Molteno: arriva l'alveare per l'acquisto di prodotti locali
Valorizzazione dei produttori locali e qualità dell’alimentazione. Sono i due principi cardine attorno a cui ruota “l’alveare”, un progetto internazionale che combina tecnologia e agricoltura sostenibile per accorciare la filiera e permettere a chiunque di fare la spesa online direttamente dai piccoli produttori del territorio. Un nuovo punto della rete è a Molteno, presso la sede comunale di Villa Rosa, dove ogni giovedì dalle 19.30 alle 20 si possono ritirare i prodotti di contadini, allevatori e caseifici selezionati del territorio.
L’idea di creare una sorta di mercato online con prodotti selezionati è di Giacomo Brambilla, 25enne di Dolzago, che racconta come è nato il progetto. “A settembre 2022 sono andato a vivere da solo e ho iniziato a documentarmi in merito all’alimentazione, per sapere ciò che mangiamo e per mangiare sano. L’alimentazione fa parte della nostra vita ma spesso non gli dedichiamo il giusto tempo. In quest’ottica ho iniziato a fare la spesa dai produttori locali ma era logisticamente complicato perché, con il lavoro e gli impegni, se ne andava tantissimo tempo. Ho quindi pensato che serviva un modo innovativo e comodo per fare la spesa, così mi sono messo a fare ricerche ma non ho trovato nulla se non i mercati contadini che però non hanno tutte le categorie merceologiche”.
Da qui, l’incontro con “l’Alveare che dice Sì!”, la piattaforma di distribuzione per sostenere la filiera corta. “Alveare è un progetto che nasce in Francia ed è diffuso in sei paesi europei. In Italia ci sono 170 alveari: ho un team sopra di me e sono il referente per la parte lecchese. Qui entri in contatto con persone che credono nei tuoi stessi ideali e nel mangiare bene”.
Il primo è nato a Dolzago nel marzo 2023: dopo una parentesi durata qualche mese a Merate, a maggio 2024 è nato quello di Molteno e con l’autunno approderà anche a Lecco, per la precisione a Maggianico.
“Alveare è un portale attraverso cui le persone possono acquistare da un produttore locale - ha proseguito Giacomo Brambilla - La verdura è legata alla stagionalità perché sono produttori che producono senza un uso intensivo del terreno, in maniera mono culturale. Ogni settimana c’è selezione di prodotti: le persone possono ordinare entro il martedì sera e gli ordini vengono inviati al produttore che ha tempo un paio di giorni per preparare le merci. I prodotti arrivano a Dolzago, dove smisto le cassette e le porto in altri centri di distribuzione dove le persone hanno la possibilità di acquistare. Spesso i produttori partecipano alla distribuzione portando i loro prodotti nuovi e presentando degustazioni. In questo modo, la spesa non diventa un momento dominato dalla fretta, ma può avere anche una funzione didattica e ludica, per conoscere i produttori locali”.
Presso l’alveare, è possibile trovare un ampio ventaglio di prodotti: verdura, formaggi, pane, carne, miele, pasta, marmellate, liquori, torrefazione, birra, vino, zafferano. Si trovano anche produttori di saponi e prodotti per l’igiene: in tutti i casi si tratta di beni provenienti da produttori locali. “L’idea è valorizzare quello che il territorio ci dà - ha precisato Brambilla - Seguo spesso le aziende premiate ad esempio quelle legate a SlowFood, altrimenti mi affido ai miei occhi e cerco di inserirli nell’alveare. Cerco di valorizzare aziende che lavorano in maniera qualitativa e sostenibile verso il territorio e la natura. Sono attento anche ai produttori che accolgono progetti di inclusione e quindi hanno un valore sociale più alto, che viene spiegato e poi riconosciuto da chi acquista. Spesso e volentieri, il nostro portafoglio è una scelta su chi sostenere: nel mio caso, sono aziende che lavorano bene. Il nostro territorio tuttavia non consente di avere tutti i prodotti: arance, pistacchi, aceto, riso, tartufo, olio, taralli e parmigiano li importiamo da fuori territorio”.
Nel complesso sono 35 i produttori che compongono la squadra, ma settimanalmente se ne hanno 12-15: una base di 8-9 aziende si trovano tutte le settimane e gli altri si trovano in catalogo a rotazione. Una selezione che ha un principio alla base come ha rivelato Brambilla: “È una spesa online in cui una persona deve avere la possibilità di visualizzare e acquistare con calma i prodotti. Non sono mai troppi per non generare confusione. Tutto parte dal dare un’attenzione diversa a quello che ci offre il cibo, dalla produzione all’alimentazione e il punti iniziale è mangiare sano. Tante volte si cerca di risparmiare su um prodotto che ha una qualità minore per la salute: spesso siamo attirati da grandi offerte e prezzi bassi, ma il ciclo produttivo non è esattamente quello che possiamo immaginare. In questo caso, invece, si valorizzano le produzioni che rispettano il nostro territorio e quello che la terra”.
Per la prima volta, a settembre, l’alveare aprirà al pubblico le porte della sede di Dolzago con una giornata di festa in un cui si potranno conoscere tutti i produttori della rete.
Per Giacomo la gestione dell’alveare è diventato un vero e proprio lavoro, anche se non a tempo pieno: “Continuo a fare il lavoro che facevo prima ma la cosa bella è riuscire a coniugare il lavoro con la passione. È uno stimolo continuo che non diventa mai pesante e anzi, sono ben disposto a fare cose nuove. Mi piace avere la possibilità di conoscere le piccole realtà nel territorio che sono fatti di posti e luoghi ma anche di persone che sono quelle che insegnano tanto, hanno uno stile di vita e visione del mondo simile alla mia e mi stimolano molto. Inoltre ho la consapevolezza di fare un lavoro che fa bene a me stesso, al territorio e al mondo”.
