Oggiono: in Piazza Alta una serata di grande riflessione
''Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda''. Le parole di San Paolo, tratte dalla Lettera ai Romani, sono state la fonte di ispirazione per l’evento che il Lions Club Castello Brianza Laghi, con la collaborazione della Comunità pastorale San Giovanni Battista, ha organizzato a Oggiono lo scorso giovedì 11 luglio, ''L’ha detto San Paolo!'', dedicandolo agli imminenti Giochi olimpici e al Tour de France, e che ha visto la numerosa presenza di oltre un centinaio di persone. La soiree aveva la finalità di raccogliere fondi per contribuire al sostegno di progetti educativi della Parrocchia, grazie anche agli sponsor Eusider Group, BCC Valle del Lambro, Assicurazioni Generali – Agenzia di Oggiono, Cattaneo Grafiche.
Dopo cento anni, la Grande Boucle riaccoglie in terra di Francia, a Parigi, le Olimpiadi, chiamate come non mai in questa edizione a imporsi come “momento di tregua” a tutte le gravi crisi internazionali in corso. La ricorrenza ha quindi suggerito un dialogo canoro tra le due grandi manifestazioni che facesse emergere il più puro sentimento sportivo. L’ingresso di due studentesse dell’Istituto Bachelet di Oggiono ha aperto la serata sulle note dell’inno olimpico, arricchendo di ulteriore suggestione la già suggestiva atmosfera che regna in Piazza Alta: portando un lumino, posto poi al centro della scena, si è idealmente fatto riferimento all’accensione della fiamma olimpica, resa flebile e piccola proprio dalle guerre in corso, ma non spenta, come la speranza di Pace. Altre studentesse sono intervenute ancora nel corso della serata, con movimenti coreografici di step, con la coordinazione della professoressa Monica Riva.
Nell’intento degli organizzatori e della regia della serata, il messaggio paolino si è intarsiato ai valori del fair play e dell’unione tra i popoli, concretizzandosi nel racconto musicale di storie iconiche che hanno caratterizzato alcune edizioni dei due eventi sportivi: in particolare l’amicizia tra Jesse Owens e Luz Long a Berlino 1936, l’impresa straordinaria di Gino Bartali al Tour de France 1948 (si coglie l’occasione per ricordare che - a km 0 - il Museo del ciclimo del Ghisallo custodisce la mitica bicicletta 31 con cui il grande campione corse quel Tour), l’amore tra Olga Fikotova e Hal Connolly a Melbourne 1956. Una parentesi speciale del recital è stata riservata al ricordo dei momenti drammatici della morte di Fabio Casartelli al Tour 1995, del massacro di Tlatelolco a Città del Messico 1968 e della strage al villaggio olimpico a Monaco 1972.
Protagonisti della serata sono stati i componenti dell’ensemble d’eccezione The Flying Duck on the bow: Paola Santomassimo e Cristian Forte hanno dato idealmente voce agli spiriti dei Giochi e del Tour, interpretando con intenso pathos e grande sensibilità brani famosi , tra cui Amigos para siempre (inno di Barcellona 1992), The impossibile dream, One moment in time, Heroes; Margherita Santomassimo al piano, superlativa jazzista nonché curatrice degli originali ri-arrangiamenti; Francesco Manzoni, magistrale trombettista dalla straordinaria capacità di passaggi di fiato capaci di tenere sempre fluida l’esecuzione senza perdere di intensità; al basso Carlo Santomassimo, colonna importante del gruppo nel sostenere con esperienza e bravura la continuità ritmica e il contesto armonico; Marco Castiglioni, batterista, dalla tecnica elegante, il timing perfetto e la raffinatezza di farsi sentire senza mai sovrastare i colleghi di palco. I tecnici di Pi.Sa Service hanno supportato con professionalità e serietà nella gestione delle luci e del suono.
Ogni storia, raccontata in apertura di canzone e testimoniata da alcuni soci Lions, Emilio Panzeri, Marco Manzoni, Umberto Corti e Elena Ornaghi, si concludeva con un sibillino ''parola più, parola meno l’ha detto San Paolo''. In chiusura di serata è stato rivelato larcano: le vicende ricordate erano infatti associate a diversi princìpi dell’Apostolo di Tarso, che è solito nei suoi scritti usare metafore sportive. Non solo: il connubio San Paolo – Olimpiadi nasce anche da un’altra circostanza. Nel 1908, durante le Olimpiadi di Londra, il vescovo anglicano Ethelbert Talbot prese spunto da una massima paolina, “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo”, per pronunciare in una omelia che “I Giochi stessi sono più importanti della gara e sono il vero premio. San Paolo ci dice quanto sia insignificante il premio in sé, il nostro premio invece non è corruttibile e sebbene solo uno può cingersi della corona d'alloro, tutti possono provare la gioia di partecipare alla competizione. Pertanto, ogni incoraggiamento deve essere dato all'interesse gioioso, potrei anche dire salvifico, che deriva dagli sport partecipati, equi e puliti”. De Coubertin prese spunto proprio da quel sermone per quello che diventerà il motto olimpico più famoso, "L'importanza di queste Olimpiadi non è tanto vincere quanto parteciparvi".
