamente il mantenimento degli standard di ospedale di 1° livello e un vero Piano di rilancio e l’interlocuzione con l’Assessore al Welfare.
Bertolaso ha incontrato i Sindaci a dicembre 2023 impegnandosi ad un nuovo confronto su concrete proposte con l’inizio del 2024. Lo stiamo ancora aspettando… e intanto il nuovo Direttore ASST Trivelli ci porta la lieta novella della preannunciata chiusura del Punto Nascite senza alcun tentativo di progetto di rilancio come proposto dai Sindaci e con la prospettiva di prossimi ridimensionamenti in altri reparti come visto.
Dunque, la situazione del Mandic sembra di nuovo precipitare e occorre mantenere alta l’attenzione di tutti, cittadini ed amministratori. Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo lottare a difesa del nostro Ospedale, mettere in campo nuove iniziative. Occorre l’impegno e la sensibilità di tutti i cittadini a difesa di un bene che scandirà la qualità di vita e il benessere del nostro territorio negli anni a venire. Qualcuno, prima di noi, ci ha affidato il Mandic. Dobbiamo conservarlo e valorizzarlo a tutela delle future generazioni.
Il Tavolo Sanità del Meratese