Casatenovo celebra Alberto Manzi, docente. Con il suo programma TV ''formò'' milioni di italiani
La televisione, insieme alla radio e - nella nostra epoca - ad internet, rappresenta uno dei più importanti canali di veicolazione di notizie, novità e avvenimenti che riguardano il nostro Paese. Lo stile di vita della popolazione ha subìto modifiche sostanziali e radicali dal momento in cui il televisore è stato introdotto nella nostra società. E come tutti gli ambiti che ne hanno segnato in modo indelebile lo sviluppo, anche la televisione ha avuto e continua tutt’ora ad avere i suoi protagonisti.
A questo proposito domenica 10 marzo è stato ricordato e celebrato Alberto Manzi, attraverso l'iniziativa ''Non è mai troppo tardi'', svoltasi presso la sala consiliare del municipio di Casatenovo a partire dalle ore 16. Ad organizzare l'evento, l'amministrazione comunale in collaborazione con Pro Loco e Atonga.
Ad accogliere il pubblico presente, i consiglieri comunali di Persone e Idee Enrica Baio e Fabio Crippa, i quali hanno ricordato come l'evento sia stato proposto in corrispondenza di due ricorrenze importanti: il centenario della nascita di Alberto Manzi e il 70° anniversario del primo programma trasmesso sulla Rai.
Relatore del pomeriggio è stato il professor Roberto Farnè, pedagogista e docente ordinario di Didattica generale presso l’Università di Bologna nonché autore di tre libri riguardanti Alberto Manzi e gli aspetti educativi della nostra società, rispettivamente nel 2003, 2007 e 2011.
Farnè ha toccato moltissimi temi interessanti e di grande attualità ma sempre legati concettualmente ed emotivamente alla figura del protagonista del pomeriggio. ''Quella odierna è la prima di una serie di occasioni in cui potrò parlare del grande Alberto Manzi. Io ho condotto degli studi riguardanti l’importanza educativa della TV in Italia. Ho avuto l’onore di incontrare e di intervistare Manzi e di raccogliere aneddoti ed esperienze che mi hanno permesso di tracciare un quadro completo della sua persona senza ridurlo al solo programma ''Non è mai troppo tardi'' che ne rappresenta la punta dell’iceberg. Alberto era un maestro severo e rigoroso, una figura caratterizzata da molte sfaccettature. Egli ha esercitato la professione di docente elementare per trent'anni in una scuola statale, ha condotto programmi riguardanti l’aggiornamento degli insegnanti e successivamente sull’insegnamento della lingua italiana per stranieri''.
Il professor Farnè ha poi focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’educazione: ''in un’epoca come quella attuale in cui frenesia e fretta fanno da padrone, ci dimentichiamo che l’educazione dei bambini è un processo lento e graduale. Nelle classi di Manzi l’apprendimento era di tipo induttivo e si basava su esperienze di vita quali gite e uscite al fine di stimolare continuamente la curiosità dei ragazzi e di mantenere viva la tensione emotiva''.
Manzi quindi, nella sua normalità, ha colto il modo più efficace e genuino per trasmettere i concetti ai propri alunni.
Il contributo televisivo dato dai suoi metodi di insegnamento è stato notevole. ''Erano stati organizzati dei provini per trovare un maestro adatto alla trasmissione promossa dalla Rai e dal Ministero dell’Istruzione. Il dirigente scolastico di Alberto lo aveva proposto per questo ruolo e il fatto che ci fa capire la personalità di questo maestro di scuola elementare è l’essersi assicurato, prima di fare il provino, che avrebbe potuto fare di testa sua e utilizzare i propri metodi senza seguire un copione già scritto. In particolare, in occasione del provino Manzi aveva chiesto dei grandi fogli di carta su cui disegnare, dando l’idea di produrre immagini in movimento che avrebbero stimolato l’attenzione del telespettatore'' ha aggiunto l'ospite.
A questo punto è stata proiettata una raccolta di filmati chiamata ''TV buona maestra'', titolo che segna l'importantissimo ruolo ricoperto da Manzi nel panorama della storia televisiva italiana. La trasmissione chiamata ''Non è mai troppo tardi'' fra il 1960 e il 1968 trasmessa dagli studi della Rai di Torino in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione era straordinariamente didattica ed istruttiva e ha rappresentato una delle punte di diamante dei palinsesti televisivi dell’epoca, ricoprendo un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione italiana e consentendo a circa mezzo milione di italiani di prendere la licenza elementare.
Dalla proiezione proposta è stato possibile notare la modernità dei metodi di insegnamento utilizzati da Manzi, quali filmati, supporti audio e dimostrazioni pratiche, dando vita ad una vera propria lezione scolastica nonché una specie di antenata delle moderne e attuali lezioni online proposte durante la pandemia.
Il professor Farnè ha poi ripreso parola per ricordare che l’introduzione di figure di supporto, nonché antenati di coloro che oggi chiamiamo tutor, hanno permesso di mettere in pratica a livello popolare i concetti spiegati da Manzi.
