Casatese: altre serrande che si abbassano, fra ristoranti e locali storici per il territorio
Era l'unico pub storico rimasto sul territorio, capace di resistere al trascorrere del tempo e forse anche al cambio di gusti da parte della clientela. A fine aprile però, il Sir Jack, storico locale di Piazza Repubblica a Casatenovo, ha chiuso i battenti, generando non poca tristezza e malinconia in molti fra coloro che in quell'esercizio avevano trascorso spensierati momenti della loro ''giovinezza'' o che ancora oggi non rinunciavano a farci un salto per una serata da trascorrere in compagnia.
Se il ''King's Head'', il ''Caggius'' o nella vicina Missaglia ''L'Up and Down'' - solo per fare alcuni esempi - avevano abbassato la saracinesca ormai da anni, per il pub della famiglia Taldo il momento è arrivato qualche settimana fa. Una chiusura che, seppur il settore non sia propriamente lo stesso, si è registrata in concomitanza con quella del ristorante San Mauro di Campofiorenzo, attività storica e dal passato glorioso, cessata appunto in primavera, che si affacciava sulla medesima arteria, la SP51. E ancora sulla stessa strada, questa volta però in Via Roma, aveva sede la gastronomia bolognese aperta un paio d'anni fa o poco più, al posto della quale di recente è spuntato il cartello ''affittasi''.
Il momento per alcuni dei pubblici esercizi del Casatese non sembra dunque felicissimo. Spostandoci di qualche chilometro più a nord infatti, ha generato parecchio dispiacere soprattutto nell'affezionata clientela, la chiusura dello Stramania, ristorante che si affacciava sulla SP51 a Barzanò. Un altro locale punto di riferimento, amato tanto per la pizza, quanto per il servizio offerto per quel che riguarda i pranzi di lavoro. Qui la saracinesca si è abbassata - senza più rialzarsi - a inizio maggio, con disagi anche per gli utenti dei pullman di linea, dal momento che l'esercizio forniva (ormai da solo, perlomeno a Barzanò) anche la possibilità di acquistare biglietti o abbonamenti. Se il Sir Jack dovrebbe lasciare il posto ad un'altra attività, in questo caso non sappiamo cosa accadrà.
A poche decine di metri di distanza, già in territorio di Monticello, aveva cessato l'attività lo scorso anno un'altra attività storica: il Sunflower Cafè, a Torrevilla. Terminata ormai da tempo l'avventura della precedente gestione, pare tuttavia che la struttura sia destinata ad una prossima riapertura; proprio in questi giorni l'edificio di Via Provinciale è visibillmente avvolto da impalcature, interessato dunque da lavori di ristrutturazione, mentre nelle scorse settimane uno striscione annunciava l'arrivo di una nuova attività.
Sembra durata poco, sempre a Monticello, l'avventura dell'osteria e pizzeria Del Bacco. Lo storico ristorante che diversi anni fa aveva sede in Via Sirtori, nel cuore del paese, aveva riaperto sul finire del 2022 nei locali dell'ex Hemingway a Monticello, altro pub storico e punto di riferimento per i giovani del Casatese, con attività cessata nel periodo Covid dopo oltre quindici anni intensi. Da qualche settimana però, l'ingresso al ristorante che si affaccia sulla SP54, all'incrocio fra Via Roma e Via Monte Grappa, risulta chiuso, senza cartelli che forniscano eventuali indicazioni.
Insomma, seppur le motivazioni di queste chiusure siano del tutto personali e magari differenti l'una dall'altra, quello che registriamo è senza dubbio un impoverimento del tessuto commerciale e dunque dei luoghi destinati all'aggregazione nel territorio.
Se il ''King's Head'', il ''Caggius'' o nella vicina Missaglia ''L'Up and Down'' - solo per fare alcuni esempi - avevano abbassato la saracinesca ormai da anni, per il pub della famiglia Taldo il momento è arrivato qualche settimana fa. Una chiusura che, seppur il settore non sia propriamente lo stesso, si è registrata in concomitanza con quella del ristorante San Mauro di Campofiorenzo, attività storica e dal passato glorioso, cessata appunto in primavera, che si affacciava sulla medesima arteria, la SP51. E ancora sulla stessa strada, questa volta però in Via Roma, aveva sede la gastronomia bolognese aperta un paio d'anni fa o poco più, al posto della quale di recente è spuntato il cartello ''affittasi''.
Il momento per alcuni dei pubblici esercizi del Casatese non sembra dunque felicissimo. Spostandoci di qualche chilometro più a nord infatti, ha generato parecchio dispiacere soprattutto nell'affezionata clientela, la chiusura dello Stramania, ristorante che si affacciava sulla SP51 a Barzanò. Un altro locale punto di riferimento, amato tanto per la pizza, quanto per il servizio offerto per quel che riguarda i pranzi di lavoro. Qui la saracinesca si è abbassata - senza più rialzarsi - a inizio maggio, con disagi anche per gli utenti dei pullman di linea, dal momento che l'esercizio forniva (ormai da solo, perlomeno a Barzanò) anche la possibilità di acquistare biglietti o abbonamenti. Se il Sir Jack dovrebbe lasciare il posto ad un'altra attività, in questo caso non sappiamo cosa accadrà.
A poche decine di metri di distanza, già in territorio di Monticello, aveva cessato l'attività lo scorso anno un'altra attività storica: il Sunflower Cafè, a Torrevilla. Terminata ormai da tempo l'avventura della precedente gestione, pare tuttavia che la struttura sia destinata ad una prossima riapertura; proprio in questi giorni l'edificio di Via Provinciale è visibillmente avvolto da impalcature, interessato dunque da lavori di ristrutturazione, mentre nelle scorse settimane uno striscione annunciava l'arrivo di una nuova attività.
Sembra durata poco, sempre a Monticello, l'avventura dell'osteria e pizzeria Del Bacco. Lo storico ristorante che diversi anni fa aveva sede in Via Sirtori, nel cuore del paese, aveva riaperto sul finire del 2022 nei locali dell'ex Hemingway a Monticello, altro pub storico e punto di riferimento per i giovani del Casatese, con attività cessata nel periodo Covid dopo oltre quindici anni intensi. Da qualche settimana però, l'ingresso al ristorante che si affaccia sulla SP54, all'incrocio fra Via Roma e Via Monte Grappa, risulta chiuso, senza cartelli che forniscano eventuali indicazioni.
Insomma, seppur le motivazioni di queste chiusure siano del tutto personali e magari differenti l'una dall'altra, quello che registriamo è senza dubbio un impoverimento del tessuto commerciale e dunque dei luoghi destinati all'aggregazione nel territorio.