Il pubblico si è fatto trascinare sempre di più man mano che lo spettacolo proseguiva, ed è stato direttamente e simpaticamente coinvolto alla fine in una sorta di gioco a quiz alla Rischiatutto. I presenti sono stati chiamati a indovinare alcuni “easter eggs”, dei contenuti nascosti all’interno del testo di tutta la performance, e che facevano riferimento ad altre ricorrenze che cadono nel 2024: i 70 anni della Rai, i 100 anni della morte di Guglielmo Marconi, il centenario di fondazione della Metro Goldwyn Mayer (omaggiato con un'interpretazione jazz della colonna sonora di Via col vento), i 100 anni della nascita di Mike Bongiorno. L’ultimo easter egg è stato proprio l’enigmatico nome del gruppo musicale, svelato da un contributo audio: la trascinante telecronaca di Giampiero Galeazzi della finale olimpica del quattro di coppia di canottaggio a Sydney 2000, vinta da Agostino Abbagnale, Rossano Galtarossa, Alessio Sartori e Simone Raineri. L’appassionata incitazione “andiamo a vincere…” fu seguita dalla descrizione in diretta, fatta dal mitico Bisteccone, di una scena inconsueta proprio al taglio del traguardo: “c’è anche un’anatra che vola sulla prua”.
Parole piene di stima e di apprezzamento, non solo per la qualità delle esecuzioni ma anche per il taglio etico e morale dato alla serata, sono state espresse dalla sindaca Chiara Narciso e dal prevosto don Maurizio Mottadelli al momento dei saluti conclusivi.
Grande soddisfazione al termine per il neo presidente del Lions Club Castello Brianza Laghi Valter Sala, che ha raccolto il passaggio del testimone da Pietro Galbiati: ''Anzitutto mi corre l’obbligo di ringraziare i volontari dell’oratorio, Stefano Valtorta, Emilio Limonta, Dario Frigerio e Gianluca Vismara per l’allestimento e la logistica. Come Lions la nostra mission è metterci a servizio della nostra comunità, ossia darci modo di migliorare la salute e il benessere e aiutare chi ne ha più bisogno grazie al servizio umanitario e a contributi di impatto globale, oltre a promuovere la pace e favorire la comprensione internazionale. Per questo ci è sembrato appropriato proporre come tema del nostro tradizionale appuntamento di mezza estate il valore olimpico, riconoscendo proprio nello sport uno strumento di comprensione tra i popoli''.
Dopo cento anni, la Grande Boucle riaccoglie in terra di Francia, a Parigi, le Olimpiadi, chiamate come non mai in questa edizione a imporsi come “momento di tregua” a tutte le gravi crisi internazionali in corso. La ricorrenza ha quindi suggerito un dialogo canoro tra le due grandi manifestazioni che facesse emergere il più puro sentimento sportivo. L’ingresso di due studentesse dell’Istituto Bachelet di Oggiono ha aperto la serata sulle note dell’inno olimpico, arricchendo di ulteriore suggestione la già suggestiva atmosfera che regna in Piazza Alta: portando un lumino, posto poi al centro della scena, si è idealmente fatto riferimento all’accensione della fiamma olimpica, resa flebile e piccola proprio dalle guerre in corso, ma non spenta, come la speranza di Pace. Altre studentesse sono intervenute ancora nel corso della serata, con movimenti coreografici di step, con la coordinazione della professoressa Monica Riva.
Nell’intento degli organizzatori e della regia della serata, il messaggio paolino si è intarsiato ai valori del fair play e dell’unione tra i popoli, concretizzandosi nel racconto musicale di storie iconiche che hanno caratterizzato alcune edizioni dei due eventi sportivi: in particolare l’amicizia tra Jesse Owens e Luz Long a Berlino 1936, l’impresa straordinaria di Gino Bartali al Tour de France 1948 (si coglie l’occasione per ricordare che - a km 0 - il Museo del ciclimo del Ghisallo custodisce la mitica bicicletta 31 con cui il grande campione corse quel Tour), l’amore tra Olga Fikotova e Hal Connolly a Melbourne 1956. Una parentesi speciale del recital è stata riservata al ricordo dei momenti drammatici della morte di Fabio Casartelli al Tour 1995, del massacro di Tlatelolco a Città del Messico 1968 e della strage al villaggio olimpico a Monaco 1972.
