Casatenovo, 25 Aprile: cerimonia per coinvolgere anche i giovani
Nel pomeriggio di giovedì 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, il Comune di Casatenovo ha organizzato una cerimonia di fronte al municipio e al monumento ai caduti, in presenza del sindaco Filippo Galbiati, dei capigruppo, delle associazioni, dei cittadini e di alcuni candidati di entrambe le liste in corsa per le prossime elezioni amministrative, in continuità con la celebrazione intercomunale avvenuta in mattinata a Missaglia.
Ha subito preso la parola il consigliere con delega alle politiche giovanili Gaia Riva che ha ricordato con commozione tutti gli uomini e le donne che hanno consentito a tutti noi di riunirci per festeggiare e ricordare i valori della libertà, della democrazia per cui si sono battuti e che ci hanno lasciato in eredità, di cui perciò dobbiamo essere consapevoli.
È dunque importante ritrovarsi insieme proprio in questa giornata per ringraziare coloro che ''si opposero al regime, che dissero no alla sopraffazione, alla soppressione dei diritti e lottarono per la libertà, dando vita tutti insieme alla resistenza, ciascuno con il proprio ruolo''. Proprio a tutte le donne e gli uomini, i militari, i civili, i religiosi, gli intellettuali e i pensatori, i ribelli per amore della libertà ''desideriamo dare il nostro grazie con una corona di fiori al monumento ai caduti che significativamente si trova vicino a una scuola''.
Il corteo formato dal sindaco, dai capigruppo, da don Eusebio Stefanoni in rappresentanza della comunità pastorale, da Irene, Alessandrina e Noemi – rispettivamente sindaco e assessori dei ragazzi – si è spostato di fronte al monumento ai caduti portando una corona con la coccarda tricolore per dire il proprio ''grazie'' e simbolicamente ricordare il sacrificio dei combattenti della resistenza che ci hanno consegnato in eredità un paese libero e democratico e hanno permesso così la costruzione della nostra Repubblica.
Infatti, come ha sottolineato ancora Gaia Riva, ''il 25 aprile è la festa dell’identità italiana'', di coloro che ''decisero di insorgere per risorgere''. A memoria dei valori che ci uniscono e ci legano come popolo, è stato intonato di fronte al municipio l’inno di Mameli, cantato con decisione da tutti i presenti.
Nel suo intervento infatti, il sindaco ha ricordato che questa festa ''ci deve unire attorno ai valori della resistenza e della libertà''.
Dopo aver ringraziato il consigliere Riva per l’organizzazione della cerimonia, tutti i partecipanti, gli alpini, i rappresentanti dell’Aido e di tutte le associazioni presenti, Galbiati ha rivolto un pensiero al sindaco di Missaglia Paolo Redaelli per l’evento della mattina in cui l’intervento dell’ANPI è stato particolarmente significativo nel dare una lettura non scontata delle ''resistenze'', citando l’esperienza degli internati militari che non hanno partecipato attivamente alla lotta sul nostro territorio, ma hanno dato un contributo importante decidendo di non combattere con i nazifascisti.
L'intervento del sindaco poi si è rivolto ai giovani, a partire dalla memoria di un partigiano missagliese di 19 anni, trucidato nel piacentino: ''c’è l’urgenza di proporre ai giovani valori positivi e di competere con certe mistificazioni del giorno d’oggi, proponendo alle nuove generazioni esempi positivi''.
A tal proposito Galbiati ha citato la storia di Giacomo Matteotti che fu ucciso da un manipolo di fascisti nel giugno del 1924, poco dopo il suo ultimo discorso in parlamento del 30 maggio, di cui il sindaco ha letto un passaggio nel quale Matteotti rivendicava con forzo il desiderio di libertà del popolo italiano.
Nonostante non abbia partecipato alla resistenza egli è ricordato come primo partigiano perché ha iniziato la resistenza: ''Matteotti era il coraggio, la forza e la speranza. Questi sono i valori che dobbiamo trasmettere ai giovani'', ha continuato Galbiati, che ha fatto poi presente come viviamo in un’epoca storica attraversata purtroppo da venti di guerra e da nuovi fascismi che ''hanno dentro le loro radici questa volontà di prevaricazione, discriminazione e limitazione della libertà degli altri''.
È perciò attuale, ha detto il sindaco, parlare di fascismo oggi, in altre forme, non più quella storica che è stata superata, perché come diceva don Giovanni Barbareschi si tratta di una mentalità: ''Il primo atto di fede che un uomo deve compiere, e ve lo dice un prete, non è in Dio, ma nella sua libertà, nella sia capacità di essere e diventare sempre di più una persona libera, perché la fede e la libertà dell’uomo non si dimostrano, si credono come un mistero. Vorrei dire ai giovani cercate sempre di essere liberi''.
Queste parole richiamano tutti alla responsabilità che abbiamo oggi e a cui le nuove generazioni sono chiamate, ''a una nuova resistenza, al coraggio della libertà'', ha concluso Galbiati, prima di intonare il canto ''Bella ciao'' con cui è terminata la cerimonia, ma non la festa che ha avuto seguito presso la Colombina grazie anche alla partecipazione dei ragazzi di RIFUGIO.
