Colle B.za: sopralluoghi del WWF per monitorare i gamberi. Esito positivo

Esito positivo per quel che riguarda la sopravvivenza dei gamberi autoctoni nel torrente Bevera a Colle Brianza. Nei mesi di aprile e luglio, i volontari del WWF Lecco, coordinati dal consigliere dell’associazione, dott. Raoul Manenti, insieme ai biologi Beatrice Caimi e Matteo Galbiati, nonché al personale del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, hanno provveduto ad effettuare alcuni sopraluoghi nel tratto del corso d'acqua interessato, nello scorso autunno, dalla moria di crostacei.
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Finalità del sopralluogo era quella di verificare l’attuale situazione della popolazione di gamberi, nonché il funzionamento delle barriere posizionate nel novembre 2023 sul torrente. 
''Nel corso delle osservazioni effettuate sia in aprile sia in luglio, infatti, sono stati rilevati i seguenti dati: a valle della prima barriera, assenza di gamberi di fiume (non erano presenti né esemplari vivi, né esemplari morti); a monte già della prima delle due barriere, invece, è stato possibile osservare diversi individui vivi e attivi fin dal mese di aprile. Nell’ultimo sopralluogo di luglio, poi, nel tratto a monte sia della prima che della seconda barriera è stata osservata in media una densità di 0,75 gamberi/m2, peraltro considerando solo i gamberi più lunghi di 4 cm'' fanno sapere dal WWF. 
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Nei prossimi giorni si provvederà pertanto a rimuovere la seconda barriera; la prima, invece, per prudenza sarà mantenuta almeno sino ai mesi autunnali. Tra ottobre e novembre sono poi previsti intensi monitoraggi, volti a valutare lo status della popolazione di gamberi. 
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''Sicuramente una bella notizia, resa ancora migliore dalla consapevolezza che questo risultato sia stato raggiunto grazie alla collaborazione di WWF Lecco con il Comune di Colle Brianza e l’ERSAF, nonché grazie all’indispensabile supporto delle associazioni del territorio (Associazione Amici del Monte di Brianza, Comitato per la difesa delle Bevere e del Fiume Lambro, WWF Insubria) e al generoso contributo economico della cittadinanza. L’attenzione non deve però sopirsi: il tratto attualmente interessato dalla presenza dei gamberi è solo una piccola porzione di quello inizialmente occupato; inoltre, presenta caratteristiche non così ottimali come i tratti a valle in cui è avvenuta la moria. La sfida - conclude la nota dell'associazione - potrà dirsi davvero vinta solo se, nei prossimi anni, la popolazione di gamberi di fiume riprenderà la propria originaria estensione (sia numerica, sia in termini di diffusione geografica) e se, ovviamente, simili eventi di moria non si ripeteranno''.
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