Cremella: un impegno amministrativo iniziato nel 1978 per Ave Pirovano che a giugno lascerà il municipio e la politica
Ultimi due mesi da sindaco per Ave Pirovano. Giunta ormai allo scadere del secondo mandato amministrativo, l'attuale prima cittadina di Cremella (nonchè presidente della conferenza permanente dei sindaci del Casatese) ha deciso di chiudere la lunga ed intensa esperienza al servizio del paese e più in generale del territorio. Non solo ha passato il testimone all'attuale assessore ai servizi sociali Cristina Brusadelli, candidato sindaco per la maggioranza uscente Cremella Unita: Pirovano ha infatti scelto di lasciare l'impegno attivo in municipio, che tanti sforzi le ha richiesto, ma altrettante soddisfazioni ha saputo regalarle. Le abbiamo dunque rivolto qualche domanda a chiusura di questi lunghi anni trascorsi in prima linea al servizio della cosa pubblica.
-Partiamo dal principio. Quando è iniziata la sua esperienza nell'amministrazione comunale?
Nel lontano 1978 sono entrata in lista con la DC. Divenne sindaco Guido Besana e ricevetti l’incarico in giunta come assessore supplente con delega ai servizi sociali. L’esperienza è continuata per due legislature, quindi sino al 1988, sempre nello stesso ruolo. Dopo una lunga pausa sono tornata in municipio nel 2004, ancora una volta in giunta accanto al sindaco Besana, nel frattempo richiamato e rieletto.
-Cosa è cambiato da allora?
Se penso ad oggi, 2024, dico che sono passate ere geologiche rispetto a due decenni fa. Negli anni Novanta le problematiche che l’amministrazione comunale era chiamata a risolvere e le modalità con cui si affrontavano erano totalmente diverse da quelle di oggi. Il personale (sempre in numero esiguo per la nostra realtà) ed il sindaco si confrontavano con le varie questioni in modo diretto, sempre con molto senso di responsabilità e a volte scrivendo di proprio pugno le risposte.
Ora la tecnologia ha portato benefici a tutti noi, ma ha invaso la pubblica amministrazione. Ogni richiesta ha un proprio percorso burocratico, a volte con passaggi complessi e lunghi; il personale è rimasto numericamente immutato come allora, ma maggiori sono le incombenze da assolvere.
-Nel 2014 il passaggio da assessore a sindaco: un impegno certamente più gravoso. Quali erano le sue sensazioni nei primi giorni e cosa si è rivelato più difficile delle aspettative?
I primi giorni non ti rendi conto dell’impegno che hai assunto, c’è entusiasmo e parecchia incoscienza. Sei contenta ed orgogliosa del consenso che i tuoi concittadini ti hanno riconosciuto insieme a tutta la squadra, poi vieni assorbita da mille incombenze che gli uffici ti richiedono per l’avvio della tua legislatura. Subito dopo arriva però il momento in cui percepisci che sei veramente tu al timone e che sei sola davanti alle decisioni importanti, pur avendo condiviso prima tutto con il gruppo. Si impara così ad essere sindaco.
La prima giunta, il primo consiglio comunale, la prima richiesta di colloquio, la gestione delle varie comunicazioni ti creano un po’ di ansia, poi impari ad affrontare e gestire qualsiasi situazione grazie ai consigli di chi ti ha preceduto, ai colleghi sindaci del territorio, ai consiglieri più esperti e non ultimo al supporto quotidiano dei dipendenti.
Difficili o complesse possono apparire all'inizio alcune tematiche che prima non hai mai affrontato, ma poi tutto si supera con l’impegno, lo studio, la conoscenza della nuova materia e soprattutto con la collaborazione del personale preposto.-Ci saranno state anche molte soddisfazioni: ce ne elenchi qualcuna...
Soddisfazioni, ricordi e iniziative piacevoli sono stati diversi in ambedue i mandati, perché ho sempre creduto fino in fondo all’obiettivo da perseguire. È vero, ci sono state molte soddisfazioni: le più gratificanti sono il riconoscimento, il saluto, il ringraziamento, il confronto che hai quando incontri una persona (anziano/a, giovane, genitore, bambino/a) o semplicemente dimostri vicinanza ai tuoi cittadini nei momenti tristi o felici della loro vita quotidiana.
Altre soddisfazioni sono le opere che siamo riusciti a realizzare e ne ricordo alcune: una Cremella più sicura grazie al rifacimento dei marciapiedi in via Battisti, in via Moro e del percorso ciclopedonale, delle aree gioco, l'installazione di telecamere e di lettori targhe in diversi punti del paese.
La nuova scuola primaria, con i lavori di ampliamento dell’edificio, messa in sicurezza, efficientamento energetico, rimozione di barriere architettoniche e sistemazione spazi esterni portati a termine in un anno scolastico.
