Molteno, la minoranza: ''il sindaco ci censura''. E non vota il consuntivo
Il consigliere di minoranza Ferdinando De Capitani abbandona l’aula e le colleghe Giusi Corti e Barbara Gilardi scelgono di non esprimere parere alcuno al momento della votazione. La protesta nasce a Molteno nel consiglio comunale di lunedì 29 aprile a seguito di un’animata discussione dopo che il gruppo di opposizione si è sentito censurato al momento di prendere la parola.
Tra i punti all’ordine del giorno dell’ultima assemblea della prima legislatura di Giuseppe Chiarella c’era il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2023, che ha portato a un risultato amministrazione di 1.391.000 euro.
Il fondo di cassa al 1 gennaio 2023 ammontava a 1.393.000 euro e, tolte le voci di riscossioni e pagamenti, si arrivati a fine dicembre con un fondo di 911.000 euro.
Per quanto riguarda l’avanzo, la voce si suddivide nella quota accantonata pari a 243.000 euro (composta tra gli altri dal fondo crediti di dubbia esigibilità e dagli accantonamenti di fine mandato) e nella quota vincolata con un valore di 285.000 euro. La somma destinata alle spese per investimento è di 190.000 euro, mentre la quota di avanzo libero è pari a 171.000 euro.
Il risultato di competenza del comune di Molteno è stato pari a 570.000 euro di cui oltre 300.000 euro per la parte corrente 309.000 euro e il restante per la quota di conto capitale.
Le entrate tributarie del comune sono state pari a oltre 1.800.000 euro. Nelle voci di entrata si aggiungono i trasferimenti correnti (259.000 euro), le entrate extra tributarie (552.000 euro), le entrate in conto terzi (456.000 euro).
Sul lato delle uscite, vanno considerate le spese in conto capitale e le uscite conto terzi e le partite di giro.
Infine, come illustrato dal sindaco Giuseppe Chiarella, l’indebitamento del comune è passato dal 4% del 2018 al 2,25% del 2023.
''Il rendiconto non sono solo risultati economici – ha affermato la consigliera d’opposizione Giusi Corti - I numeri sono la risultanza dell’attività amministrativa che segue le vostre scelte. Siamo alla chiusura del mandato elettorale e, in questa sede, ci saremmo aspettati una relazione che tirasse le somme. Nelle case dei cittadini è stato fatto arrivare un pieghevole di propaganda elettorale, dove si riassumono le cifre, che avrebbero dovuto essere dette qui. Inoltre in una recente intervista il sindaco dice di aver realizzato l’80% del programma elettorale ma questo non risponde al vero. Abbiamo riletto il programma e ben più del 20% è rimasto nel mondo dei sogni''.
La consigliera ha quindi iniziato a sottolineare gli interventi non portati a termine dall’amministrazione, ma il sindaco ha prontamente interrotto l’intervento: ''Se avete osservazioni sul rendiconto, rispondiamo, ma non accetto discussioni su altri temi'' ha chiosato.
La consigliera Corti ha replicato: ''Abbiamo richiesto di poter fare una nostra dichiarazione a fine mandato, ma non abbiamo avuto nemmeno la cortesia di una sua risposta. Un gruppo ha la possibilità di fare una legittima richiesta, prima che esca l’ordine del giorno del consiglio, per poter chiudere il mandato dell’ultimo quinquennio, ma non ci è stata data la possibilità. Dal momento che il sindaco si sottrae alla verifica del vostro mandato, vi chiedo perché mettete il resoconto nella casetta delle lettere dei cittadini e non ne parlate in questa sede''.
Nessuna risposta dall’amministrazione e dunque l’affondo del consigliere di minoranza Ferdinando De Capitani: ''C’è un limite a tutto – ha commentato - Credo che un consiglio comunale abbia un sapore amministrativo e politico. Che un sindaco, all’ultimo consiglio, dopo cinque anni di attività amministrativa, presenti un rendiconto va bene, ma non può selezionare e dire quello che vuole. Ora sta mettendo il bavaglio alla minoranza: questo è un modello di coercizione sulla dialettica consiliare. Non è possibile che un sindaco all’ultimo consiglio impedisca alla minoranza di dire la propria opinione, che a lui non piace ma fa parte della dialettica. Esco dal consiglio perché non posso partecipare alla votazione di un punto dove il sindaco pretestuosamente ci interrompe e non ci lascia leggere''.
