''Troppi illetterati'' e 150 anni fa Cassina de' Bracchi da comune autonomo si unì a Casatenovo

Le elezioni sono uno degli argomenti di maggiore attualità in questo preciso periodo storico, soprattutto a Casatenovo. Nelle ultime settimane la chiamata alle urne del prossimo 8 e 9 giugno ha riservato qualche colpo di scena, catalizzando l'attenzione di molti. Ebbene, raccogliamo questo spunto per proporvi una curiosità locale, compiendo un balzo all'indietro di quasi due secoli...verso un passato ormai lontano. 
Alberto Cappellini nel suo volume ''Memorie storiche di Casatenovo'' racconta quel che accadde nel 1874, dunque 150 anni fa esatti. Sino a quell'anno infatti, Cassina de' Bracchi - una delle più significative frazioni casatesi - faceva Comune a sè; ma qualcosa improvvisamente cambiò proprio nell'anno sopra citato.
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Con delibere del 21 aprile, 21 giugno e 18 maggio, venne chiesta la fusione della piccola località con Casatenovo, per due ragioni essenzialmente. Da una parte c'è da dire che allora il paese contava solo 900 abitanti, dunque la popolazione non era particolarmente numerosa, seppur nemmeno esigua tenendo conto dell'epoca. Il maggiore ostacolo, tuttavia, era rappresentato dall'istruzione: i cittadini erano quasi tutti contadini e - come scriveva Cappellini - per la gran parte illetterati. Era dunque difficile trovare persone disponibili e capaci di sostenere il ruolo di amministratori comunali. La domanda di fusione fu firmata dall'allora sindaco di Cassina de' Bracchi, Gio Pietro Confalonieri e il decreto reale di aggregazione datato 1874: dal 1°gennaio dall'anno successivo, l'odierna frazione venne integrata ai confini di Casatenovo, dove sindaco era Carlo Triulzi.
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Lo stralcio del volume di Cappellini che riporta la curiosità storica

Una data che cambiò dunque gli equilibri amministrativi del territorio, se si considera che il borgo era riferimento anche per le odierne frazioni a sud del comune, comprendendo Galgiana, Rimoldo, Valaperta ed una piccola porzione di Rogoredo. Non a caso i suoi confini sono ancora oggi rintracciabili nelle mappe catastali e coincidono con la zona censuaria ''Cassina de’ Bracchi-CB'', distinta da quella di ''Casatenovo-CAS''. Un'automia persa appunto nel 1874 dopo la fusione con Casatenovo (che comprendeva oltre all'abitato principale, anche Campofiorenzo, Grassi, Modromeno, Torriggia, Verdura, Monteregio, e l'altra parte di Rogoredo appunto).
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Corte Grande, uno dei simboli della frazione

Pur essendo Cassina de' Bracchi una municipalità autonoma, la chiesa sorgeva sul territorio di Galgiana: la parrocchia di San Biagio è infatti una delle più antiche del territorio. Gli abitanti di Bracchi avevano più volte tentato di rivendicare il diritto ad averne una propria, senza ottenere nessun risultato concreto. Poco alla volta riuscirono però a spingere per la costruzione di una chiesa adeguata alle esigenze della frazione. A questo proposito la chiesa si Sant'Anna (alle spalle della quale ogni anno, a fine luglio, si tiene l'apprezzata festa della frazione) venne inaugurata il 26 luglio del 1930, dopo una storia molto complessa e particolare.
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La chiesa di Sant'Anni (foto tratta dal sito di Sentieri e Cascine)

Si tratta - come si legge sul sito di Sentieri e Cascine - di un edificio molto semplice ma ordinato, che accoglie all’interno una statua di buona fattura con la raffigurazione di Sant’Anna e sua figlia Maria, madre di Gesù. Una statua più antica della chiesa stessa; essa infatti, riporta la data del 1909 ed era inizialmente collocata in un oratorio al Montagnolo (piccolo borgo posto fra l’abitato di Bracchi e la Bernaga), presente dal 1645 ma che, nel tempo, si rivelò troppo piccolo per accogliere i fedeli della frazione. Questi ultimi parteciparono attivamente alla sua costruzione - supportati dagli abitanti delle località limitrofe -  trasportando con carri trainati da cavalli e asini, i materiali necessari quali sabbia e mattoni. A sostenere l'edificazione del luogo sacro, l'allora coadiutore don Salvatore Bagatti.
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G.C.
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