Cittadinanza attiva, con il sindaco dei bambini della primaria e la consegna della Costituzione ai diciottenni. Infine le iniziative formative, culturali-artistiche-storiche e musicali condivise con il Consorzio Villa Greppi e altre associazioni.
-Cremella è uno dei comuni più piccoli del circondario: meno abitanti, ma anche meno dipendenti e risorse per l'amministrazione comunale. Quanto questi elementi hanno inciso nel portare avanti la quotidiana attività al servizio del paese?
E' tutto vero ciò che affermate: pochi abitanti, pochi dipendenti (solo cinque in pianta organica) ma garantiamo tutti i servizi ai cittadini come i comuni limitrofi attraverso appalti esterni, convenzioni con i comuni, partecipazioni alle nostre aziende-società. Tutto questo grazie alla lungimiranza di chi mi ha preceduto che ha creato i presupposti, riconoscendo le potenzialità e le risorse in un’area più vasta.
Evidenzio però che i nostri dipendenti comunali sono sempre stati collaborativi e disponibili al confronto con i colleghi dei comuni vicini; infatti, con le diverse amministrazione comunali confinanti, abbiamo in essere accordi per la gestione-organizzazione di vari servizi. Dalla mensa, alla biblioteca, ma anche trasporto scolastico e sociale, protezione civile, polizia locale.
-Quanto si è fatta sentire l'assenza di una minoranza in questi dieci anni?
In un sistema democratico un'opposizione costruttiva porta un arricchimento alle scelte effettuate: tutto questo nei due mandati è mancato.
-Da ex insegnante ha sempre profuso particolare impegno e attenzione al mondo della scuola e l'ampliamento dell'edificio scolastico è stata l'opera più importante di questo secondo mandato. E' soddisfatta del risultato?
Sì, sono molto soddisfatta e orgogliosa dell’obiettivo raggiunto. Ribadisco la mia ferma convinzione nel valore dell’istituzione Scuola in generale e ritengo fondamentale la Scuola Primaria nella formazione dei futuri cittadini, pertanto un Paese senza questo perde gradualmente la sua identità.
La nostra scuola primaria necessitava di essere messa a norma, di avere spazi più adeguati anche per la comunità, per cui abbiamo predisposto nel primo mandato il progetto definitivo per poter partecipare ai bandi ministeriali. Purtroppo il finanziamento è stato confermato nel secondo mandato e con l’aumento dei prezzi si sono dovute rivedere alcune scelte, ma sostanzialmente abbiamo raggiunto il risultato: una scuola sicura, ristrutturata, ampliata e rinnovata con materiali sostenibili ed energicamente molto efficienti
Tutto questo grazie ai fondi ministeriali, regionali e comunali e alle diverse competenze lavorative che con determinazione hanno lavorato intensamente per portare a termine il risultato nei tempi stabiliti.
Infatti solo per un anno la nostra scuola primaria è stata trasferita a Barzanò presso i locali della scuola media consortile e di questo noi siamo stati i pionieri.
Non sono mancate le difficoltà nelle diverse fasi della sua realizzazione e ripensando a tutto l’iter mi tornano alla mente momenti di sconforto (la gara deserta, la ricerca di spazi adeguati per garantire l’anno scolastico, il fermo lavori o i rallentamenti per vari motivi, le critiche…), poi tutto si è annullato ammirando l’opera finita, ricordando la festa della riapertura e potendo nuovamente ascoltare quotidianamente le voci degli alunni nel cortile.-C'è stato invece qualcosa che si rammarica di non essere riuscita a fare?
Ho cercato con la squadra di impegnarmi al massimo per realizzare tutto il programma, naturalmente alcune attese non sono state raggiunte. Avremmo potuto fare di più e meglio, ma tutto ciò che abbiamo portato avanti lo abbiamo fatto con passione, onestà, lottando contro la mancanza di risorse e confrontandoci con la burocrazia.
Il rammarico è non aver iniziato la revisione del PGT (Piano di Governo del Territorio).
-Negli ultimi anni è stata anche presidente della conferenza permanente dei sindaci del casatese. Quali sono stati gli obiettivi che l'hanno guidata nel portare avanti questo importante ruolo?
Ho avuto l’onore di guidare per due anni questo organismo. È stata un’esperienza arricchente e impegnativa e mi ha sostenuta lo spirito di creare sempre situazioni per stare uniti ad affrontare insieme le sfide attuali e future, al di là dei simboli politici di ogni amministrazione.
-Cosa le mancherà di questi anni, spesi in prima linea per la pubblica amministrazione?
Mi mancherà il ritmo degli impegni pubblici.
