Navette in sostituzione del Besanino: bilancio negativo fra ritardi e corse ''fantasma''

Per alcuni si tratta di un ''disastro annunciato''. Sta di fatto che il servizio bus, attivato in sostituzione dei treni della Lecco-Milano via Molteno, non pare essere partito sotto una buona stella, anzi. L'altro giorno in una nota, Trenord ha comunicato l'impossibilità di garantire una serie di corse previste (e non poche), a causa ''dell'indisponibilità di mezzi da parte del fornitore''. Ma c'è chi fra i pendolari, giura che molte delle navette inserite in cronotabella, non circolano affatto. Ad esempio lungo la tratta di collegamento fra Besana e Arosio, per trasferire gli utenti della S7 verso la Milano Cadorna-Asso. Qui addirittura i bus non sarebbero mai entrati effettivamente in servizio.
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La stazione ferroviaria di Cassago, una di quelle attraversate dalla linea ferroviaria del Besanino

Insomma, un vero e proprio problema per i pendolari, che già devono sopportare l'interruzione della linea per l'intera estate a causa di lavori infrastrutturali incompatibili con la circolazione ferroviaria; solo a inizio settembre - se tutto procederà per il meglio - il Besanino dovrebbe tornare a viaggiare lungo i binari, collegando la Brianza al capoluogo regionale da una parte, e a Lecco dall'altra. Stessa situazione per la Lecco-Molteno-Como, in attesa dei promessi lavori di elettrificazione le cui tempistiche ad oggi appaiono quanto mai indefinite. 
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Tornando alle navette, le perplessità su un servizio attivo ormai da una settimana sono diverse; al di là dell'assenza di alcuni dei bus annunciati, molti di quelli attivi non hanno raccolto (giustamente) il consenso dei pendolari. Stando a quanto segnalano gli stessi utenti, problematiche hanno interessato in questi giorni sia le fermate (in alcuni casi diverse da quelle previste o addirittura saltate), sia le tempistiche di percorrenza delle tratte, rivelatesi ben più lunghe di quanto indicato negli orari. Fra le lamentele infine, la capienza delle navette, il cui numero di posti a disposizione appare inferiore rispetto alle reali necessità.
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La prima settimana si è chiusa quindi con un bilancio negativo. I pendolari puntano il dito contro Trenord - per le carenze di un servizio che coinvolge decine e decine di utenti e che non sembra essere stato organizzato al meglio -  ma anche contro gli amministratori del territorio. Al netto delle elezioni, che ormai sono passate però, soltanto i sindaci di Besana e Triuggio avevano tentato un confronto con la società. Non risultano al momento azioni analoghe da parte di altri sindaci, soprattutto quelli lecchesi; serve tuttavia una presa di posizione netta sull'argomento, a tutela dei diritti dei pendolari che già penalizzati dalla chiusura della linea, sono pure costretti a fare i salti mortali per raggiungere i luoghi di studio e lavoro. Nell'indifferenza generale. 
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