Casatenovo: si chiude il progetto 'Dalla Ghianda alla Quercia'
Venerdì sera l’auditorium di Casatenovo ha ospitato l’incontro di chiusura del progetto Dalla Ghianda alla Quercia, realizzato dall'Asd Gso San Giorgio, insieme all'amministrazione comunale e all'Asd Movisport che ha coinvolto i giovani nati tra il 2010 ed il 2015.
L’iniziativa, finanziata dalla Fondazione di Comunità del Lecchese (rappresentata l'altra sera da Maria Grazia Nasazzi), ha permesso la realizzazione di una serie di momenti dedicati sul territorio, con i giovani e gli adulti di riferimento. Non sono mancati incontri con insegnanti ed allenatori, che hanno permesso di approfondire il rapporto che li lega nell’attività sportiva.
Venerdì ci si è trovati per il punto di quanto visto in questa serie di appuntamenti in due anni e mezzo. Patrizia Rizzotti, coordinatrice del progetto, ha moderato la serata alla presenza dei ragazzi e di tutti gli enti che ne hanno preso parte.
“Tutto il progetto ha avuto come perno l’attività fisico-sportiva come fonte di relazioni e come base per gli apprendimenti, sia per i piccoli, sia per i grandi. Sono state diverse le iniziative che hanno coinvolto bambini e persone con disabilità, dai laboratori sensoriali con aziende locali allo sport integrato” ha spiegato in apertura, chiamando sul palco il parroco responsabile della pastorale giovanile Don Lorenzo Motta. “E’ un bene che ci sia tanta attenzione verso i giovani, un seme piantato con tanta cura non potrà che crescere bene. In questo modo doniamo ai nostri ragazzi energia, stimoli e creatività, non potrei essere più contento nel vedere tutto questo” ha spiegato, ringraziando tutti coloro che in questi anni hanno seguito il progetto.
Anche il sindaco Filippo Galbiati ha voluto sottolineare l’importanza di realizzare progetti di questo tipo: “il merito è tutto vostro, noi come Amministrazione abbiamo il dovere di sostenere queste iniziative ma in questo caso posso dire che il merito è veramente tutto vostro. È un percorso che nasce dal territorio e sono certo ne seguiranno molti altri in questa direzione”.
La serata è stata l’occasione per esporre le considerazioni che i referenti del progetto hanno potuto constatare lavorando sul campo, a stretto contatto con i giovani, riportando così agli operatori del settore presenti valutazioni e dati.
Centrale la relazione genitore figlio nel contesto sportivo che spesso, come ha sottolineato la referente, interviene in modo scomposto negando al giovane una parte della sua fondamentale esperienza.
Educatore è un compito difficile, affidato, tra tutte le agenzie, in primo luogo ai genitori. “E’ importante che i genitori sappiano vivere il loro ruolo, stando un passo indietro quando va tutto bene, e due passi avanti quando è difficile. Al di là di tutte le difficoltà che abbiamo riscontrato esserci già in partenza nell’approccio del singolo ragazzo all’attività sportiva, certamente importanti, la relazione con il genitore è centrale”.
Su questo punto ha insistito anche il reading teatrale realizzato da Alessio Colombo e dal pedagogista Andrea Sangalli. Partendo da alcuni estratti del testo “Mio figlio è un fenomeno” hanno sottolineato quando la percezione del genitore influisca nella mediazione esperienziale del giovane. Portano il proprio vissuto in campo, interpretano e fanno da comparsa utilizzando il proprio racconto di sé.
In chiusura è stato lasciato uno spazio all’esperienza di Anna Gray, pallavolista in serie A, intervistata da Marco Fantasia, radio telecronista in Rai che ha da poco scritto un libro “Golden Set, in cui racconta alcune situazioni vissute da giocatrici professioniste. Con l’atleta ha dunque indagato questi aspetti della vita sportiva professionista, come si palesano momenti di difficoltà e come riuscire a superarli. Molti i messaggi positivi e di riflessione diretti ai giovani presenti in sala. “L’inizio della mia carriera professionista, che mi ha portato subito lontano da casa, non è stata facile. Mi sono ritrovata in un mondo fatto solo di scuola e pallavolo, in cui spesso però non trovavo il tempo nemmeno per studiare. Lontano dalla mia famiglia e dalla mia cerchia di amici d’infanzia. Ringrazio però il mio staff e le mie compagnie che mi hanno saputo stare vicino, con i quali ho creato un legame veramente speciale. Il percorso è stato lungo, e spesso in salita, ma poi le soddisfazioni sono arrivate, accompagnate dai sorrisi di tutti quelli che hanno sempre creduto in me” ha aggiunto, dedicando tutti i suoi successi ai suoi genitori.
