Bulciago, SS342: il PM chiede la condanna a dieci anni per i presunti autori della sparatoria che culminò in un frontale
Dieci anni: è la richiesta di condanna nei confronti di tutti e tre gli imputati, avanzata nel pomeriggio odierno in Tribunale a Lecco dal sostituto procuratore Simona Galluzzo, titolare del fascicolo d'indagine relativo alla sparatoria che si consumò nel febbraio 2023 lungo la strada statale 342 a Bulciago. Attimi drammatici e concitati che culminarono - quella domenica sera - in un sinistro frontale fra due autovetture; ad avere la peggio un giovane di origine straniera, trasportato in codice rosso all'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia. Furono proprio i medici del nosocomio comasco ad accorgersi del proiettile conficcato nella spalla del marocchino alla guida della Toyota Yaris. Un elemento che consentì di dare una svolta agli accertamenti sin dall'inizio condotti dai carabinieri della Compagnia di Merate, coordinati appunto dalla Procura della Repubblica di Lecco. Non un semplice sinistro stradale ma una vicenda inquietante che - a detta degli inquirenti - sarebbe legata ad un regolamento di conti maturato nell'ambito dello spaccio di stupefacenti, più precisamente del controllo delle ''piazze'' lungo la superstrada 36.Nell'aprile 2023 si erano aperte le porte del carcere per Giuseppe Giovanni Mercuri, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere all'esito delle risultanze investigative emerse. Per la Procura sarebbe stato il masnaghese - con un precedente in materia di armi risalente ad un lustro prima - ad esplodere il colpo dall'auto in corsa lungo la SS342. Proprio per questa ragione l'accusa a suo carico è di tentato omicidio in concorso con i due fratelli marocchini Khalid e Mohamed Achab, classe 1983 e 1992, residenti rispettivamente in provincia di Monza e Brianza e Varese, ma allo stato attuale latitanti. La folle corsa e la sparatoria peraltro, risalirebbero agli istanti immediatamente successivi l'incontro tra i quattro (i tre imputati e la vittima appunto ndr) in una zona poco distante, dietro al supermercato MD di Bulciaghetto. Un incontro sfociato nella fuga con tanto di inseguimento e colpi di arma da fuoco, fino al sinistro stradale che aveva visto coinvolta - suo malgrado - anche una giovane coppia residente a Garbagnate Monastero, a bordo di un'altra Yaris contro la quale era finita la macchina del marocchino dopo che quest'ultimo ne aveva perso il controllo.
Stamani l'udienza preliminare al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni, con i tre (presente solo Mercuri, tradotto in aula dal carcere di Monza ndr) che hanno deciso di avvalersi del rito abbreviato. Nella sua requisitoria la PM Galluzzo ha chiesto la condanna dei tre - imputati per tentato omicidio in concorso - a dieci anni di reclusione. Si è invece battuto per dimostrare l'estraneità del proprio assistito ai fatti che gli vengono contestati, l'avvocato Alessandro Meregalli del Foro di Monza che ne ha chiesto l'assoluzione ''per non aver commesso il fatto''. Il masnaghese infatti, ha sempre respinto con forza le accuse, spiegando di non aver partecipato alla spedizione punitiva di quella sera, al contrario di quanto invece era stato riferito dall'africano rimasto ferito. Sarebbe stata infatti (anche) la testimonianza della vittima ad inchiodare Mercuri, oltre all'esame delle celle telefoniche; quella agganciata da Mercuri la sera della sparatoria sarebbe compatibile con quella della vittima.
Si torna in aula il prossimo 29 maggio per il prosieguo della discussione (atteso l'intervento delle difese dei due magrebini) e la sentenza finale.
Stamani l'udienza preliminare al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni, con i tre (presente solo Mercuri, tradotto in aula dal carcere di Monza ndr) che hanno deciso di avvalersi del rito abbreviato. Nella sua requisitoria la PM Galluzzo ha chiesto la condanna dei tre - imputati per tentato omicidio in concorso - a dieci anni di reclusione. Si è invece battuto per dimostrare l'estraneità del proprio assistito ai fatti che gli vengono contestati, l'avvocato Alessandro Meregalli del Foro di Monza che ne ha chiesto l'assoluzione ''per non aver commesso il fatto''. Il masnaghese infatti, ha sempre respinto con forza le accuse, spiegando di non aver partecipato alla spedizione punitiva di quella sera, al contrario di quanto invece era stato riferito dall'africano rimasto ferito. Sarebbe stata infatti (anche) la testimonianza della vittima ad inchiodare Mercuri, oltre all'esame delle celle telefoniche; quella agganciata da Mercuri la sera della sparatoria sarebbe compatibile con quella della vittima.
Si torna in aula il prossimo 29 maggio per il prosieguo della discussione (atteso l'intervento delle difese dei due magrebini) e la sentenza finale.
G.C.