Castello: anniversari per don Simone e don Giuseppe
La comunità si è riunita nella Messa concelebrata nella Chiesa di San Lorenzo a Castello Brianza, nella mattinata di sabato 10 agosto.
Giornata non solo per commemorare il santo, da cui ha preso nome la parrocchia di Cologna, ma anche per ricordare i dieci anni di sacerdozio di don Simone Maggioni e don Giuseppe Riva, con i suoi 55 anni di sacerdozio. Al loro fianco, l’altare ha accolto il vicario episcopale Monsignor Gianni Cesena e padri missionari della Consolata di Bevera.
“Permettetemi di rivolgere a ognuno di voi un caloroso saluto: è sempre bello tornare alle origini, dove tutto è cominciato” ha esordito don Simone Maggioni, nell’omelia dedicata ai fedeli.
“Questa festa è a me molto cara, anche perché cade d’estate, periodo in cui siamo in pochi a ritrovarci, a celebrare l'Eucaristia: per questo, è sempre bello ritrovare gli amici e la comunità, nella quale, da dieci anni, sono inserito per grazia di Dio. Cara perché San Lorenzo si mette a servizio, cifra sintetica anche della vita di Gesù stesso.
Vorrei, quindi, rivolgere il mio grazie a ciascuno di voi, perché ognuno ha contribuito alla mia vocazione, lasciandomi guidare dalla Parola di Dio. Proprio le letture e il santo ci aiutino a comprendere e a riprendere alcuni valori che ci chiamano e ci suggeriscono, ogni giorno, a crescere in modo autentico”.
Al centro delle letture, infatti, vengono ricordate la fiducia e l’importanza di donare, senza chiedere nulla in cambio, come ha ricordato il sacerdote. “Ciò che abbiamo appena ascoltato” ha ripreso don Maggioni “ci ricorda proprio lo spirito paterno del Signore, che non ci abbandona mai, nonostante le difficoltà della vita: è sufficiente fidarsi di lui. Di fronte a un’affermazione di amore tanto grande, che non ci abbandona mai, la risposta che incontra e tocca in modo significativo questo spirito si attua nell’atto di donare, senza chiedere nulla in cambio.
Devo confessare che in questi anni di Mistero, il mio pensiero è stato rivolto agli anziani, spesso non visitati dai propri cari, o ai giovani, di frequente additati come colpevoli su tutto, in cui pochi hanno fiducia: proprio questo egoismo non ci permette di vedere questa sofferenza, questa parte di vita. San Lorenzo, al contrario, presenta i poveri e i bisognosi come tesoro della Chiesa, perché Gesù, in essi, si identifica”.
Con questo pensiero, il sacerdote ha ripercorso non solo gli anni trascorsi, con impegno e dedizione, ma anche gli aspetti celati e allo stesso tempo significativi della vita del santo dell’omonima chiesa.
“Questo gesto dimostra che tutti hanno qualcosa da donare, nessuno escluso. Ogni giorno, si può dare qualcosa affinché la nostra vita segua sempre la Provvidenza Divina, a partire da piccoli gesti: un saluto, un sorriso, una chiamata…nella prospettiva che ci sia gioia più grande nel dare che nel ricevere; così facendo, ci si rende conto che il dono di Dio è sempre più grande. Quando sono partito, mi sono reso conto che il Signore mi voleva prete da quando ero piccolo, ma Egli sa fare grandi cose. Per questo, auguro che per ciascuno di voi la vita sia vivere costantemente la Sua amicizia, valore più importante. Non smettiamo”.
Con questo messaggio di speranza per i suoi fedeli, commossi dalle sue parole, don Simone ha rinnovato il suo saluto e il suo abbraccio a famiglie, giovani e bambini, adulti e anziani. La festa è poi proseguita in compagnia con il pranzo insieme ai missionari e ai sacerdoti protagonisti di questa cerimonia.
Giornata non solo per commemorare il santo, da cui ha preso nome la parrocchia di Cologna, ma anche per ricordare i dieci anni di sacerdozio di don Simone Maggioni e don Giuseppe Riva, con i suoi 55 anni di sacerdozio. Al loro fianco, l’altare ha accolto il vicario episcopale Monsignor Gianni Cesena e padri missionari della Consolata di Bevera.
“Permettetemi di rivolgere a ognuno di voi un caloroso saluto: è sempre bello tornare alle origini, dove tutto è cominciato” ha esordito don Simone Maggioni, nell’omelia dedicata ai fedeli.
“Questa festa è a me molto cara, anche perché cade d’estate, periodo in cui siamo in pochi a ritrovarci, a celebrare l'Eucaristia: per questo, è sempre bello ritrovare gli amici e la comunità, nella quale, da dieci anni, sono inserito per grazia di Dio. Cara perché San Lorenzo si mette a servizio, cifra sintetica anche della vita di Gesù stesso.
Vorrei, quindi, rivolgere il mio grazie a ciascuno di voi, perché ognuno ha contribuito alla mia vocazione, lasciandomi guidare dalla Parola di Dio. Proprio le letture e il santo ci aiutino a comprendere e a riprendere alcuni valori che ci chiamano e ci suggeriscono, ogni giorno, a crescere in modo autentico”.
Al centro delle letture, infatti, vengono ricordate la fiducia e l’importanza di donare, senza chiedere nulla in cambio, come ha ricordato il sacerdote. “Ciò che abbiamo appena ascoltato” ha ripreso don Maggioni “ci ricorda proprio lo spirito paterno del Signore, che non ci abbandona mai, nonostante le difficoltà della vita: è sufficiente fidarsi di lui. Di fronte a un’affermazione di amore tanto grande, che non ci abbandona mai, la risposta che incontra e tocca in modo significativo questo spirito si attua nell’atto di donare, senza chiedere nulla in cambio.
Devo confessare che in questi anni di Mistero, il mio pensiero è stato rivolto agli anziani, spesso non visitati dai propri cari, o ai giovani, di frequente additati come colpevoli su tutto, in cui pochi hanno fiducia: proprio questo egoismo non ci permette di vedere questa sofferenza, questa parte di vita. San Lorenzo, al contrario, presenta i poveri e i bisognosi come tesoro della Chiesa, perché Gesù, in essi, si identifica”.
Con questo pensiero, il sacerdote ha ripercorso non solo gli anni trascorsi, con impegno e dedizione, ma anche gli aspetti celati e allo stesso tempo significativi della vita del santo dell’omonima chiesa.
“Questo gesto dimostra che tutti hanno qualcosa da donare, nessuno escluso. Ogni giorno, si può dare qualcosa affinché la nostra vita segua sempre la Provvidenza Divina, a partire da piccoli gesti: un saluto, un sorriso, una chiamata…nella prospettiva che ci sia gioia più grande nel dare che nel ricevere; così facendo, ci si rende conto che il dono di Dio è sempre più grande. Quando sono partito, mi sono reso conto che il Signore mi voleva prete da quando ero piccolo, ma Egli sa fare grandi cose. Per questo, auguro che per ciascuno di voi la vita sia vivere costantemente la Sua amicizia, valore più importante. Non smettiamo”.
Con questo messaggio di speranza per i suoi fedeli, commossi dalle sue parole, don Simone ha rinnovato il suo saluto e il suo abbraccio a famiglie, giovani e bambini, adulti e anziani. La festa è poi proseguita in compagnia con il pranzo insieme ai missionari e ai sacerdoti protagonisti di questa cerimonia.
V.I.