Nibionno: ricordi ed emozioni alla presentazione del libro dedicato a Tino Conti

''Tino Conti si racconta'' è il titolo scelto per il nuovo libro dell’ex ciclista su strada, professionista dal 1969 al 1978, Costantino Conti, in cui l’autore stesso rivive i momenti salienti della sua carriera, intrecciati a piccoli aneddoti della sua vita privata.
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Tino Conti, protagonista del pomeriggio

Su invito dell’amministrazione comunale di Nibionno, nel pomeriggio di sabato 22 giugno, nel salone polivalente dell’oratorio di Cibrone, l’ex campione ha avuto occasione di presentare la sua opera alla comunità, sotto lo sguardo di parenti e amici che lo hanno accompagnato nel corso degli anni. Durante l’intervista, condotta dall’addetto stampa e comunicazione della Provincia di Lecco, Samuele Biffi, è stato affiancato dal giornalista sportivo Sergio Meda e Gianfranco Josti, insieme all’ex ciclista e dirigente sportivo Marino Vigna.  
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''A nome dell’amministrazione comunale - ha esordito il sindaco Laura Di Terlizzi - siamo contenti di essere qui a ricordare emozioni e momenti significativi di questo grande campione, cittadino di Nibionno. Qualche mese fa, infatti, Tino è arrivato nel mio ufficio e mi ha portato la sua creazione, in modo un po’ sfiduciato dal momento che aveva scritto di pugno, senza aiuti. Allora il Comune ha colto questa opportunità, per celebrare tutte le imprese del nostro grande orgoglio nibionnese: come ricordava anche Samuele, uno dei tanti, tra cui anche Ernesto Donghi, Antonio Penati e tanti altri qui presenti. Il ciclismo è uno sport importante per tutto il paese, per questo abbiamo voluto omaggiare questo atleta con questa giornata di condivisione non solo di fatiche, ma anche emozioni e gioie che voi cittadini ci donate''.
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Al centro il sindaco Laura Di Terlizzi e accanto l'assessore Davide Biffi

A salire sul palco è stato invitato anche Antonio Penati, giudice di gara e appassionato di ciclismo, che ha contribuito alla scrittura del libro. ''Avevo conservato tanto materiale - ha raccontato l’esperto - quindi ci siamo messi in pista e abbiamo svolto un lavoro di ricerca. La prima parte riguarda la sezione giovanile, in cui ho collaborato, mentre la seconda riguarda un frammento più recente. Sono felice del risultato e penso anche a chi lo abbia letto, soprattutto perché il ciclismo comasco in questo momento si è un po’ spento. In questo libro, invece, mostra i successi di Tino: a partire dal terzo posto al Mondiale, il suo anno d’oro nel ‘67 fino ad arrivare alle Olimpiadi. Accumulare quattordici vittorie da allievo non è traguardo di poco valore: questo importante obiettivo verrà sempre ricordato in questo scritto''.
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Vittorie e successi che, come ha sottolineato il protagonista stesso dell’iniziativa, si ottengono solo con le persone giuste al proprio fianco. ''Penso che per un atleta, una moglie sia la persona più importante che possa esserci: al termine di una gara, che si sia rivelata un successo o un fallimento, c’è bisogno di una persona che dia il morale giusto. Io, per fortuna, ho avuto mia moglie che, nonostante tutto, mi sopportava e mi dava i consigli giusti, oltre a mettermi in riga'' ha ricordato in modo affettuoso il corridore. 
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Oltre alla presenza fondamentale della sua dolce metà, un ringraziamento sentito è stato rivolto anche a Ernesto Donghi. ''Con lui è nata la passione per il ciclismo: insieme anche a suo fratello, eravamo soliti prendere la bicicletta Torpado. La prima volta che sono salito sopra una bici è stata in oratorio: stavo giocando a biglie, quando mi hanno proposto di fare una corsa fino a Onno. Dopo questa pedalata ero sfinito e i miei amici sono stati costretti ad accompagnarmi a casa, ma da lì è nato tutto, dalle gare in oratorio fino alla carriera da professionista'' ha detto Conti.
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Nel testo però, vengono rievocati anche momenti di difficoltà e di sacrificio, che colorano la vita di un atleta professionista. ''Ho commesso anche errori: ho cominciato a combinarli nel ‘67, anno in cui avevo voglia di correre e confrontarmi con altri professionisti, tra cui il mio rapporto di tensione con il direttore generale della squadra di cui facevo parte, Vincenzo Giacotto. Tra le pagine racconto alcuni episodi e ingiustizie che mi sono capitate e come le ho affrontate. Per questa ragione il progetto è rivolto ai giovani: attraverso la mia esperienza vorrei dare loro un esempio, per non commettere i miei stessi sbagli e come affrontare momenti difficili''.
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Questo spunto di riflessione racchiude lo spirito di questo sport che, in apparenza, potrebbe sembrare individuale; al contrario, senza una squadra che supporta l’atleta, il singolo non riesce a superare gli ostacoli. Occasione di confronto che è poi proseguita nel corso di un piccolo momento conviviale, che ha aperto la vendita del libro al pubblico.
V.I.
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