Borsellino e le stragi: non si può non schierarsi apertamente
Ci sono coincidenze che fanno pensare perché inducono a ricercare possibili legami tra fatti e persone.
Che il legame di una stessa data di morte, il 19 Luglio, tra Paolo Borsellino e il giornalista Andrea Purgatori appartenga all'insondabile destino umano ma al contempo non possa non attestare perlomeno un'affinità di valori ritengo vada ben oltre l'irrazionalità.
Se poi si aggiunge un coincidente lutto personale allora ci si può sentire ulteriormente chiamati in causa.
Come allora non essere scossi dalla visione dell'imperdibile documento/verità andato in onda proprio venerdì 19 su La7 “Speciale Atlantide - Andrea Purgatori, Borsellino e le stragi”?
https://www.la7.it/atlantide/rivedila7/speciale-atlantide-andrea-purgatori-borsellino-e-le-stragi-20-07-2024-552535
Il tema è quello da far tremare i polsi a tutti coloro che non girano la testa dall'altra parte rispetto all'ineludibile palese scontro tra chi instancabilmente ricerca la verità non solo sulla stagione stragista del 92-94 e le forze che vi si oppongono spesso in modo anche strisciante.
Strisciante perché alle esplicite e ricorrenti accuse di partigianeria e accanimento rivolte non solo da parte di certa stampa ai magistrati che indagano e istruiscono processi chiamando alla sbarra anche eminenti componenti delle nostre istituzioni spesso si sommano azioni di subdola e insinuante delegittimazione da parte dei politici.
Un vero e proprio rovesciamento delle parti, purtroppo tipico del nostro martoriato Paese che fa riecheggiare emotivamente il significativo testo di Franco Battiato “Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos'è il pudore, Si credono potenti e gli va bene ...”.
https://www.youtube.com/watch?v=gfHpWwWu-qY.
Nell'arco di 3 ore e mezza l'apprezzata prosa asciutta del coraggioso e purtroppo compianto giornalista Andrea Purgatori e sopratutto la puntuale esposizione di fatti e avvenimenti rappresenta invece il tentativo ad uso di cittadini e di tutti gli uomini di buona volontà di interrogarsi a fondo sulle cause, sulle complicità, sulle inerzie, sulle inspiegabili contraddizioni logiche che hanno intessuto questi fatti e avvenimenti nel loro oggettivo svilupparsi nel tempo, spesso concatenandosi tra loro.
Ma più che le parole di possibili commenti a questo coraggioso e documentato vero e proprio servizio pubblico conta la diretta visione dei suoi contenuti.
Certo è che come cittadini abbiamo il diritto/dovere di sapere se è esistito e continua ad esistere uno “Stato parallelo” connivente e colluso con la mafia e le mafie (e che magari le usa per i propri inconfessabili fini) che inquina sistematicamente il nostro vivere civile, sociale ed economico. Del resto la P2 è lì storicamente e concretamente a dimostrarne la reale possibilità.
Un groviglio di poteri, coperture, depistaggi e collusioni sistematiche anche di parti importanti delle nostre istituzioni che sta lentamente emergendo anche con evidenti e reiterate risultanze processuali.
Qui un ultimo e recente esempio. https://www.lastampa.it/cronaca/2023/04/06/news/via_damelio_non_e_stata_la_mafia_a_sottrarre_lagenda_rossa_di_borsellino_troppe_ombre_silenzi_e_amnesie_dagli_uomini_d-12740426/
Come abbiamo tutti il dovere, se avvertiamo l'essenza della nostra democrazia, di contribuire a proteggere chi, a nome nostro, sta da tempo cercando di svelare queste connessioni che peraltro non necessariamente assumono connotazioni penali ma semmai pesantemente etiche e morali.
Insomma occorre da parte di tutti un grande sforzo di pulizia che non può non coinvolgere anche e soprattutto la Politica (quella con la P maiuscola, però) e la Società Civile.
Ed ecco perché anche un piccolo ma significativo gesto “protettivo”, certamente non l'unico possibile, come la concessione di una Cittadinanza Onoraria nei confronti dei magistrati più esposti e spesso a rischio di delegittimazione, a partire dal magistrato Nino di Matteo (ma anche altri coraggiosi magistrati impegnati direttamente nella ricerca di una scomoda verità come quelli fiorentini), può e deve rappresentare un inequivocabile segnale per tutti.
Del resto il modo più coerente per onorare i morti che si sono sacrificati a nome nostro non può che essere quello di tutelare i vivi che stanno facendo altrettanto.
Quindi mi permetto ancora una volta di reiterare questa specifica proposta indirizzata in particolare ai Comuni del nostro Territorio aderenti ( tra cui anche il mio Comune di Oggiono) alla meritevole Associazione AVVISO PUBBLICO “Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione”.
Del resto è proprio sul sito di Avviso Pubblico che esattamente l'anno scorso era apparso questo ineludibile contributo ricostruttivo quanto responsabilizzante del procuratore di Reggio Emilia
https://www.avvisopubblico.it/home/il-filo-nero-delle-stragi-politico-mafiose-del-9294-e-la-strategia-della-tensione/
Come pure proprio l'altra sera è andata in onda un'altra interessantissima e altrettanto imperdibile puntata di Report sullo stesso inquietante e non aggirabile tema, con i relativi ultimi sviluppi.
