Provincia: tre dimenticanze nel bilancio-polpettone della presidente Hofmann
Due cartelle fitte fitte di dati, date, numeri, soldi. Un bilancio di due anni e mezzo di presidenza della provincia di Lecco resosi necessario in vista del rinnovo del Consiglio provinciale, metodo indiretto causa riforma Delrio, in programma per il 29 settembre.
Una giocata d’anticipo perché le mutate amministrazioni comunali, a partire da quella importante di Merate, rischiano di mettere Alessandra Hofmann in minoranza per l'anno e mezzo residuo di mandato.
Il centrodestra, ormai è certo, si presenta con due liste: una della Lega e una di Fratelli d’Italia, mentre ancora non si conosce l’orientamento di Forza Italia, per quanto pressoché irrilevante avendo nessun sindaco e pochi consiglieri comunali.
Il centrosinistra dispone delle principali città della provincia: Merate, Casatenovo, Oggiono e, soprattutto, Lecco.
Il lungo comunicato è un minestrone di cose fatte per lo più strade, venti righe bastavano e crescevano.
Ma tre grandi temi, la signora Hofmann ha ignorato (come ha sempre fatto nei primi due anni e mezzo): l’ospedale di Merate, il ponte di Paderno, la viabilità nella Brianza sud-orientale.
Il tema del presidio ospedaliero viene prima della bretella di Molteno cui la Signora ha dedicato qualche riga. Ma è anche un tema pericoloso dal punto di vista politico. E la politica è la strada scelta dalla sindaca di Monticello per soddisfare le sue ambizioni che, probabilmente, non hanno trovato altri sbocchi professionali.
Lungo quella strada, imboccata con Forza Italia, ha trovato un mentore che l’ha presa per mano, l’ha portata nella Lega e l’ha indicata come la candidata del centrodestra. E tuttora la Lega si presenta come nel 2021 Casa dei Comuni Hofmann presidente. In questo contesto muovere anche la più piccola critica alla politica sanitaria regionale e lecchese avrebbe potuto costare cara. E tra il bene comune ospedale e la propria carriera viene da pensare che la Signora abbia optato per la seconda. Altrimenti non si spiegano anni di silenzio su un tema essenziale per il territorio nel quale anche lei ha un ruolo.
Altro tema, il ponte. La Regione ha sturato dopo decenni di sonno, un progetto che mira esclusivamente alla struttura. Un po’ come quello sullo Stretto di Messina. Un bel ponte col nulla intorno. La viabilità è argomento principe per l’Ente provincia. Ma non abbiamo letto alcuna presa di posizione della Signora nonostante il rullare dei tamburi di tutti i sindaci del territorio.
Infine la viabilità interna. In due anni e mezzo a memoria nessun intervento è stato fatto. Si sta lavorando sul cavalcavia di Cernusco, mentre il gravissimo problema della via Belvedere a Montevecchia è nelle mani del piccolo comune.
Ora, anche per un sindaco di centrodestra della Brianza meratese-casatese dovrebbe essere difficile da digerire il polpettone diffuso dalla Presidente a propria gloria.
Se davvero prima viene la propria comunità e poi l’area di appartenenza, all’indomani del 29 settembre si dovrebbero chiedere le dimissioni di Alessandra Hofmann. Da destra e da sinistra.
E che si scelga una persona del tutto priva di ambizioni di carriera politica, che viva del proprio lavoro, che una volta terminato il mandato riprenda l’attività.
Lo si faccia, perché di sua iniziativa la signora Hofmann non si dimetterà mai.
Una giocata d’anticipo perché le mutate amministrazioni comunali, a partire da quella importante di Merate, rischiano di mettere Alessandra Hofmann in minoranza per l'anno e mezzo residuo di mandato.
Il centrodestra, ormai è certo, si presenta con due liste: una della Lega e una di Fratelli d’Italia, mentre ancora non si conosce l’orientamento di Forza Italia, per quanto pressoché irrilevante avendo nessun sindaco e pochi consiglieri comunali.
Il centrosinistra dispone delle principali città della provincia: Merate, Casatenovo, Oggiono e, soprattutto, Lecco.
Il lungo comunicato è un minestrone di cose fatte per lo più strade, venti righe bastavano e crescevano.
Ma tre grandi temi, la signora Hofmann ha ignorato (come ha sempre fatto nei primi due anni e mezzo): l’ospedale di Merate, il ponte di Paderno, la viabilità nella Brianza sud-orientale.
Il tema del presidio ospedaliero viene prima della bretella di Molteno cui la Signora ha dedicato qualche riga. Ma è anche un tema pericoloso dal punto di vista politico. E la politica è la strada scelta dalla sindaca di Monticello per soddisfare le sue ambizioni che, probabilmente, non hanno trovato altri sbocchi professionali.
Lungo quella strada, imboccata con Forza Italia, ha trovato un mentore che l’ha presa per mano, l’ha portata nella Lega e l’ha indicata come la candidata del centrodestra. E tuttora la Lega si presenta come nel 2021 Casa dei Comuni Hofmann presidente. In questo contesto muovere anche la più piccola critica alla politica sanitaria regionale e lecchese avrebbe potuto costare cara. E tra il bene comune ospedale e la propria carriera viene da pensare che la Signora abbia optato per la seconda. Altrimenti non si spiegano anni di silenzio su un tema essenziale per il territorio nel quale anche lei ha un ruolo.
Altro tema, il ponte. La Regione ha sturato dopo decenni di sonno, un progetto che mira esclusivamente alla struttura. Un po’ come quello sullo Stretto di Messina. Un bel ponte col nulla intorno. La viabilità è argomento principe per l’Ente provincia. Ma non abbiamo letto alcuna presa di posizione della Signora nonostante il rullare dei tamburi di tutti i sindaci del territorio.
Infine la viabilità interna. In due anni e mezzo a memoria nessun intervento è stato fatto. Si sta lavorando sul cavalcavia di Cernusco, mentre il gravissimo problema della via Belvedere a Montevecchia è nelle mani del piccolo comune.
Ora, anche per un sindaco di centrodestra della Brianza meratese-casatese dovrebbe essere difficile da digerire il polpettone diffuso dalla Presidente a propria gloria.
Se davvero prima viene la propria comunità e poi l’area di appartenenza, all’indomani del 29 settembre si dovrebbero chiedere le dimissioni di Alessandra Hofmann. Da destra e da sinistra.
E che si scelga una persona del tutto priva di ambizioni di carriera politica, che viva del proprio lavoro, che una volta terminato il mandato riprenda l’attività.
Lo si faccia, perché di sua iniziativa la signora Hofmann non si dimetterà mai.
Claudio Brambilla