Oggiono: un momento di intrattenimento e riflessione in occasione dell’8 marzo
Musica e spettacolo sono state le forme d’arte prescelte dal Comune di Oggiono per celebrare la festa della donna, venerdì 8 marzo. Il concerto, che ha avuto luogo nell’auditorium presso l’ICS Marco d’Oggiono, è stato scaldato dalla voce di Chiara Amati, accompagnata al pianoforte da Marco Mattaliano e dal violoncello di Giacomo Molteni, insieme alle coreografie di Martina di Riccio.
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''Do il benvenuto a tutte e a tutti - ha esordito Giovanni Corti, assessore all’istruzione e alla cultura, nella presentazione introduttiva - e vi ringrazio di cuore per essere qui presenti a questa serata dedicata alle donne di tutto il mondo. Tra queste, vorrei ricordare anche quelle che non festeggeranno o non hanno festeggiato, per esempio coloro che sono in Ucraina o in territori di guerra, alle donne africane che si trovano, con i loro figli, su qualche barcone, in un momento difficile e doloroso''.
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''Con questo pensiero vorrei presentarvi grandi interpreti che indagheranno la forza e la resilienza, l’amore incondizionato, caratteristiche centrali di questa società. Altre, invece, vogliono mettere in luce situazioni di violenza e di discriminazione che le donne vivono quotidianamente, purtroppo, ancora attuali, come dimostrano i fatti di cronaca'' ha aggiunto.
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Questa ricorrenza, inoltre, rappresenta un’importante occasione per riflettere anche sulle conquiste sociali delle donne, sui diritti e su come questo percorso non sia ancora del tutto completato. In modo particolare, i temi affrontati nel corso delle esibizioni hanno compreso gli affetti, il tradimento, l’abbandono ed esperienze significative nella vita di giovani ragazze. A rappresentare questi valori sono state due artiste, Edith Piaf e Milva, emblemi di libertà, resilienza e forza, omaggiate dalla scelta musicale degli anni 40 e 50 del secolo scorso.
![1709976071141.jpg (72 KB)](/public/filemanager/pub_files/2024/Marzo/1709976071141.jpg)
''Vorremmo presentare la prima tematica con la presentazione di una canzone'' ha proseguito l’assessore. ''Era un pomeriggio di maggio del 1945, in un bar sugli Champs Elysée, quando è nata l’idea per questo brano. La giovane canticchiava il suono, ma i versi mancano, così come il titolo: da quel momento inizia a scrivere su un pezzo di carta il testo, fino ad arrivare a concepire La vie en rose. Dedica questo successo a un’amica, sfortunata in amore, forse perché troppo eccessiva ed esigente, al centro di rapporti difficili e tragici, ai quali ha donato tutta se stessa''.
![1709976071131.jpg (98 KB)](/public/filemanager/pub_files/2024/Marzo/1709976071131.jpg)
Con questo primo componimento si è aperta la serata lungo le tappe principali di queste due giovani di grande fama e talento, come omaggio non solo al loro percorso artistico, ma anche a quello delle donne nella società.
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''Do il benvenuto a tutte e a tutti - ha esordito Giovanni Corti, assessore all’istruzione e alla cultura, nella presentazione introduttiva - e vi ringrazio di cuore per essere qui presenti a questa serata dedicata alle donne di tutto il mondo. Tra queste, vorrei ricordare anche quelle che non festeggeranno o non hanno festeggiato, per esempio coloro che sono in Ucraina o in territori di guerra, alle donne africane che si trovano, con i loro figli, su qualche barcone, in un momento difficile e doloroso''.
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''Con questo pensiero vorrei presentarvi grandi interpreti che indagheranno la forza e la resilienza, l’amore incondizionato, caratteristiche centrali di questa società. Altre, invece, vogliono mettere in luce situazioni di violenza e di discriminazione che le donne vivono quotidianamente, purtroppo, ancora attuali, come dimostrano i fatti di cronaca'' ha aggiunto.
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Questa ricorrenza, inoltre, rappresenta un’importante occasione per riflettere anche sulle conquiste sociali delle donne, sui diritti e su come questo percorso non sia ancora del tutto completato. In modo particolare, i temi affrontati nel corso delle esibizioni hanno compreso gli affetti, il tradimento, l’abbandono ed esperienze significative nella vita di giovani ragazze. A rappresentare questi valori sono state due artiste, Edith Piaf e Milva, emblemi di libertà, resilienza e forza, omaggiate dalla scelta musicale degli anni 40 e 50 del secolo scorso.
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''Vorremmo presentare la prima tematica con la presentazione di una canzone'' ha proseguito l’assessore. ''Era un pomeriggio di maggio del 1945, in un bar sugli Champs Elysée, quando è nata l’idea per questo brano. La giovane canticchiava il suono, ma i versi mancano, così come il titolo: da quel momento inizia a scrivere su un pezzo di carta il testo, fino ad arrivare a concepire La vie en rose. Dedica questo successo a un’amica, sfortunata in amore, forse perché troppo eccessiva ed esigente, al centro di rapporti difficili e tragici, ai quali ha donato tutta se stessa''.
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Con questo primo componimento si è aperta la serata lungo le tappe principali di queste due giovani di grande fama e talento, come omaggio non solo al loro percorso artistico, ma anche a quello delle donne nella società.
V.I.