-Cosa augura, e soprattutto quale consiglio si sente di dare a chi verrà dopo di lei?
Cremella deve mantenere le sue caratteristiche e preservare la sua unicità, ma nello stesso tempo deve crescere e questa è una sfida che dovrà affrontare la nuova amministrazione. Pertanto auguro alla ''classe dirigente'' che verrà, di sapersi mettere in gioco nell’esclusivo bene disinteressato dell’intera comunità cremellese.
-Partiamo dal principio. Quando è iniziata la sua esperienza nell'amministrazione comunale?
Nel lontano 1978 sono entrata in lista con la DC. Divenne sindaco Guido Besana e ricevetti l’incarico in giunta come assessore supplente con delega ai servizi sociali. L’esperienza è continuata per due legislature, quindi sino al 1988, sempre nello stesso ruolo. Dopo una lunga pausa sono tornata in municipio nel 2004, ancora una volta in giunta accanto al sindaco Besana, nel frattempo richiamato e rieletto.
-Cosa è cambiato da allora?
Se penso ad oggi, 2024, dico che sono passate ere geologiche rispetto a due decenni fa. Negli anni Novanta le problematiche che l’amministrazione comunale era chiamata a risolvere e le modalità con cui si affrontavano erano totalmente diverse da quelle di oggi. Il personale (sempre in numero esiguo per la nostra realtà) ed il sindaco si confrontavano con le varie questioni in modo diretto, sempre con molto senso di responsabilità e a volte scrivendo di proprio pugno le risposte.
Ora la tecnologia ha portato benefici a tutti noi, ma ha invaso la pubblica amministrazione. Ogni richiesta ha un proprio percorso burocratico, a volte con passaggi complessi e lunghi; il personale è rimasto numericamente immutato come allora, ma maggiori sono le incombenze da assolvere.
-Nel 2014 il passaggio da assessore a sindaco: un impegno certamente più gravoso. Quali erano le sue sensazioni nei primi giorni e cosa si è rivelato più difficile delle aspettative?
I primi giorni non ti rendi conto dell’impegno che hai assunto, c’è entusiasmo e parecchia incoscienza. Sei contenta ed orgogliosa del consenso che i tuoi concittadini ti hanno riconosciuto insieme a tutta la squadra, poi vieni assorbita da mille incombenze che gli uffici ti richiedono per l’avvio della tua legislatura. Subito dopo arriva però il momento in cui percepisci che sei veramente tu al timone e che sei sola davanti alle decisioni importanti, pur avendo condiviso prima tutto con il gruppo. Si impara così ad essere sindaco.
La prima giunta, il primo consiglio comunale, la prima richiesta di colloquio, la gestione delle varie comunicazioni ti creano un po’ di ansia, poi impari ad affrontare e gestire qualsiasi situazione grazie ai consigli di chi ti ha preceduto, ai colleghi sindaci del territorio, ai consiglieri più esperti e non ultimo al supporto quotidiano dei dipendenti.
Difficili o complesse possono apparire all'inizio alcune tematiche che prima non hai mai affrontato, ma poi tutto si supera con l’impegno, lo studio, la conoscenza della nuova materia e soprattutto con la collaborazione del personale preposto.-Ci saranno state anche molte soddisfazioni: ce ne elenchi qualcuna...
Soddisfazioni, ricordi e iniziative piacevoli sono stati diversi in ambedue i mandati, perché ho sempre creduto fino in fondo all’obiettivo da perseguire. È vero, ci sono state molte soddisfazioni: le più gratificanti sono il riconoscimento, il saluto, il ringraziamento, il confronto che hai quando incontri una persona (anziano/a, giovane, genitore, bambino/a) o semplicemente dimostri vicinanza ai tuoi cittadini nei momenti tristi o felici della loro vita quotidiana.
Altre soddisfazioni sono le opere che siamo riusciti a realizzare e ne ricordo alcune: una Cremella più sicura grazie al rifacimento dei marciapiedi in via Battisti, in via Moro e del percorso ciclopedonale, delle aree gioco, l'installazione di telecamere e di lettori targhe in diversi punti del paese.
La nuova scuola primaria, con i lavori di ampliamento dell’edificio, messa in sicurezza, efficientamento energetico, rimozione di barriere architettoniche e sistemazione spazi esterni portati a termine in un anno scolastico.
Cittadinanza attiva, con il sindaco dei bambini della primaria e la consegna della Costituzione ai diciottenni. Infine le iniziative formative, culturali-artistiche-storiche e musicali condivise con il Consorzio Villa Greppi e altre associazioni.
-Cremella è uno dei comuni più piccoli del circondario: meno abitanti, ma anche meno dipendenti e risorse per l'amministrazione comunale. Quanto questi elementi hanno inciso nel portare avanti la quotidiana attività al servizio del paese?