L’idea di creare una sorta di mercato online con prodotti selezionati è di Giacomo Brambilla, 25enne di Dolzago, che racconta come è nato il progetto. “A settembre 2022 sono andato a vivere da solo e ho iniziato a documentarmi in merito all’alimentazione, per sapere ciò che mangiamo e per mangiare sano. L’alimentazione fa parte della nostra vita ma spesso non gli dedichiamo il giusto tempo. In quest’ottica ho iniziato a fare la spesa dai produttori locali ma era logisticamente complicato perché, con il lavoro e gli impegni, se ne andava tantissimo tempo. Ho quindi pensato che serviva un modo innovativo e comodo per fare la spesa, così mi sono messo a fare ricerche ma non ho trovato nulla se non i mercati contadini che però non hanno tutte le categorie merceologiche”.
Da qui, l’incontro con “l’Alveare che dice Sì!”, la piattaforma di distribuzione per sostenere la filiera corta. “Alveare è un progetto che nasce in Francia ed è diffuso in sei paesi europei. In Italia ci sono 170 alveari: ho un team sopra di me e sono il referente per la parte lecchese. Qui entri in contatto con persone che credono nei tuoi stessi ideali e nel mangiare bene”.
Il primo è nato a Dolzago nel marzo 2023: dopo una parentesi durata qualche mese a Merate, a maggio 2024 è nato quello di Molteno e con l’autunno approderà anche a Lecco, per la precisione a Maggianico.
“Alveare è un portale attraverso cui le persone possono acquistare da un produttore locale - ha proseguito Giacomo Brambilla - La verdura è legata alla stagionalità perché sono produttori che producono senza un uso intensivo del terreno, in maniera mono culturale. Ogni settimana c’è selezione di prodotti: le persone possono ordinare entro il martedì sera e gli ordini vengono inviati al produttore che ha tempo un paio di giorni per preparare le merci. I prodotti arrivano a Dolzago, dove smisto le cassette e le porto in altri centri di distribuzione dove le persone hanno la possibilità di acquistare. Spesso i produttori partecipano alla distribuzione portando i loro prodotti nuovi e presentando degustazioni. In questo modo, la spesa non diventa un momento dominato dalla fretta, ma può avere anche una funzione didattica e ludica, per conoscere i produttori locali”.
Presso l’alveare, è possibile trovare un ampio ventaglio di prodotti: verdura, formaggi, pane, carne, miele, pasta, marmellate, liquori, torrefazione, birra, vino, zafferano. Si trovano anche produttori di saponi e prodotti per l’igiene: in tutti i casi si tratta di beni provenienti da produttori locali. “L’idea è valorizzare quello che il territorio ci dà - ha precisato Brambilla - Seguo spesso le aziende premiate ad esempio quelle legate a SlowFood, altrimenti mi affido ai miei occhi e cerco di inserirli nell’alveare. Cerco di valorizzare aziende che lavorano in maniera qualitativa e sostenibile verso il territorio e la natura. Sono attento anche ai produttori che accolgono progetti di inclusione e quindi hanno un valore sociale più alto, che viene spiegato e poi riconosciuto da chi acquista. Spesso e volentieri, il nostro portafoglio è una scelta su chi sostenere: nel mio caso, sono aziende che lavorano bene. Il nostro territorio tuttavia non consente di avere tutti i prodotti: arance, pistacchi, aceto, riso, tartufo, olio, taralli e parmigiano li importiamo da fuori territorio”.
Nel complesso sono 35 i produttori che compongono la squadra, ma settimanalmente se ne hanno 12-15: una base di 8-9 aziende si trovano tutte le settimane e gli altri si trovano in catalogo a rotazione. Una selezione che ha un principio alla base come ha rivelato Brambilla: “È una spesa online in cui una persona deve avere la possibilità di visualizzare e acquistare con calma i prodotti. Non sono mai troppi per non generare confusione. Tutto parte dal dare un’attenzione diversa a quello che ci offre il cibo, dalla produzione all’alimentazione e il punti iniziale è mangiare sano. Tante volte si cerca di risparmiare su um prodotto che ha una qualità minore per la salute: spesso siamo attirati da grandi offerte e prezzi bassi, ma il ciclo produttivo non è esattamente quello che possiamo immaginare. In questo caso, invece, si valorizzano le produzioni che rispettano il nostro territorio e quello che la terra”.
Per la prima volta, a settembre, l’alveare aprirà al pubblico le porte della sede di Dolzago con una giornata di festa in un cui si potranno conoscere tutti i produttori della rete.
Per Giacomo la gestione dell’alveare è diventato un vero e proprio lavoro, anche se non a tempo pieno: “Continuo a fare il lavoro che facevo prima ma la cosa bella è riuscire a coniugare il lavoro con la passione. È uno stimolo continuo che non diventa mai pesante e anzi, sono ben disposto a fare cose nuove. Mi piace avere la possibilità di conoscere le piccole realtà nel territorio che sono fatti di posti e luoghi ma anche di persone che sono quelle che insegnano tanto, hanno uno stile di vita e visione del mondo simile alla mia e mi stimolano molto. Inoltre ho la consapevolezza di fare un lavoro che fa bene a me stesso, al territorio e al mondo”.
Michela Mauri