De Andrè ''tradotto'' in dialetto lombardo da Renato Ornaghi

È possibile immaginare le canzoni di ''Creuza de mä'', album di Fabrizio De André, cantate in lombardo al posto che in genovese? La risposta è sì. Grazie al nuovo lavoro del monticellese Renato Ornaghi che ha ''tradotto'' il celebre album di De André canato in genovese nella ''lingua lombarda'' e ''meneghina''.
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Un’idea nata in occasione del 40esimo anniversario dalla pubblicazione di ''Creuza de mä'' (1984-2004) che Ornaghi ha sviluppato dando vita all’album ''Sentee de mar''. Un cd accompagnato da un libro. Un lavoro non facile, definito dallo stesso Ornaghi come ''delicato'' alla luce della necessità di ''trasportare le atmosfere marinare di Genova nella lingua di un’etnia, quella insubre, che il mare lo vede soltanto da lontano''.
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La ''traduzione'' dei testi è stata seguita da un importante arrangiamento delle musiche. Impossibile, infatti, associare le sonorità dell’album originale e le sue atmosfere mediterranee e genovesi alle ''tinte continentali e metropolitane''. Realtà, quella milanese, che non è comunque priva dell’acqua. Ornaghi ha preso spunto dalla rete di canali di navigazione tipicamente metropolitana e padana, quella dei navigli, per tracciare un’associazione musicale fra le due città di Genova e Milano.
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Il lavoro di Ornaghi si conclude con un libro ''didattico'' voluto per ''mostrare che la lingua meneghina può tornare a essere un idioma a tutto tondo, senza subalternità o complessi di inferiorità con altre lingue ufficiali del mondo''. Ad aiutare Ornaghi in questo lavoro è stato il Circolo Filologico Milanese dove ''Sentee de mar'' verrà presentato il prossimo sabato 16 marzo alle ore 17.
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