Barzago: il Soccorso Alpino nell'ultimo incontro di ''Storie in Quota''

Come comportarsi in montagna nel caso si necessiti di soccorso? Un quesito importante, la cui risposta può fare la differenza. Vi sono delle pratiche da attuare che possono rivelarsi molto utili sia ai soccorritori che a chi è rimasto in difficoltà nell'affrontare un percorso montano, piuttosto che infortunato.
A dare una risposta a questo quesito sono stati i soccorritori della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino che operano nella nostra provincia e oltre. Organizzazione che conta ben sette stazioni: Dongo, Lario Occidentale, Lecco, Pavia Oltrepo, Triangolo Lariano, Valsassina e Varese.
Una delle delegazioni lombarde che si trova ad agire in un territorio quanto più eterogeneo e disparato che varie dalle montagne alpine alla campagna padana.
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Gli operatori intervenuti nella serata di venerdì 19 aprile a Barzago, nell'ambito della rassegna "Storie in quota", appartengono tutti alla stazione lariana. Distaccamento che conta 35 volontari, a partire dal Capostazione Luciano Giampà. Con lui i vice capostazione Stefano Spreafico, Antonio Fumagalli e l'operatore Riccardo Gallo.
"L'ambiente montano non è mai sicuro, questa deve essere la prima considerazione" spiega Fumagalli precisando: "Quando si affronta la montagna bisogna prima essere oggettivi e comprendere il pericolo che ci possiamo trovare davanti. In una seconda fase bisogna avere un approccio soggettivo e comprendere se noi siamo in grado o meno di affrontare e superare quel pericolo, quindi capaci di gestire il rischio. Andare in montagna con la massima sicurezza significa riconoscere il pericolo e decidere come affrontarlo".
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L'assessore Claudia Isacchi

Una regola base da avere ben presente anche quando si affrontano delle semplici passeggiate montuose su sentieri considerati escursionistici.
Proprio il soccorso dei semplici escursionisti rappresenta l'ambito di maggior intervento per il personale del soccorso alpino.
Degli 88 interventi di soccorso effettuati lo scorso anno dalla stazione del Triangolo Lariano ben 55 si sono resi necessari per aiutare gli escursionisti. Ai quali se ne aggiungono 16 per persone rimaste bloccate in terreno impervio, mentre sono state solo 5 le operazioni di recupero di persone in difficoltà lungo vie ferrate.
Gli interventi dei volontari del soccorso alpino, operatori sanitari a tutti gli effetti, oltre che esperti escursionisti e scalatori di montagna, sono andati aumentando dopo la pandemia.
I 60 soccorsi medi annui del periodo prepandemico hanno lasciato spazio ai 110 interventi effettuati nel 2022.
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Molto spesso compiuti per portare assistenza a persone che si erano letteralmente "avventurate" in montagna.
Nel momento in cui gli operatori del soccorso alpino ricevono una richiesta di soccorso hanno 20 minuti di tempo per intervenire. Fondamentale, quindi, fornire agli operatori telefonici tutte le informazioni necessarie per consentire ai soccorritori di effettuare un intervento preciso e in sicurezza.
La richiesta di soccorso va effettuata chiamando il numero telefonico 112. Una simulazione di chiamata ai soccorsi è stata realizzata durante la serata e ha visto l'assessore Claudia Isacchi interloquire con il capo stazione Luciano Giampà. Simulazione pratica che ha fornito ai presenti un chiaro esempio del genere di interlocuzione che è necessario tenere con i soccorritori. Un esperimento che ha permesso di analizzare ogni fase critica della richiesta di aiuto. A partire dalla propria posizione.
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Antonio Fumagalli

È necessario fornire all'operatore le coordinate precise attraverso l'uso del Gps. Fare affidamento alle celle telefoniche per la geolocalizzazione può essere utile in città, ma non in ambiente montano. Infatti, la scarsa presenza di celle telefoniche rende difficile la triangolazione e, unitamente alla non uniforme propagazione del segnale, può portare gli operatori del soccorso ad effettuare ricerche anche a molti chilometri di distanza dal reale luogo in cui ci si trova.
È quindi buona norma avere installato sugli smartphone un'applicazione in grado di restituire, con l'uso del Gps, le coordinate geografiche di longitudine e latitudine precise del luogo in cui ci si trova. Google Maps è sufficiente. 
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La regola aurea resta, nonostante tutte le tecnologie offerte dai dispositivi elettronici, quella di sapere dove ci si trova. Ovvero di studiare per tempo il percorso e i sentieri, comprendere i luoghi con punti di riferimento chiari e capire anche a che altezza si è giunti. Fondamentale resta poi la capacità di comprendere il territorio circostante e segnalare ai soccorritori la presenza di fattori di rischio.
Importante è seguire le indicazioni telefoniche dell'operatore, spiegando le condizioni di salute precise della persona infortunata e non spazientirsi se queste vengono richieste più volte.
Un ruolo chiave ha anche la preparazione in attesa dei soccorritori. Se il soccorso avverrà a piedi bisogna prepararsi per un'attesa che può durare svariate ore.
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Luciano Giampà

Diversamente, nel caso in cui ad intervenire sarà l'elisoccorso, è necessario mettere in atto una serie di pratiche. Tutte gli escursionisti presenti devono coprirsi. Una delle prime pratiche da mettere in atto, anche se si è nella stagione calda. La massa d'aria mossa dai rotori dell'elicottero, che può stazione anche per diversi minuti nella zona di intervento, è fredda a tal punto da poter causare problemi alle persone nelle vicinanze. 
Gli escursionisti in eccesso devono allontanarsi dalla zona in cui ragionevolmente interverrà l'elicottero, liberandola da ogni oggetto come: zaini, caschi, giacche. I vortici d'aria possono muovere gli oggetti e farli finire nei rotori dell'elicottero causando gravi danni e situazioni di pericolo per gli stessi soccorritori. È bene raggrupparsi a distanza, sedendosi sopra ai propri oggetti per non farli volare via.
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Con la persona infortunata devono permanere meno escursionisti, possibilmente ben visibili, pronti ad alzare entrambe le braccia al cielo, come se si volesse formare una lettera ''Y'', significante ''Yes'',  per segnalare all'elicotterista che quella è effettivamente la zona in cui è stato richiesto soccorso.
Infine, l'elicottero non deve mai essere avvicinato dalla parte retrostante, ma dal lato frontale destro nel quale gli operatori hanno visibilità sufficiente.
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L.A.
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