La poesia di Umberto Colombo/83: per quanto siamo sulla terra?

Un passaggio terreno. La nostra vita è questa, ridotto in maniera banale e semplicistica. Eppure, si è interrogato Umberto Colombo, per quanto tempo rimaniamo su questa terra? È una risposta che non si trova in un limite temporale, ma forse, come ci invita a fare questa poesia, guardando dentro noi stessi, possiamo cercare di vivere l’esistenza nella maniera più affine al nostro essere, alla nostra essenza, che - alla fine di tutto – è quel che conta. Non possiamo perderci dietro il correre quotidiano e far sfiorire il nostro essere: possiamo invece continuare a mantenerci fedeli a esso e a coltivarlo. 
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Umberto Colombo introduce la sua opera settimanale con queste parole: ''Noi siamo sulla terra per quanto? È una risposta difficile da trovare. Si viaggia a supposizioni o solo con speranza? Ragionandoci, la risposta non viene se pur con tutte le credenze o le lanterne magiche. Io ho tradotto questa domanda in una poesia che non dice molto ma può dire il tutto. Stiamo chiamando il destino, ma il destino non c’entra niente. Noi siamo una capsula con dentro noi stessi e da qui nasce la nostra vita e la nostra intelligenza. Quindi, viva noi stessi''.

Chi sa…il vivo in vigoria quanto rimane?
 
Si può avere una seconda vita
una terza, una quarta, una quinta
una sesta, una settima, sul mai finita
o il forse può dipender da una spinta?
 
Lo vedo, lo credo, lo faccio o lo sono?
Non v’è materia per studiar la cosa
provo e riprovo, ma il tutto è sottotono
solo balbuzie sullo svestir qualcosa
 
Nel concentrarmi io sento da lontano
un sussurro, ma è quasi inesistente,
il ronzio che mi giunge piano piano
è troppo tenue e non capisco niente
 
Questo l’indizio per una vera soluzione
la risposta esiste ma non si sente ancora
il tema si raccoglie in avversa conclusione
se il fine sta sul prima o il dopo sfiora?
 
Mistero che vien d’innanzi all’epicentro tolto
non mai da vita in vita si è raccolto il sogno
solo all’arcano alfin in realtà sarà risolto
e il corso della morte ne svelerà il bisogno
 
In filosofia incerta riman la soluzione
lontano è quel pensier di tale mondo
non puoi fluttuando trovarne la ragione
il vero è ancor lontano dal rotondo
 
Mi vale restar fermo sul già destino
non trovo e non vedo il fato assai profondo
restar dovrò sul mio real cammino
Il mondo è sempre stato tondo tondo
 
Umberto Colombo
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