E' tutto vero ciò che affermate: pochi abitanti, pochi dipendenti (solo cinque in pianta organica) ma garantiamo tutti i servizi ai cittadini come i comuni limitrofi attraverso appalti esterni, convenzioni con i comuni, partecipazioni alle nostre aziende-società. Tutto questo grazie alla lungimiranza di chi mi ha preceduto che ha creato i presupposti, riconoscendo le potenzialità e le risorse in un’area più vasta.
Evidenzio però che i nostri dipendenti comunali sono sempre stati collaborativi e disponibili al confronto con i colleghi dei comuni vicini; infatti, con le diverse amministrazione comunali confinanti, abbiamo in essere accordi per la gestione-organizzazione di vari servizi. Dalla mensa, alla biblioteca, ma anche trasporto scolastico e sociale, protezione civile, polizia locale.
-Quanto si è fatta sentire l'assenza di una minoranza in questi dieci anni?
In un sistema democratico un'opposizione costruttiva porta un arricchimento alle scelte effettuate: tutto questo nei due mandati è mancato.
-Da ex insegnante ha sempre profuso particolare impegno e attenzione al mondo della scuola e l'ampliamento dell'edificio scolastico è stata l'opera più importante di questo secondo mandato. E' soddisfatta del risultato?
Sì, sono molto soddisfatta e orgogliosa dell’obiettivo raggiunto. Ribadisco la mia ferma convinzione nel valore dell’istituzione Scuola in generale e ritengo fondamentale la Scuola Primaria nella formazione dei futuri cittadini, pertanto un Paese senza questo perde gradualmente la sua identità.
La nostra scuola primaria necessitava di essere messa a norma, di avere spazi più adeguati anche per la comunità, per cui abbiamo predisposto nel primo mandato il progetto definitivo per poter partecipare ai bandi ministeriali. Purtroppo il finanziamento è stato confermato nel secondo mandato e con l’aumento dei prezzi si sono dovute rivedere alcune scelte, ma sostanzialmente abbiamo raggiunto il risultato: una scuola sicura, ristrutturata, ampliata e rinnovata con materiali sostenibili ed energicamente molto efficienti
Tutto questo grazie ai fondi ministeriali, regionali e comunali e alle diverse competenze lavorative che con determinazione hanno lavorato intensamente per portare a termine il risultato nei tempi stabiliti.
Infatti solo per un anno la nostra scuola primaria è stata trasferita a Barzanò presso i locali della scuola media consortile e di questo noi siamo stati i pionieri.
Non sono mancate le difficoltà nelle diverse fasi della sua realizzazione e ripensando a tutto l’iter mi tornano alla mente momenti di sconforto (la gara deserta, la ricerca di spazi adeguati per garantire l’anno scolastico, il fermo lavori o i rallentamenti per vari motivi, le critiche…), poi tutto si è annullato ammirando l’opera finita, ricordando la festa della riapertura e potendo nuovamente ascoltare quotidianamente le voci degli alunni nel cortile.-C'è stato invece qualcosa che si rammarica di non essere riuscita a fare?
Ho cercato con la squadra di impegnarmi al massimo per realizzare tutto il programma, naturalmente alcune attese non sono state raggiunte. Avremmo potuto fare di più e meglio, ma tutto ciò che abbiamo portato avanti lo abbiamo fatto con passione, onestà, lottando contro la mancanza di risorse e confrontandoci con la burocrazia.
Il rammarico è non aver iniziato la revisione del PGT (Piano di Governo del Territorio).
-Negli ultimi anni è stata anche presidente della conferenza permanente dei sindaci del casatese. Quali sono stati gli obiettivi che l'hanno guidata nel portare avanti questo importante ruolo?
Ho avuto l’onore di guidare per due anni questo organismo. È stata un’esperienza arricchente e impegnativa e mi ha sostenuta lo spirito di creare sempre situazioni per stare uniti ad affrontare insieme le sfide attuali e future, al di là dei simboli politici di ogni amministrazione.
-Cosa le mancherà di questi anni, spesi in prima linea per la pubblica amministrazione?
Mi mancherà il ritmo degli impegni pubblici.
-Cosa augura, e soprattutto quale consiglio si sente di dare a chi verrà dopo di lei?
Cremella deve mantenere le sue caratteristiche e preservare la sua unicità, ma nello stesso tempo deve crescere e questa è una sfida che dovrà affrontare la nuova amministrazione. Pertanto auguro alla ''classe dirigente'' che verrà, di sapersi mettere in gioco nell’esclusivo bene disinteressato dell’intera comunità cremellese.
Gloria Crippa