Particolarmente toccanti e sentite le letture collettive e le danze popolari. ''Sono stati molti i lettori spontanei'' ci ha detto in proposito il consigliere Gaia Riva. ''Le danze popolari hanno coinvolto il pubblico e i partecipanti, creando davvero un bel clima di festa, che è proseguito poi con la cena tutti insieme con la pastasciutta antifascista dei fratelli Cervi''. Alla sera, musica dal vivo e dj set.
Ha subito preso la parola il consigliere con delega alle politiche giovanili Gaia Riva che ha ricordato con commozione tutti gli uomini e le donne che hanno consentito a tutti noi di riunirci per festeggiare e ricordare i valori della libertà, della democrazia per cui si sono battuti e che ci hanno lasciato in eredità, di cui perciò dobbiamo essere consapevoli.
È dunque importante ritrovarsi insieme proprio in questa giornata per ringraziare coloro che ''si opposero al regime, che dissero no alla sopraffazione, alla soppressione dei diritti e lottarono per la libertà, dando vita tutti insieme alla resistenza, ciascuno con il proprio ruolo''. Proprio a tutte le donne e gli uomini, i militari, i civili, i religiosi, gli intellettuali e i pensatori, i ribelli per amore della libertà ''desideriamo dare il nostro grazie con una corona di fiori al monumento ai caduti che significativamente si trova vicino a una scuola''.
Il corteo formato dal sindaco, dai capigruppo, da don Eusebio Stefanoni in rappresentanza della comunità pastorale, da Irene, Alessandrina e Noemi – rispettivamente sindaco e assessori dei ragazzi – si è spostato di fronte al monumento ai caduti portando una corona con la coccarda tricolore per dire il proprio ''grazie'' e simbolicamente ricordare il sacrificio dei combattenti della resistenza che ci hanno consegnato in eredità un paese libero e democratico e hanno permesso così la costruzione della nostra Repubblica.
Infatti, come ha sottolineato ancora Gaia Riva, ''il 25 aprile è la festa dell’identità italiana'', di coloro che ''decisero di insorgere per risorgere''. A memoria dei valori che ci uniscono e ci legano come popolo, è stato intonato di fronte al municipio l’inno di Mameli, cantato con decisione da tutti i presenti.
Nel suo intervento infatti, il sindaco ha ricordato che questa festa ''ci deve unire attorno ai valori della resistenza e della libertà''.
Dopo aver ringraziato il consigliere Riva per l’organizzazione della cerimonia, tutti i partecipanti, gli alpini, i rappresentanti dell’Aido e di tutte le associazioni presenti, Galbiati ha rivolto un pensiero al sindaco di Missaglia Paolo Redaelli per l’evento della mattina in cui l’intervento dell’ANPI è stato particolarmente significativo nel dare una lettura non scontata delle ''resistenze'', citando l’esperienza degli internati militari che non hanno partecipato attivamente alla lotta sul nostro territorio, ma hanno dato un contributo importante decidendo di non combattere con i nazifascisti.
L'intervento del sindaco poi si è rivolto ai giovani, a partire dalla memoria di un partigiano missagliese di 19 anni, trucidato nel piacentino: ''c’è l’urgenza di proporre ai giovani valori positivi e di competere con certe mistificazioni del giorno d’oggi, proponendo alle nuove generazioni esempi positivi''.
A tal proposito Galbiati ha citato la storia di Giacomo Matteotti che fu ucciso da un manipolo di fascisti nel giugno del 1924, poco dopo il suo ultimo discorso in parlamento del 30 maggio, di cui il sindaco ha letto un passaggio nel quale Matteotti rivendicava con forzo il desiderio di libertà del popolo italiano.
Nonostante non abbia partecipato alla resistenza egli è ricordato come primo partigiano perché ha iniziato la resistenza: ''Matteotti era il coraggio, la forza e la speranza. Questi sono i valori che dobbiamo trasmettere ai giovani'', ha continuato Galbiati, che ha fatto poi presente come viviamo in un’epoca storica attraversata purtroppo da venti di guerra e da nuovi fascismi che ''hanno dentro le loro radici questa volontà di prevaricazione, discriminazione e limitazione della libertà degli altri''.
È perciò attuale, ha detto il sindaco, parlare di fascismo oggi, in altre forme, non più quella storica che è stata superata, perché come diceva don Giovanni Barbareschi si tratta di una mentalità: ''Il primo atto di fede che un uomo deve compiere, e ve lo dice un prete, non è in Dio, ma nella sua libertà, nella sia capacità di essere e diventare sempre di più una persona libera, perché la fede e la libertà dell’uomo non si dimostrano, si credono come un mistero. Vorrei dire ai giovani cercate sempre di essere liberi''.
Queste parole richiamano tutti alla responsabilità che abbiamo oggi e a cui le nuove generazioni sono chiamate, ''a una nuova resistenza, al coraggio della libertà'', ha concluso Galbiati, prima di intonare il canto ''Bella ciao'' con cui è terminata la cerimonia, ma non la festa che ha avuto seguito presso la Colombina grazie anche alla partecipazione dei ragazzi di RIFUGIO.
Particolarmente toccanti e sentite le letture collettive e le danze popolari. ''Sono stati molti i lettori spontanei'' ci ha detto in proposito il consigliere Gaia Riva. ''Le danze popolari hanno coinvolto il pubblico e i partecipanti, creando davvero un bel clima di festa, che è proseguito poi con la cena tutti insieme con la pastasciutta antifascista dei fratelli Cervi''. Alla sera, musica dal vivo e dj set.
C.F.