Anche il presidente del GSO, Massimo Colella e Patrizia Rizzotti, hanno espresso i loro ringraziamenti, dicendosi contenti di aver partecipato alla realizzazione di un progetto che pone al centro i giovani.
L’iniziativa, finanziata dalla Fondazione di Comunità del Lecchese (rappresentata l'altra sera da Maria Grazia Nasazzi), ha permesso la realizzazione di una serie di momenti dedicati sul territorio, con i giovani e gli adulti di riferimento. Non sono mancati incontri con insegnanti ed allenatori, che hanno permesso di approfondire il rapporto che li lega nell’attività sportiva.
Venerdì ci si è trovati per il punto di quanto visto in questa serie di appuntamenti in due anni e mezzo. Patrizia Rizzotti, coordinatrice del progetto, ha moderato la serata alla presenza dei ragazzi e di tutti gli enti che ne hanno preso parte.
“Tutto il progetto ha avuto come perno l’attività fisico-sportiva come fonte di relazioni e come base per gli apprendimenti, sia per i piccoli, sia per i grandi. Sono state diverse le iniziative che hanno coinvolto bambini e persone con disabilità, dai laboratori sensoriali con aziende locali allo sport integrato” ha spiegato in apertura, chiamando sul palco il parroco responsabile della pastorale giovanile Don Lorenzo Motta. “E’ un bene che ci sia tanta attenzione verso i giovani, un seme piantato con tanta cura non potrà che crescere bene. In questo modo doniamo ai nostri ragazzi energia, stimoli e creatività, non potrei essere più contento nel vedere tutto questo” ha spiegato, ringraziando tutti coloro che in questi anni hanno seguito il progetto.
Anche il sindaco Filippo Galbiati ha voluto sottolineare l’importanza di realizzare progetti di questo tipo: “il merito è tutto vostro, noi come Amministrazione abbiamo il dovere di sostenere queste iniziative ma in questo caso posso dire che il merito è veramente tutto vostro. È un percorso che nasce dal territorio e sono certo ne seguiranno molti altri in questa direzione”.
La serata è stata l’occasione per esporre le considerazioni che i referenti del progetto hanno potuto constatare lavorando sul campo, a stretto contatto con i giovani, riportando così agli operatori del settore presenti valutazioni e dati.
Centrale la relazione genitore figlio nel contesto sportivo che spesso, come ha sottolineato la referente, interviene in modo scomposto negando al giovane una parte della sua fondamentale esperienza.
Educatore è un compito difficile, affidato, tra tutte le agenzie, in primo luogo ai genitori. “E’ importante che i genitori sappiano vivere il loro ruolo, stando un passo indietro quando va tutto bene, e due passi avanti quando è difficile. Al di là di tutte le difficoltà che abbiamo riscontrato esserci già in partenza nell’approccio del singolo ragazzo all’attività sportiva, certamente importanti, la relazione con il genitore è centrale”.
Su questo punto ha insistito anche il reading teatrale realizzato da Alessio Colombo e dal pedagogista Andrea Sangalli. Partendo da alcuni estratti del testo “Mio figlio è un fenomeno” hanno sottolineato quando la percezione del genitore influisca nella mediazione esperienziale del giovane. Portano il proprio vissuto in campo, interpretano e fanno da comparsa utilizzando il proprio racconto di sé.
In chiusura è stato lasciato uno spazio all’esperienza di Anna Gray, pallavolista in serie A, intervistata da Marco Fantasia, radio telecronista in Rai che ha da poco scritto un libro “Golden Set, in cui racconta alcune situazioni vissute da giocatrici professioniste. Con l’atleta ha dunque indagato questi aspetti della vita sportiva professionista, come si palesano momenti di difficoltà e come riuscire a superarli. Molti i messaggi positivi e di riflessione diretti ai giovani presenti in sala. “L’inizio della mia carriera professionista, che mi ha portato subito lontano da casa, non è stata facile. Mi sono ritrovata in un mondo fatto solo di scuola e pallavolo, in cui spesso però non trovavo il tempo nemmeno per studiare. Lontano dalla mia famiglia e dalla mia cerchia di amici d’infanzia. Ringrazio però il mio staff e le mie compagnie che mi hanno saputo stare vicino, con i quali ho creato un legame veramente speciale. Il percorso è stato lungo, e spesso in salita, ma poi le soddisfazioni sono arrivate, accompagnate dai sorrisi di tutti quelli che hanno sempre creduto in me” ha aggiunto, dedicando tutti i suoi successi ai suoi genitori.
Anche il presidente del GSO, Massimo Colella e Patrizia Rizzotti, hanno espresso i loro ringraziamenti, dicendosi contenti di aver partecipato alla realizzazione di un progetto che pone al centro i giovani.
Sa.A.