Perplessità sul nuovo progetto per Bevera e Gandaloglio
Siamo perplessi sulla proposta di un nuovo progetto per i torrenti Bevera e Gandaloglio a Molteno, per il quale si prevede uno stanziamento economico di 800 mila euro da parte della Regione.
Lo diciamo in merito all'esito dell'incontro, reso pubblico dal sindaco di Molteno, il quale si sarebbe visto coi tecnici di Regione Lombardia per la possibilità di realizzare un by-pass tra i torrenti Bevera e Gandaloglio, per la protezione del nucleo abitato di Molteno.
Noi continuiamo a ribadire le nostre perplessità sulla logica con cui si vuole affrontare la gestione dei torrenti e dei rischi di allagamento. La realizzazione di un by-pass risponde solo alla solita logica, puramente idraulica ed ingegneristica, di spostare l'acqua da un punto all'altro, senza risolvere le vere cause all'origine dei rischi derivanti dalle esondazioni, cause che invece vanno cercate nell'eccessiva cementificazione del territorio, soprattutto nelle aree vicine ai corsi d'acqua. Purtroppo la stessa logica, di natura solo idraulica, la si sta applicando con le vasche di laminazione in località Redaella sul torrente Gandaloglio.
Invece la vera soluzione passa anzitutto dal porre un vincolo urbanistico per mantenere libere (cioè non edificabili) tutte le zone di esondazione naturale dei torrenti, attraverso lo stop al consumo di suolo. Cosa che non vediamo negli strumenti urbanistici dei comuni del territorio e in particolare di Molteno che, lo ricordiamo, ha il record di cementificazione in provincia di Lecco e il cui PGT vigente prevede ulteriori edificazioni anche in aree prossime ai torrenti!
Se poi si deve ragionare in termini di priorità negli interventi di 'messa in sicurezza', se Regione Lombardia ha dei soldi da stanziale, ebbene questi li si potrebbero utilizzare per risolvere il vero e unico nodo idraulico sui torrenti, ovvero l'area della ex Segalini, costruita proprio sopra la confluenza tra i torrenti Bevera e Gandaloglio. Con quello stanziamento economico si potrebbe acquisire o espropriare quella porzione della ex Segalini, per poi procedere con la demolizione della parte di capannone liberando l'area di confluenza tra i due torrenti in modo che venga rinaturalizzata, creando un'area verde a cielo aperto proprio in corrispondenza della confluenza a 'Y'.
Invece qui ci sembra che si stia pensando - ancora una volta - alla soluzione apparentemente più 'comoda': scavare un nuovo canale artificiale - oltretutto tagliando in due una preziosa area agricola - con un by-pass che, ripetiamo, non si capisce come potrebbe risolvere il problema degli allagamenti. Infatti col nuovo by-pass, le acque di piena del Bevera, anziché continuare nello stesso torrente verso il centro di Molteno, verrebbero fatte confluire nel Gandaloglio (il cui tratto finale passa altrettanto vicino ad alcune abitazioni di Molteno), dove però lo stesso volume di acqua verrebbe 'fermato' dalla soletta del capannone della ex Segalini. Quindi, col by-pass, avremmo una 'non' soluzione definitiva del problema, ma solo lo spostamento delle acque da un punto ad un altro...
Lo diciamo in merito all'esito dell'incontro, reso pubblico dal sindaco di Molteno, il quale si sarebbe visto coi tecnici di Regione Lombardia per la possibilità di realizzare un by-pass tra i torrenti Bevera e Gandaloglio, per la protezione del nucleo abitato di Molteno.
Noi continuiamo a ribadire le nostre perplessità sulla logica con cui si vuole affrontare la gestione dei torrenti e dei rischi di allagamento. La realizzazione di un by-pass risponde solo alla solita logica, puramente idraulica ed ingegneristica, di spostare l'acqua da un punto all'altro, senza risolvere le vere cause all'origine dei rischi derivanti dalle esondazioni, cause che invece vanno cercate nell'eccessiva cementificazione del territorio, soprattutto nelle aree vicine ai corsi d'acqua. Purtroppo la stessa logica, di natura solo idraulica, la si sta applicando con le vasche di laminazione in località Redaella sul torrente Gandaloglio.
Invece la vera soluzione passa anzitutto dal porre un vincolo urbanistico per mantenere libere (cioè non edificabili) tutte le zone di esondazione naturale dei torrenti, attraverso lo stop al consumo di suolo. Cosa che non vediamo negli strumenti urbanistici dei comuni del territorio e in particolare di Molteno che, lo ricordiamo, ha il record di cementificazione in provincia di Lecco e il cui PGT vigente prevede ulteriori edificazioni anche in aree prossime ai torrenti!
Se poi si deve ragionare in termini di priorità negli interventi di 'messa in sicurezza', se Regione Lombardia ha dei soldi da stanziale, ebbene questi li si potrebbero utilizzare per risolvere il vero e unico nodo idraulico sui torrenti, ovvero l'area della ex Segalini, costruita proprio sopra la confluenza tra i torrenti Bevera e Gandaloglio. Con quello stanziamento economico si potrebbe acquisire o espropriare quella porzione della ex Segalini, per poi procedere con la demolizione della parte di capannone liberando l'area di confluenza tra i due torrenti in modo che venga rinaturalizzata, creando un'area verde a cielo aperto proprio in corrispondenza della confluenza a 'Y'.
Invece qui ci sembra che si stia pensando - ancora una volta - alla soluzione apparentemente più 'comoda': scavare un nuovo canale artificiale - oltretutto tagliando in due una preziosa area agricola - con un by-pass che, ripetiamo, non si capisce come potrebbe risolvere il problema degli allagamenti. Infatti col nuovo by-pass, le acque di piena del Bevera, anziché continuare nello stesso torrente verso il centro di Molteno, verrebbero fatte confluire nel Gandaloglio (il cui tratto finale passa altrettanto vicino ad alcune abitazioni di Molteno), dove però lo stesso volume di acqua verrebbe 'fermato' dalla soletta del capannone della ex Segalini. Quindi, col by-pass, avremmo una 'non' soluzione definitiva del problema, ma solo lo spostamento delle acque da un punto ad un altro...
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"