Ecco perché non è più possibile non schierarsi apertamente anche con semplici quanto eloquenti gesti.
Che il legame di una stessa data di morte, il 19 Luglio, tra Paolo Borsellino e il giornalista Andrea Purgatori appartenga all'insondabile destino umano ma al contempo non possa non attestare perlomeno un'affinità di valori ritengo vada ben oltre l'irrazionalità.
Se poi si aggiunge un coincidente lutto personale allora ci si può sentire ulteriormente chiamati in causa.
Come allora non essere scossi dalla visione dell'imperdibile documento/verità andato in onda proprio venerdì 19 su La7 “Speciale Atlantide - Andrea Purgatori, Borsellino e le stragi”?
https://www.la7.it/atlantide/rivedila7/speciale-atlantide-andrea-purgatori-borsellino-e-le-stragi-20-07-2024-552535
Il tema è quello da far tremare i polsi a tutti coloro che non girano la testa dall'altra parte rispetto all'ineludibile palese scontro tra chi instancabilmente ricerca la verità non solo sulla stagione stragista del 92-94 e le forze che vi si oppongono spesso in modo anche strisciante.
Strisciante perché alle esplicite e ricorrenti accuse di partigianeria e accanimento rivolte non solo da parte di certa stampa ai magistrati che indagano e istruiscono processi chiamando alla sbarra anche eminenti componenti delle nostre istituzioni spesso si sommano azioni di subdola e insinuante delegittimazione da parte dei politici.
Un vero e proprio rovesciamento delle parti, purtroppo tipico del nostro martoriato Paese che fa riecheggiare emotivamente il significativo testo di Franco Battiato “Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos'è il pudore, Si credono potenti e gli va bene ...”.
https://www.youtube.com/watch?v=gfHpWwWu-qY.
Nell'arco di 3 ore e mezza l'apprezzata prosa asciutta del coraggioso e purtroppo compianto giornalista Andrea Purgatori e sopratutto la puntuale esposizione di fatti e avvenimenti rappresenta invece il tentativo ad uso di cittadini e di tutti gli uomini di buona volontà di interrogarsi a fondo sulle cause, sulle complicità, sulle inerzie, sulle inspiegabili contraddizioni logiche che hanno intessuto questi fatti e avvenimenti nel loro oggettivo svilupparsi nel tempo, spesso concatenandosi tra loro.
Ma più che le parole di possibili commenti a questo coraggioso e documentato vero e proprio servizio pubblico conta la diretta visione dei suoi contenuti.
Certo è che come cittadini abbiamo il diritto/dovere di sapere se è esistito e continua ad esistere uno “Stato parallelo” connivente e colluso con la mafia e le mafie (e che magari le usa per i propri inconfessabili fini) che inquina sistematicamente il nostro vivere civile, sociale ed economico. Del resto la P2 è lì storicamente e concretamente a dimostrarne la reale possibilità.
Un groviglio di poteri, coperture, depistaggi e collusioni sistematiche anche di parti importanti delle nostre istituzioni che sta lentamente emergendo anche con evidenti e reiterate risultanze processuali.
Qui un ultimo e recente esempio. https://www.lastampa.it/cronaca/2023/04/06/news/via_damelio_non_e_stata_la_mafia_a_sottrarre_lagenda_rossa_di_borsellino_troppe_ombre_silenzi_e_amnesie_dagli_uomini_d-12740426/
Come abbiamo tutti il dovere, se avvertiamo l'essenza della nostra democrazia, di contribuire a proteggere chi, a nome nostro, sta da tempo cercando di svelare queste connessioni che peraltro non necessariamente assumono connotazioni penali ma semmai pesantemente etiche e morali.
Insomma occorre da parte di tutti un grande sforzo di pulizia che non può non coinvolgere anche e soprattutto la Politica (quella con la P maiuscola, però) e la Società Civile.
Ed ecco perché anche un piccolo ma significativo gesto “protettivo”, certamente non l'unico possibile, come la concessione di una Cittadinanza Onoraria nei confronti dei magistrati più esposti e spesso a rischio di delegittimazione, a partire dal magistrato Nino di Matteo (ma anche altri coraggiosi magistrati impegnati direttamente nella ricerca di una scomoda verità come quelli fiorentini), può e deve rappresentare un inequivocabile segnale per tutti.
Del resto il modo più coerente per onorare i morti che si sono sacrificati a nome nostro non può che essere quello di tutelare i vivi che stanno facendo altrettanto.
Quindi mi permetto ancora una volta di reiterare questa specifica proposta indirizzata in particolare ai Comuni del nostro Territorio aderenti ( tra cui anche il mio Comune di Oggiono) alla meritevole Associazione AVVISO PUBBLICO “Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione”.
Del resto è proprio sul sito di Avviso Pubblico che esattamente l'anno scorso era apparso questo ineludibile contributo ricostruttivo quanto responsabilizzante del procuratore di Reggio Emilia
https://www.avvisopubblico.it/home/il-filo-nero-delle-stragi-politico-mafiose-del-9294-e-la-strategia-della-tensione/
Come pure proprio l'altra sera è andata in onda un'altra interessantissima e altrettanto imperdibile puntata di Report sullo stesso inquietante e non aggirabile tema, con i relativi ultimi sviluppi.
Ecco perché non è più possibile non schierarsi apertamente anche con semplici quanto eloquenti gesti.
Germano Bosisio