Il sindaco ha portato in votazione il punto in questione: De Capitani ha lasciato temporaneamente il consiglio, mentre Corti e Gilardi sono rimaste a braccia incrociate, protestando senza votare.
Tra i punti all’ordine del giorno dell’ultima assemblea della prima legislatura di Giuseppe Chiarella c’era il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2023, che ha portato a un risultato amministrazione di 1.391.000 euro.
Il fondo di cassa al 1 gennaio 2023 ammontava a 1.393.000 euro e, tolte le voci di riscossioni e pagamenti, si arrivati a fine dicembre con un fondo di 911.000 euro.
Per quanto riguarda l’avanzo, la voce si suddivide nella quota accantonata pari a 243.000 euro (composta tra gli altri dal fondo crediti di dubbia esigibilità e dagli accantonamenti di fine mandato) e nella quota vincolata con un valore di 285.000 euro. La somma destinata alle spese per investimento è di 190.000 euro, mentre la quota di avanzo libero è pari a 171.000 euro.
Il risultato di competenza del comune di Molteno è stato pari a 570.000 euro di cui oltre 300.000 euro per la parte corrente 309.000 euro e il restante per la quota di conto capitale.
Le entrate tributarie del comune sono state pari a oltre 1.800.000 euro. Nelle voci di entrata si aggiungono i trasferimenti correnti (259.000 euro), le entrate extra tributarie (552.000 euro), le entrate in conto terzi (456.000 euro).
Sul lato delle uscite, vanno considerate le spese in conto capitale e le uscite conto terzi e le partite di giro.
Infine, come illustrato dal sindaco Giuseppe Chiarella, l’indebitamento del comune è passato dal 4% del 2018 al 2,25% del 2023.
''Il rendiconto non sono solo risultati economici – ha affermato la consigliera d’opposizione Giusi Corti - I numeri sono la risultanza dell’attività amministrativa che segue le vostre scelte. Siamo alla chiusura del mandato elettorale e, in questa sede, ci saremmo aspettati una relazione che tirasse le somme. Nelle case dei cittadini è stato fatto arrivare un pieghevole di propaganda elettorale, dove si riassumono le cifre, che avrebbero dovuto essere dette qui. Inoltre in una recente intervista il sindaco dice di aver realizzato l’80% del programma elettorale ma questo non risponde al vero. Abbiamo riletto il programma e ben più del 20% è rimasto nel mondo dei sogni''.
La consigliera ha quindi iniziato a sottolineare gli interventi non portati a termine dall’amministrazione, ma il sindaco ha prontamente interrotto l’intervento: ''Se avete osservazioni sul rendiconto, rispondiamo, ma non accetto discussioni su altri temi'' ha chiosato.
La consigliera Corti ha replicato: ''Abbiamo richiesto di poter fare una nostra dichiarazione a fine mandato, ma non abbiamo avuto nemmeno la cortesia di una sua risposta. Un gruppo ha la possibilità di fare una legittima richiesta, prima che esca l’ordine del giorno del consiglio, per poter chiudere il mandato dell’ultimo quinquennio, ma non ci è stata data la possibilità. Dal momento che il sindaco si sottrae alla verifica del vostro mandato, vi chiedo perché mettete il resoconto nella casetta delle lettere dei cittadini e non ne parlate in questa sede''.
Nessuna risposta dall’amministrazione e dunque l’affondo del consigliere di minoranza Ferdinando De Capitani: ''C’è un limite a tutto – ha commentato - Credo che un consiglio comunale abbia un sapore amministrativo e politico. Che un sindaco, all’ultimo consiglio, dopo cinque anni di attività amministrativa, presenti un rendiconto va bene, ma non può selezionare e dire quello che vuole. Ora sta mettendo il bavaglio alla minoranza: questo è un modello di coercizione sulla dialettica consiliare. Non è possibile che un sindaco all’ultimo consiglio impedisca alla minoranza di dire la propria opinione, che a lui non piace ma fa parte della dialettica. Esco dal consiglio perché non posso partecipare alla votazione di un punto dove il sindaco pretestuosamente ci interrompe e non ci lascia leggere''.
Il sindaco ha portato in votazione il punto in questione: De Capitani ha lasciato temporaneamente il consiglio, mentre Corti e Gilardi sono rimaste a braccia incrociate, protestando senza votare.
M.Mau.