Missaglia: a due anni dall'arrivo in Italia dall'Ucraina, Anastasiia e Olga ringraziano per il sostegno

Quando erano a approdate a Missaglia, poco meno di due anni fa, probabilmente non si aspettavano di rimanere così a lungo nel nostro Paese. La Russia aveva appena attaccato l'Ucraina e la prima cosa da fare, in quel contesto di paura e di incertezza, era mettere al riparo la propria famiglia, soprattutto i bambini.
In Brianza Anastasiia e Olga hanno trovato una comunità attenta e disponibile nella quale sono riuscite ad integrarsi rapidamente. Non per nulla oggi pomeriggio le due donne ucraine - dalla storia molto simile, seppur incontratesi qui in Italia per caso - si sono date appuntamento nel cortile esterno della biblioteca Francesco Cherubini, fra Via Merlini e Piazza Libertà, per dire pubblicamente grazie per l'aiuto sin qui ricevuto, chiedendo al contempo ulteriore sostegno a favore del proprio Paese. Anche perchè, a due anni dallo scoppio del conflitto, la fine di questo orrore non sembra per nulla vicina purtroppo.
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Le due giovani donne ucraine con i loro bambini

''Siamo arrivate nel marzo 2022 con i nostri figli'' il racconto di Anastasiia e Olga, che hanno trovato ospitalità in due appartamenti in centro paese, messi a loro disposizione dai proprietari. Seppur all'inizio non sia stato semplice, le giovani donne sono riuscite ad integrarsi senza particolari problemi: iscritti i figli a scuola, è poi partita la ricerca di un'occupazione. 
''Svolgo pulizie domestiche'' ci ha detto Anastasiia, due figli iscritti alla scuola primaria Teodoro Moneta, che in Ucraina risiedeva a Mykolaiv, dove ancora vive parte della sua famiglia. ''Mia mamma è a Milano da vent'anni e dopo una serie di ricerche è riuscita a trovare una famiglia di qui che mi ha concesso un alloggio''.
Olga invece, proviene dalla regione di Kiev, la capitale. ''Sono arrivata a Missaglia tramite alcune conoscenze legate all'azienda per cui lavoravo in Ucraina'' ci ha raccontato la donna, mamma di tre ragazzi di cui il più grande rimasto in patria, che qui ha trovato un impiego come magazziniera.
''Ci troviamo molto bene: tutti sono stati da subito disponibili, in particolare le insegnanti che hanno accolto benissimo i nostri figli. I più piccoli hanno iniziato a frequentare la scuola dell'infanzia di Lomaniga per poi passare alla primaria Teodoro Moneta'' le parole delle due donne, ben inserite anche nel contesto associativo dopo aver iscritto i bambini e ragazzi ai corsi di ginnastica artistica, pallavolo e al CAI.
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Del resto se la data di arrivo in Italia ormai è storia, non si sa quando potranno fare rientro nel loro Paese, dove il clima è ancora tesissimo. ''I bombardamenti sono ormai continui e hanno interessato anche le comunità in cui viviamo'' ci hanno detto, riferendosi ad una situazione di piena incertezza sul futuro. ''Non sappiamo cosa accadrà: temiamo per le nostre famiglie e i nostri mariti rimasti in Ucraina''. Da quando sono arrivate in Italia, Anastasiia e Olga hanno potuto rivedere i consorti solo una manciata di volte; talvolta l'incontro è avvenuto al confine con la Romania, stante la difficoltà da parte di entrambi nel lasciare il Paese. 
Una situazione non semplice dunque; eppure le due giovani donne sono profondamente grate alla comunità per il sostegno ricevuto e questo sentimento hanno voluto esternarlo attraverso la loro presenza quest'oggi all'esterno della biblioteca, disponibili a raccontare la loro storia personale. Accanto al cartello di ringraziamento al nostro Paese per l'aiuto fornito, anche l'immagine dipinta del cane anti-mine Patron, divenuto nel frattempo un vero e proprio simbolo della guerra in Ucraina.
G.C.
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