Costa, Villa Beretta: l'esoscheletro Atalante X festeggia il primo anno di impiego clinico

È passato un anno da quando il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute (VBRRII) ha iniziato a utilizzare nella pratica clinica Atalante X, il primo esoscheletro al mondo che permette alle persone con severe disfunzioni del cammino a causa di una lesione midollare o cerebrale di camminare con le mani libere, senza appoggiarsi ad alcun sostegno.
Il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute, istituto di ricerca e innovazione dedicato alla Medicina Riabilitativa che opera in stretta sinergia con il Centro di Riabilitazione Villa Beretta di Costa Masnaga, presidio dell’Ospedale Valduce di Como, sotto la Direzione Clinica del dottor Franco Molteni, ha annunciato che i risultati osservati in questi dodici mesi, con oltre un milione di passi compiuti all’interno del centro di riabilitazione, sono stati significativi.
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Il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute si dedica al recupero dello Human Functioning, il funzionamento dell’individuo, inteso come la capacità di agire e interagire con l’ambiente che lo circonda, esprimendo comportamenti che ne definiscano l’identità in modo coerente con il suo stato di salute. Recuperare e migliorare lo human functioning a seguito di disabilità che derivano da lesioni del sistema nervoso centrale è l’obiettivo ultimo dell’attività clinica e di ricerca, che si sviluppa secondo un innovativo approccio interdisciplinare e biotech. La Medicina Riabilitativa, infatti, si iscrive nel contesto scientifico della Network and Systems Medicine, o medicina della complessità, che integra e coordina in modo interdisciplinare medicina, biologia, neuropsicologia, psicologia, scienza della nutrizione, bioingegneria, scienze sociali e umanistiche. Grazie alla forte sinergia tra l’istituto di ricerca e il centro di riabilitazione, l’attività è ‘bench to patient’: dal laboratorio direttamente al paziente.
Un anno fa è stato presentato e introdotto nell’istituto il primo cobot (''collaborative robot'', ovvero robot capaci di creare un ''ponte'' tra l’intenzione di una persona e la realizzazione di un gesto) che rappresenta una rivoluzione della tecnologia riabilitativa indossabile: è dotato di un software che interagisce con quello che fa la persona che lo indossa, al punto da coadiuvarne il pensiero e l’intenzione di movimento. L’innovazione del dispositivo consiste nella possibilità di consentire alle persone di coordinarsi e muoversi senza supporti e senza l’aiuto di un fisioterapista. La persona interagisce, viene guidata e allo stesso tempo guida il cobot.
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''Fin dal principio, abbiamo voluto verificare che cosa significasse ai fini del recupero della funzione usare Atalante X in modo non convenzionale, camminando non solo in avanti, ma anche lateralmente e all’indietro'' spiega il Direttore Clinico Franco Molteni. ''I feedback dei pazienti ci hanno colpito molto: per loro, non si tratta solo di recuperare il cammino, ma anche la padronanza del movimento del corpo nello spazio. Un altro punto fondamentale è stato il controllo del tronco, che grazie a questo esoscheletro viene sostenuto e sospinto in avanti in modo molto più naturale, favorendo così il ripristino dell’equilibrio e della coordinazione globale. Questi due elementi sono biologicamente fondamentali per riattivare i circuiti neurali e migliorare le attività cognitive e di percezione dello spazio''. 
L’evento di ieri segna anche l’ingresso del dottor Franco Molteni nel board scientifico di Wandercraft per sviluppare ulteriormente Atalante X e il nuovissimo Esoscheletro Personale annunciato nel dicembre 2013. Wandercraft è un’azienda multinazionale che sviluppa e produce questi dispositivi innovativi dotati di 12 motori posizionati all’altezza delle articolazioni che stabilizzano le caviglie, le ginocchia e le anche, per permettere alla persona di mantenere l’equilibrio con le mani libere durante la deambulazione. 
L’Esoscheletro Personale, o versione ''home'', come è stato soprannominato, è nelle fasi finali di ricerca e sviluppo ed entrerà presto nella fase di trial clinici negli Stati Uniti. Nei prossimi anni Wandercraft prevede di metterlo a disposizione delle persone con lesione del midollo spinale prima nel mercato americano e poi in quello europeo. 
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''A differenza di Atalante, che si concentra sulla riabilitazione, l’Esoscheletro Personale è pensato per un utilizzo quotidiano, sia a casa sia nella vita nella comunità'' spiega Maria Ida Iacono, Global Chief of Regulatory, Quality and Clinical Affair di Wandercraft. ''Il dispositivo per uso domestico crea un mondo di nuove possibilità in termini di libertà personale di movimento e di interazione sociale, come la possibilità di stabilire un contatto visivo diretto con gli altri, e questo riguarda anche le persone che convivono con le forme più severe di impedimento al cammino e difficoltà di movimento. Proprio come Atalante X, l’obiettivo dell’Esoscheletro Personale è migliorare la qualità della vita e ridurre le conseguenze fisiologiche e psicologiche dell’immobilità. Stiamo già assistendo agli effetti delle sessioni riabilitative con l’esoscheletro per l’assistenza al cammino e non vediamo l’ora di vedere che cosa succederà quando le persone cammineranno anche a casa''. 
La versione domestica dell’esoscheletro apre le porte a due scenari differenti. ''Dal punto di vista biologico, sarà interessante osservare in che modo i sistemi neuro-sensorimotori vengono rimodulati grazie all’utilizzo dell’esoscheletro in una situazione ecologica e per tempi finora inimmaginabili'' conclude il dottor Franco Molteni. ''La stazione eretta, unita alla libertà di muovere gli arti superiori, che non devono sostenere il corpo in alcun modo, permetterà inoltre alla persona di immaginare nuovamente l’interazione sociale. Ancora una volta, la tecnologia è in grado di stravolgere in positivo il senso dell’azione''.
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