Protagonisti della serata sono stati i componenti dell’ensemble d’eccezione The Flying Duck on the bow: Paola Santomassimo e Cristian Forte hanno dato idealmente voce agli spiriti dei Giochi e del Tour, interpretando con intenso pathos e grande sensibilità brani famosi , tra cui Amigos para siempre (inno di Barcellona 1992), The impossibile dream, One moment in time, Heroes; Margherita Santomassimo al piano, superlativa jazzista nonché curatrice degli originali ri-arrangiamenti; Francesco Manzoni, magistrale trombettista dalla straordinaria capacità di passaggi di fiato capaci di tenere sempre fluida l’esecuzione senza perdere di intensità; al basso Carlo Santomassimo, colonna importante del gruppo nel sostenere con esperienza e bravura la continuità ritmica e il contesto armonico; Marco Castiglioni, batterista, dalla tecnica elegante, il timing perfetto e la raffinatezza di farsi sentire senza mai sovrastare i colleghi di palco. I tecnici di Pi.Sa Service hanno supportato con professionalità e serietà nella gestione delle luci e del suono.
Ogni storia, raccontata in apertura di canzone e testimoniata da alcuni soci Lions, Emilio Panzeri, Marco Manzoni, Umberto Corti e Elena Ornaghi, si concludeva con un sibillino ''parola più, parola meno l’ha detto San Paolo''. In chiusura di serata è stato rivelato larcano: le vicende ricordate erano infatti associate a diversi princìpi dell’Apostolo di Tarso, che è solito nei suoi scritti usare metafore sportive. Non solo: il connubio San Paolo – Olimpiadi nasce anche da un’altra circostanza. Nel 1908, durante le Olimpiadi di Londra, il vescovo anglicano Ethelbert Talbot prese spunto da una massima paolina, “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo”, per pronunciare in una omelia che “I Giochi stessi sono più importanti della gara e sono il vero premio. San Paolo ci dice quanto sia insignificante il premio in sé, il nostro premio invece non è corruttibile e sebbene solo uno può cingersi della corona d'alloro, tutti possono provare la gioia di partecipare alla competizione. Pertanto, ogni incoraggiamento deve essere dato all'interesse gioioso, potrei anche dire salvifico, che deriva dagli sport partecipati, equi e puliti”. De Coubertin prese spunto proprio da quel sermone per quello che diventerà il motto olimpico più famoso, "L'importanza di queste Olimpiadi non è tanto vincere quanto parteciparvi".
Il pubblico si è fatto trascinare sempre di più man mano che lo spettacolo proseguiva, ed è stato direttamente e simpaticamente coinvolto alla fine in una sorta di gioco a quiz alla Rischiatutto. I presenti sono stati chiamati a indovinare alcuni “easter eggs”, dei contenuti nascosti all’interno del testo di tutta la performance, e che facevano riferimento ad altre ricorrenze che cadono nel 2024: i 70 anni della Rai, i 100 anni della morte di Guglielmo Marconi, il centenario di fondazione della Metro Goldwyn Mayer (omaggiato con un'interpretazione jazz della colonna sonora di Via col vento), i 100 anni della nascita di Mike Bongiorno. L’ultimo easter egg è stato proprio l’enigmatico nome del gruppo musicale, svelato da un contributo audio: la trascinante telecronaca di Giampiero Galeazzi della finale olimpica del quattro di coppia di canottaggio a Sydney 2000, vinta da Agostino Abbagnale, Rossano Galtarossa, Alessio Sartori e Simone Raineri. L’appassionata incitazione “andiamo a vincere…” fu seguita dalla descrizione in diretta, fatta dal mitico Bisteccone, di una scena inconsueta proprio al taglio del traguardo: “c’è anche un’anatra che vola sulla prua”.
Parole piene di stima e di apprezzamento, non solo per la qualità delle esecuzioni ma anche per il taglio etico e morale dato alla serata, sono state espresse dalla sindaca Chiara Narciso e dal prevosto don Maurizio Mottadelli al momento dei saluti conclusivi.
Grande soddisfazione al termine per il neo presidente del Lions Club Castello Brianza Laghi Valter Sala, che ha raccolto il passaggio del testimone da Pietro Galbiati: ''Anzitutto mi corre l’obbligo di ringraziare i volontari dell’oratorio, Stefano Valtorta, Emilio Limonta, Dario Frigerio e Gianluca Vismara per l’allestimento e la logistica. Come Lions la nostra mission è metterci a servizio della nostra comunità, ossia darci modo di migliorare la salute e il benessere e aiutare chi ne ha più bisogno grazie al servizio umanitario e a contributi di impatto globale, oltre a promuovere la pace e favorire la comprensione internazionale. Per questo ci è sembrato appropriato proporre come tema del nostro tradizionale appuntamento di mezza estate il valore olimpico, riconoscendo proprio nello sport uno strumento di comprensione tra i popoli''.