Troppi infortuni sui cantieri, interviene l'Ordine degli ingegneri: serve investire nella cultura della sicurezza

L'ultima vittima del lavoro in provincia di Lecco è Sesto Gagliardi, il 58enne besanese deceduto per le conseguenze del drammatico sinistro nel quale è rimasto coinvolto la scorsa domenica a Maresso di Missaglia. Senza voler entrare nel merito di quanto accaduto, l'episodio (peraltro non classificabile formalmente fra gli infortuni professionali dal momento che l'immobile scenario della tragedia era di proprietà dello stesso artigiano ndr) ha fornito lo spunto al consiglio direttivo dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecco per accendere i riflettori sui temi connessi alla sicurezza e ai tanti, troppi incidenti che si verificano sistematicamente anche sul nostro territorio e che spesso - per via dell'epilogo per fortuna non sempre fatale - restano nell'ombra. Il mondo dell’edilizia, del resto, è molto ampio e variegato; esiste un ''sottobosco'' di cantieri che talvolta sfuggono, e la stessa normativa in materia conduce a discrepanze applicative, a seconda della tipologia di lavoro svolto e della presenza di una o più imprese coinvolte.
La sicurezza, tuttavia, è un aspetto imprescindibile. Lo evidenziano il presidente Adriano Alderighi e il tesoriere Raffaele Perego (membri dell'esecutivo dell'ordine insieme al segretario Francesco Pietro Canali ed al vice presidente Narghes Doust). ''Molto spesso la proprietà non è consapevole dei propri obblighi in merito a responsabilità e competenze'' hanno detto i due professionisti. ''Una delle prime e maggiori responsabilità è quella che investe il committente, ed è quella di inserire, tra i criteri di scelta dell’eventuale affidatario di un lavoro, anche il modo con cui questi considera ed applica le questioni della sicurezza''. 
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Da destra Adriano Alderighi e Raffaele Perego, rispettivamente presidente e tesoriere dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecco

''La questione assume un rilievo ancora maggiore in tutti i casi in cui non sia obbligatorio nominare un coordinatore della sicurezza, figura professionale deputata alla pianificazione degli aspetti di sicurezza che richiedono, per l’appunto, un coordinamento tra i diversi soggetti presenti in cantiere''. In pratica, quindi, per tutti i cantieri ''minori'', che coinvolgono un solo affidatario, e che spesso, a torto, si ritiene possano comportare rischi trascurabili.
E’ quindi necessario che la ''cultura della sicurezza'' venga coltivata a qualsiasi livello. Di questo tema si occupa attivamente anche la Consulta regionale degli ingegneri CROIL, l'organo di riferimento e coordinamento dell'ingegneria lombarda; la consulta regionale da novembre ha organizzato una serie di seminari coinvolgendo non soltanto gli ingegneri, ma anche altre figure, come le associazioni costruttori, gli Enti di vigilanza quali ATS e Ispettorato del Lavoro, i Vigili del Fuoco, le scuole edili, magistrati, avvocati, medici e tanti altri, per finire con figure meno scontate  come i mediatori culturali. 
Non è infatti sufficiente affrontare questo argomento traversale ed importantissimo soltanto mediante le norme e i controlli; innanzitutto, perché è difficile arrivare ovunque, ma anche perché risulta quantomai utile agire non soltanto dal punto di vista sanzionatorio, ma lavorare soprattutto sull'aspetto della prevenzione.
''Cerchiamo di trattare il tema anche sotto il profilo culturale per accrescere la consapevolezza di tutti, senza limitarla ai soli professionisti'' hanno proseguito i referenti dell'ordine lecchese, la cui ''mission'' sin dalle origini è quella di mantenere al centro il pubblico interesse, così come la tutela della professione. Per questo l'interazione con gli altri ordini professionali e con le associazioni di categoria è sempre aperta, così come il dialogo con Vigili del fuoco, ATS locali e Direzione Provinciale del Lavoro, con questi ultimi enti che si occupano invece degli aspetti connessi alla vigilanza.
Una ''terza via'' è quella rappresentata dal Comitato Paritetico Territoriale, un ente composto da associazioni di categoria e sindacati che svolge un ruolo di consulenza per le stesse imprese che potrebbero avvalersene quale strumento per ''testare'' l'efficacia dell'aspetto sicurezza messo in campo nei cantieri, e correggere eventuali ''errori'' prima del confronto con gli organi ispettivi, il cui esito, in caso di riscontri, culmina con le inevitabili sanzioni; purtroppo si tratta di uno strumento sotto utilizzato, che andrebbe certamente potenziato.
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L'ingresso alla sede di Via Grandi a Lecco che ospita anche l'Ordine degli ingegneri

''Quello che quotidianamente con la nostra azione cerchiamo di combattere, è l'assioma secondo il quale la sicurezza costa e fa perdere tempo. Non è così: al contrario un cantiere gestito in modo organico finisce per essere più veloce e redditizio per le imprese coinvolte e per lo stesso committente'' hanno asserito i due professionisti. ''Anche la presenza del coordinatore per la sicurezza, rischia ancora di essere vista come un intralcio, un aspetto che rischia di allungare i tempi e che fa perdere tempo''.
L’edilizia libera e gli incentivi statali per la ristrutturazione sembrano aver aggravato la situazione negli ultimi mesi: le tempistiche stringenti richieste per poter accedere agli incentivi spesso non coincidono con i tempi del ''buon costruire''. Si corre il rischio di far passare per ''superflui'' adempimenti invece necessari, a tutela dell'incolumità delle maestranze e della responsabilità di chi commissiona un lavoro, seppur all'apparenza poco complicato. L'imprevisto però, è dietro l'angolo e talvolta rimediare non è possibile.
''Il tema è davvero molto complesso e si potrebbe discuterne per ore. In generale però, anche per noi professionisti deve passare il concetto che la stessa attenzione riposta alla qualità e all'oggetto della progettazione, va data al contesto in cui il lavoro va inserito, in termini di sicurezza'' hanno proseguito Alderighi e Perego, citando poi la barriera linguistica delle maestranze - spesso straniere, l'apparato normativo complesso e la difficoltà nel trasmettere tutte le prescrizioni sino all'ultimo anello della catena operativa; variabili che, insieme alla scarsa conoscenza della materia, possono condizionare in negativo, la situazione sui cantieri. 
''Noi ci impegneremo ad affrontare il tema coinvolgendo tutte le parti e sensibilizzando anche le scuole. L'obiettivo è aprire un dialogo costante affinché si riesca ad ottenere un miglioramento della situazione'' hanno concluso gli esponenti del direttivo dell'ordine lecchese del quale fanno oggi parte circa 1080 professionisti.
G.C.
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