Molteno: spettacolo teatrale sul testimone Piero Nava
Il 21 settembre 1990 Piero Nava, rappresentante di commercio originario di Lecco, sta percorrendo la statale che da Enna lo conduce a Caltanisetta. Superata l’uscita per Canicattì nota un’auto, una Fiesta rossa, ferma a bordo strada e un uomo che scavalca il guardrail. Anche due motociclisti e una Fiat Uno sono lì, fermi. Una scena che da subito gli appare ''strana''. Li supera, punta gli occhi nello specchietto retrovisore e nota che uno dei due motociclisti tiene in pugno una pistola. Che succede? Piero si precipita nell’ufficio di un collega, quindi telefona alla polizia per denunciare ciò che ha visto.
Da allora la sua vita cambierà irrimediabilmente. Sì, perché quello a cui ha assistito è l’assassinio del giudice Rosario Livatino.
Da quel 21 settembre Piero Nava ''muore'' per rinascere Testimone di Giustizia, il primo in Italia.
La storia di Piero Nava tratta dal libro ''Io sono nessuno'' (scritto dai giornalisti lecchesi Lorenzo Bonini, Stefano Scaccabarozzi e Paolo Valsecchi), è stata raccontata dall’attore Alberto Bonacina nello spettacolo ''Sono Stato anch’io'', in scena domenica presso il salone dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Molteno.
Presenti circa un centinaio di spettatori, di cui molti ragazzi e ragazze, invitati dal progetto ''Habitat- giovani che vivono il territorio'', il progetto rivolto ai giovani del Polo Brianza Ovest con capofila la Cooperativa Sociale Sineresi, letteralmente rapiti dalla storia non banale di un eroe ''normale'', che di fronte ad un’ingiustizia non ha fatto la scelta più comoda, ma (secondo le parole dello stesso Nava) ''la cosa giusta, la sola cosa da fare''.
''È bello vedere tanti giovani presenti - ha detto Sara Brenna, assessore alla pubblica istruzione del comune di Molteno - Piero Nava è un esempio per tutti, soprattutto per i giovani, perché ha messo in pratica i suoi principici, non senza paura, ma dimostrando che si è veri cittadini se si parla con le proprie azioni e le proprie scelte, prendendosene la responsabilità fino alla fine''.
A farle eco Elisa Valsecchi, referente dei 9 comuni del Polo Brianza Ovest, che insieme alla Fondazione Comunitaria del Lecchese e all’Ambito Territoriale di Lecco hanno finanziato il progetto Habitat: ''Nel nostro territorio la presenza delle organizzazioni mafiose è capillare ma ancora molto sottovalutata. La proposta di questo spettacolo, che fa seguito ad alcuni incontri che Alberto Bonacina in qualità di Coordinatore di Libera Lecco ha svolto presso i Centri Giovani del Polo, è nata dalla volontà di sensibilizzare i cittadini soprattutto i più giovani, sul tema della lotta alle mafie, ma anche promuovere un approccio all’essere cittadini attivi e impegnati. Speriamo, nel nostro piccolo, di aver contribuito a far nascere nei ragazzi un interesse e la voglia di impegnarsi''.
Da allora la sua vita cambierà irrimediabilmente. Sì, perché quello a cui ha assistito è l’assassinio del giudice Rosario Livatino.
Da quel 21 settembre Piero Nava ''muore'' per rinascere Testimone di Giustizia, il primo in Italia.
La storia di Piero Nava tratta dal libro ''Io sono nessuno'' (scritto dai giornalisti lecchesi Lorenzo Bonini, Stefano Scaccabarozzi e Paolo Valsecchi), è stata raccontata dall’attore Alberto Bonacina nello spettacolo ''Sono Stato anch’io'', in scena domenica presso il salone dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Molteno.
Presenti circa un centinaio di spettatori, di cui molti ragazzi e ragazze, invitati dal progetto ''Habitat- giovani che vivono il territorio'', il progetto rivolto ai giovani del Polo Brianza Ovest con capofila la Cooperativa Sociale Sineresi, letteralmente rapiti dalla storia non banale di un eroe ''normale'', che di fronte ad un’ingiustizia non ha fatto la scelta più comoda, ma (secondo le parole dello stesso Nava) ''la cosa giusta, la sola cosa da fare''.
''È bello vedere tanti giovani presenti - ha detto Sara Brenna, assessore alla pubblica istruzione del comune di Molteno - Piero Nava è un esempio per tutti, soprattutto per i giovani, perché ha messo in pratica i suoi principici, non senza paura, ma dimostrando che si è veri cittadini se si parla con le proprie azioni e le proprie scelte, prendendosene la responsabilità fino alla fine''.
A farle eco Elisa Valsecchi, referente dei 9 comuni del Polo Brianza Ovest, che insieme alla Fondazione Comunitaria del Lecchese e all’Ambito Territoriale di Lecco hanno finanziato il progetto Habitat: ''Nel nostro territorio la presenza delle organizzazioni mafiose è capillare ma ancora molto sottovalutata. La proposta di questo spettacolo, che fa seguito ad alcuni incontri che Alberto Bonacina in qualità di Coordinatore di Libera Lecco ha svolto presso i Centri Giovani del Polo, è nata dalla volontà di sensibilizzare i cittadini soprattutto i più giovani, sul tema della lotta alle mafie, ma anche promuovere un approccio all’essere cittadini attivi e impegnati. Speriamo, nel nostro piccolo, di aver contribuito a far nascere nei ragazzi un interesse e la voglia di impegnarsi''.