Monticello: saltata l'ipotesi impianto per i rifiuti tessili, l'ex sede Seruso resta vuota

Quale sarà la destinazione dell'ex sede Seruso a Cortenuova di Monticello? L'interrogativo è d'obbligo, dopo la rinuncia al contributo PNRR da parte del Comune, in accordo con Silea. Lo scorso anno si era avuta notizia dell'avvenuto finanziamento di un progetto di grande rilevanza per il territorio.
cortenuova_areaseruso1.jpg (78 KB)Un'immagine dell'area industriale di Via Moneta che ospitava Seruso

Per un importo fino a 5milioni di euro (grazie appunto a risorse statali) sarebbe stato infatti realizzato un impianto di selezione dei rifiuti tessili da collocare nell'ex sede operativa di Seruso a Cortenuova. Capannoni ormai dismessi da tempo, situati nella zona artigianale della frazione, nell'area un tempo occupata dalla gloriosa Agrati-Garelli. La struttura avrebbe rappresentato un hub per l'intera provincia di Lecco ed eventualmente per territori limitrofi (Como, Monza Brianza) con capacità produttiva complessiva di circa 8mila tonnellate annue. Questo perlomeno era quanto prevedeva lo studio di fattibilità presentato dal Comune di Monticello, dopo l'accordo con Silea, e ritenuto finanziabile grazie ai fondi del PNRR.
I due enti avevano infatti candidato il progetto ad un bando del MITE-Ministero della Transizione Ecologica dedicato proprio ''all'ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili''. Il tutto per un costo ipotizzato di poco superiore ai 5milioni di euro, iva compresa. L'esito della candidatura era stato positivo, con il progetto dichiarato fattibile e finanziabile con l'intera somma richiesta. La strada da percorrere tuttavia, era piuttosto lunga e complessa, in virtù proprio del carattere innovativo dell'impianto, che avrebbe consentito anche di valorizzare un immobile ormai da troppo tempo dismesso.
Comune e Silea hanno avviato un iter per valutare la fattibilità dell'impianto; iter che dopo un'attenta riflessione si è però concluso con la scelta, unanime, di rinunciare al contributo, formalizzata nei mesi scorsi. Il progetto è stato infatti ritenuto all'avanguaria, ma non sostenibile da un punto di vista economico. La questione è poi emersa nell'ultimo consiglio comunale, quando maggioranza e opposizione - nel dibattere su variazioni ed equilibri di bilancio - sono tornati sull'argomento. Il sindaco Alessandra Hofmann a questo proposito ha ricordato un altro aspetto che ha portato alla rinuncia del contributo: trattandosi di fondi PNRR destinati al Comune di Monticello, la gestione di una cifra così importante sarebbe stata decisamente complessa, dal momento che l'ente avrebbe dovuto anticipare via via le quote per i lavori, attendendo il successivo rimborso da parte dello Stato. Eventuali ritardi rischiavano di mettere in ginocchio le casse comunali. ''Avevamo già iniziato ad impostare un ragionamento con Silea anche su questo aspetto'' ha aggiunto la prima cittadina. 
Insomma, si riparte da capo per quel che riguarda il futuro di quello stabile. Pur essendosi trasferita - una quindicina di anni fa almeno - a Verderio, la società pubblica continua ad essere proprietaria di alcuni stabili nella località al confine fra la provincia lecchese e monzese. Nel 2020 Seruso aveva messo in vendita uno dei capannoni, partendo da una base d'asta di 572.500 euro. Asta andata poi deserta: nessuno aveva infatti manifestato il proprio interesse ad acquisire l'edificio, rimasto ancora vuoto.
G.C.
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