Barzanò, ex scuola: illustrato il 30/5 il progetto di riqualificazione
Il Comune di Barzanò, Assessorato al Governo del Territorio, organizza giovedì 30 maggio alle 21, un incontro per presentare il progetto di riqualificazione dell’edificio delle ex scuole elementari.
L’appuntamento è nella sala civica di via Colli 10, dove interverranno l’architetto Roberto Spreafico che ha curato il progetto architettonico, e gli ingegneri Raffaele Perego, che si è occupato del progetto strutturale, Donato Mauri per il progetto meccanico e Mauro Pozzi per il progetto meccanico. Saranno inoltre presenti il sindaco, Gualtiero Chiricò e l’assessore al Governo del Territorio, Fernanda Veronelli.
L’incontro si inserisce in un più ampio dibattito che vuole richiamare l’attenzione su un importante edificio storico di Barzanò, custode della memoria collettiva, che da anni si è avviato verso una condizione di fatiscenza, per il quale è stato messo a punto il progetto di riqualificazione, in attesa di reperire i necessari finanziamenti per poter procedere al suo recupero.
La volontà di ragionare e confrontarsi con l’edificio delle ex scuole, è stata anche la motivazione che ha portato l’Amministrazione di Barzanò ad accogliere l’opera dell’artista Gabriele Mundula, ''La cura'', una installazione di land art, appositamente progettata e realizzata sulla facciata posteriore con corde nautiche rosse di grosse dimensioni, inaugurata lo scorso 20 aprile, che rimarrà installata fino al 9 giugno.
L’installazione ha una dimensione complessiva di 25 metri per 8, una delle più grandi mai realizzate in Brianza, e simboleggia, con una metafora visiva di grande impatto, la ferita e allo stesso tempo il desiderio di cura dello sfregio rappresentato, urbanisticamente e per l’intera collettività, da un edificio importante, centrale, custode di un pezzo di storia, che non riesce a trovare l’attenzione che merita. Con il desiderio di renderlo nuovamente protagonista della vita sociale. ''L’edificio – spiega l’artista - allo stato attuale è una ferita profonda all’interno del tessuto urbano. L’azione artistica è la manifestazione cruda dell’enorme squarcio che questo Comune ha al suo interno e che, nonostante l’impegno profuso dalle amministrazioni che negli anni si sono succedute per riadattare l’immobile e restituirlo alla comunità, chiede ora di essere curata. Estendendosi su tutto il fronte principale, l’opera intende risvegliare la coscienza dei cittadini e dar vita ad un’azione collettiva che concentri finalmente le energie necessarie per la sua risistemazione. La consapevolezza da sola non basta, serve agire. Sta a noi decidere come impegnarci per mantenere in vita la nostra identità''.
L’appuntamento è nella sala civica di via Colli 10, dove interverranno l’architetto Roberto Spreafico che ha curato il progetto architettonico, e gli ingegneri Raffaele Perego, che si è occupato del progetto strutturale, Donato Mauri per il progetto meccanico e Mauro Pozzi per il progetto meccanico. Saranno inoltre presenti il sindaco, Gualtiero Chiricò e l’assessore al Governo del Territorio, Fernanda Veronelli.
L’incontro si inserisce in un più ampio dibattito che vuole richiamare l’attenzione su un importante edificio storico di Barzanò, custode della memoria collettiva, che da anni si è avviato verso una condizione di fatiscenza, per il quale è stato messo a punto il progetto di riqualificazione, in attesa di reperire i necessari finanziamenti per poter procedere al suo recupero.
La volontà di ragionare e confrontarsi con l’edificio delle ex scuole, è stata anche la motivazione che ha portato l’Amministrazione di Barzanò ad accogliere l’opera dell’artista Gabriele Mundula, ''La cura'', una installazione di land art, appositamente progettata e realizzata sulla facciata posteriore con corde nautiche rosse di grosse dimensioni, inaugurata lo scorso 20 aprile, che rimarrà installata fino al 9 giugno.
L’installazione ha una dimensione complessiva di 25 metri per 8, una delle più grandi mai realizzate in Brianza, e simboleggia, con una metafora visiva di grande impatto, la ferita e allo stesso tempo il desiderio di cura dello sfregio rappresentato, urbanisticamente e per l’intera collettività, da un edificio importante, centrale, custode di un pezzo di storia, che non riesce a trovare l’attenzione che merita. Con il desiderio di renderlo nuovamente protagonista della vita sociale. ''L’edificio – spiega l’artista - allo stato attuale è una ferita profonda all’interno del tessuto urbano. L’azione artistica è la manifestazione cruda dell’enorme squarcio che questo Comune ha al suo interno e che, nonostante l’impegno profuso dalle amministrazioni che negli anni si sono succedute per riadattare l’immobile e restituirlo alla comunità, chiede ora di essere curata. Estendendosi su tutto il fronte principale, l’opera intende risvegliare la coscienza dei cittadini e dar vita ad un’azione collettiva che concentri finalmente le energie necessarie per la sua risistemazione. La consapevolezza da sola non basta, serve agire. Sta a noi decidere come impegnarci per mantenere in vita la nostra identità''.