L’incontro si è concluso con una sessione di domande e risposte, in un interessante confronto con il pubblico intervenuto, fra i quali spiccavano anche molti insegnanti attivi a Casatenovo e nei comuni limitrofi.
A questo proposito domenica 10 marzo è stato ricordato e celebrato Alberto Manzi, attraverso l'iniziativa ''Non è mai troppo tardi'', svoltasi presso la sala consiliare del municipio di Casatenovo a partire dalle ore 16. Ad organizzare l'evento, l'amministrazione comunale in collaborazione con Pro Loco e Atonga.
Ad accogliere il pubblico presente, i consiglieri comunali di Persone e Idee Enrica Baio e Fabio Crippa, i quali hanno ricordato come l'evento sia stato proposto in corrispondenza di due ricorrenze importanti: il centenario della nascita di Alberto Manzi e il 70° anniversario del primo programma trasmesso sulla Rai.
Relatore del pomeriggio è stato il professor Roberto Farnè, pedagogista e docente ordinario di Didattica generale presso l’Università di Bologna nonché autore di tre libri riguardanti Alberto Manzi e gli aspetti educativi della nostra società, rispettivamente nel 2003, 2007 e 2011.
Farnè ha toccato moltissimi temi interessanti e di grande attualità ma sempre legati concettualmente ed emotivamente alla figura del protagonista del pomeriggio. ''Quella odierna è la prima di una serie di occasioni in cui potrò parlare del grande Alberto Manzi. Io ho condotto degli studi riguardanti l’importanza educativa della TV in Italia. Ho avuto l’onore di incontrare e di intervistare Manzi e di raccogliere aneddoti ed esperienze che mi hanno permesso di tracciare un quadro completo della sua persona senza ridurlo al solo programma ''Non è mai troppo tardi'' che ne rappresenta la punta dell’iceberg. Alberto era un maestro severo e rigoroso, una figura caratterizzata da molte sfaccettature. Egli ha esercitato la professione di docente elementare per trent'anni in una scuola statale, ha condotto programmi riguardanti l’aggiornamento degli insegnanti e successivamente sull’insegnamento della lingua italiana per stranieri''.
Il professor Farnè ha poi focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’educazione: ''in un’epoca come quella attuale in cui frenesia e fretta fanno da padrone, ci dimentichiamo che l’educazione dei bambini è un processo lento e graduale. Nelle classi di Manzi l’apprendimento era di tipo induttivo e si basava su esperienze di vita quali gite e uscite al fine di stimolare continuamente la curiosità dei ragazzi e di mantenere viva la tensione emotiva''.
Manzi quindi, nella sua normalità, ha colto il modo più efficace e genuino per trasmettere i concetti ai propri alunni.
Il contributo televisivo dato dai suoi metodi di insegnamento è stato notevole. ''Erano stati organizzati dei provini per trovare un maestro adatto alla trasmissione promossa dalla Rai e dal Ministero dell’Istruzione. Il dirigente scolastico di Alberto lo aveva proposto per questo ruolo e il fatto che ci fa capire la personalità di questo maestro di scuola elementare è l’essersi assicurato, prima di fare il provino, che avrebbe potuto fare di testa sua e utilizzare i propri metodi senza seguire un copione già scritto. In particolare, in occasione del provino Manzi aveva chiesto dei grandi fogli di carta su cui disegnare, dando l’idea di produrre immagini in movimento che avrebbero stimolato l’attenzione del telespettatore'' ha aggiunto l'ospite.
A questo punto è stata proiettata una raccolta di filmati chiamata ''TV buona maestra'', titolo che segna l'importantissimo ruolo ricoperto da Manzi nel panorama della storia televisiva italiana. La trasmissione chiamata ''Non è mai troppo tardi'' fra il 1960 e il 1968 trasmessa dagli studi della Rai di Torino in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione era straordinariamente didattica ed istruttiva e ha rappresentato una delle punte di diamante dei palinsesti televisivi dell’epoca, ricoprendo un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione italiana e consentendo a circa mezzo milione di italiani di prendere la licenza elementare.
Dalla proiezione proposta è stato possibile notare la modernità dei metodi di insegnamento utilizzati da Manzi, quali filmati, supporti audio e dimostrazioni pratiche, dando vita ad una vera propria lezione scolastica nonché una specie di antenata delle moderne e attuali lezioni online proposte durante la pandemia.
Il professor Farnè ha poi ripreso parola per ricordare che l’introduzione di figure di supporto, nonché antenati di coloro che oggi chiamiamo tutor, hanno permesso di mettere in pratica a livello popolare i concetti spiegati da Manzi.
L’incontro si è concluso con una sessione di domande e risposte, in un interessante confronto con il pubblico intervenuto, fra i quali spiccavano anche molti insegnanti attivi a Casatenovo e nei comuni limitrofi.
M.G.