Dal Lido di Venezia/1: l'incontro con Tim Burton in una giornata ''memorabile''
Ieri ci eravamo lasciati con un po’ di suspense e con la promessa di fare qualcosa di folle e infatti nelle ultime 24 ore è successo praticamente di tutto. Appena ho chiuso il pc per raccontarvi la vigilia del festival, sono partita in missione verso la zona davanti al carpet per una notte che difficilmente nessuno dimenticherà.
Quest’anno il Festival di Venezia ha avuto un’apertura bomba, tutto il cast di Beetlejuice Beetljuice, l’ultimo lavoro di Tim Burton, è sbarcato in laguna generando non poca euforia; sapevamo che sarebbe arrivata tanta gente, ma non di assistere alla follia. ''Per avere un posto davanti con Tim Burton dormo al carpet'', aveva detto il mio amico Alberto un po’ per gioco, ma alla fine, tutti abbiamo dovuto accamparci sul serio.
Vi spiego un attimo come funziona il festival perché mi rendo conto che detta così crea solo confusione. A Venezia ogni giorno sbarcano tante star per promuovere i loro film, le uniche occasioni per incontrare i divi sono all’entrata delle conferenze stampa e quella più magica di tutte, il red carpet posizionandosi nella parte oramai sempre più misera dedicata al pubblico. L’unico modo per vedere qualcosa è essere in prima fila, tutti vogliono riuscirci e così in automatico bisogna posizionarsi sempre più ore prima, ieri sono state quasi 24.
Vi giuro non è uno scherzo, la sera del 27 alle 20 la lotta per le posizioni era già iniziata tra salviette cuscini e materiale improvvisato e poi alle 22 è scattato l’allarme che mi ha costretto ad unirmi alla comitiva. Il piano era di presidiare la posizione fino le 3.30 di notte prima di ricevere un cambio, ma alla fine è successo tutto e di più tipo addormentarmi di sasso sconfitta dalle fatiche giornaliere. Non so bene cosa sia successo ma dalle 23,30 alle 4,00 ho dormito a blocchi 45 minuti girandomi da una parte all’altra mentre intorno scoppiava il delirio.
Gente che urlava, ma soprattutto litigava incolpando l’altro di fare rumore, passanti che ci scattavano fotografie, altri che tentavano di rubarci il posto, insomma, delle cene degne del miglior film. Non spaventatevi, poi sono tornata in appartamento dove ho riposato un paio di ore e vi giuro è stata forse una delle dormite più belle della mia vita.
Sorto il sole è ripreso il turno di presidio e poi tutti finalmente in sala a vedere Beettlejuice Beetlejuice, il seguito del film di Tim Burton del 1988. La pellicola segue le vicende della famiglia Deeds dopo gli aventi raccontati nel precedente capitolo e tra una risata e l’altra porta il pubblico in un viaggio nel mondo dei demoni dove l’antagonista ha il volto di Monica Bellucci. Tutto sommato è un film carino con un buon ritmo e dei personaggi iconici (quelli interpretati da Catherine O’Hara, Willem Dafoe e Justin Theroux sono spaziali), si ride molto, ma per il resto è un film trasformato in un minestrone stracolmo di ingredienti.
C’è stato però poco tempo per assimilare il film perché usciti dalla sala ci siamo appostati nelle zone delle conferenza stampa dove Tim Burton e tutto il cast sono stati accolti da un bagno di folla: Michael Keaton è stato schivo come di suo solito, Monica Bellucci divina, Willem Dafoe super simpatico mentre Catherine O’Hara (conosciuta al pubblico per aver interpretato la mamma di Kevin in mamma ho perso l’aereo) e Winona Ryder hanno totalmente snobbato il pubblico, fidatevi che alla sera succederà la stessa identica cosa. Per me l’incontro più bello di tutti è stato quello con Justin Theroux, un attore straordinario, divertente e poliedrico che fortunatamente pochi conoscevano e così mi sono potuta godere al pieno senza sbracciarmi troppo.
Quello che è successo nelle ore successive può essere riassunto come qualcosa di asfissiate e caotico, ma anche adrenalinico, le attese sotto il sole, la gente che vuole rubarti il posto, tanta fatica resa però dolce dalla presenza degli amici del festival, il vero motivo per cui si decide di fare queste follie, tutti insieme. All’esterno, mi rendo conto, può sembrare una cosa da ''pazzi'', ma quando si accendono le luci del carpet ecco che ci si rende conto che tutto ne è valsa la pena.
Sul red carpet arrivano autorità e grandi personaggi come gli amatissimi Roberto Bolle, Isabella Ferrari, Chiara Francini, giusto per citarne alcuni, poi il ministro della cultura Sangiuliano, modelle, attrici e cantanti , la madrina Sveva Alviti e le giurie del concorso capitanate da Isabelle Huppert e delle sezioni parallele e poi all’improvviso colpo di scena.
Sul carpet è comparsa la divina Cate Blanchett, un’attrice stratosferica che negli anni non sono mai riuscita ad avvicinare, ma ieri è successo, in un modo del tutto inaspettato è arrivata nella nostra direzione regalandoci un grande abbraccio. Personalmente l’emozione più grande è però arrivata poco prima, quando tra soubrette e personaggi illustri è apparsa lei, Patti Smith, l’icona della musica mondiale che nella mia famiglia è considerata una specie di regina, vi giuro, mi tremavano le mani per l’emozione.
Il cast di Beetlejuice ha infiammato letteralmente il carpet, Monica Bellucci e Tim Burton, ormai compagni nella vita, hanno dato il via alle danze, poi Jenna Ortega (l’attrice che interpreta Mercoledì nell’omonima serie) Michael Keaton, Justin Theroux e Willem Dafoe ed infine Winona Ryder e Catherine O’Hara che non si sono degnate nemmeno di fare un cenno di saluto al pubblico, peccato. A chiudere le danze ci ha pensato invece Sigourney Weaver, l’attrice di film cult come Alien, Ghostbusters e Avatar che ha ricevuto il leone d’oro alla carriera.
A fine giornata, anzi a fine carpet ero stravolta e per recuperare le energie mi sono rifugiata in sala per usufruire dell’aria condizionate e guardarmi Pooja Sir. All’inizio la storia mi aveva preso, il film racconta del rapimento di due bambini in un Nepal segnato dalla guerra civile, ma dopo la prima ora e mezza la stanchezza ha preso il sopravvento e ho la netta sensazione di essermi addormentata, insomma un finale con i fiocchi.
Nonostante lo stravolgimento del primo giorno è già il momento di ripartire, oggi al Lido sbarca Angelina Jolie e sicuramente non vorrò perdere l’occasione di incontrarla.
Quest’anno il Festival di Venezia ha avuto un’apertura bomba, tutto il cast di Beetlejuice Beetljuice, l’ultimo lavoro di Tim Burton, è sbarcato in laguna generando non poca euforia; sapevamo che sarebbe arrivata tanta gente, ma non di assistere alla follia. ''Per avere un posto davanti con Tim Burton dormo al carpet'', aveva detto il mio amico Alberto un po’ per gioco, ma alla fine, tutti abbiamo dovuto accamparci sul serio.
Vi spiego un attimo come funziona il festival perché mi rendo conto che detta così crea solo confusione. A Venezia ogni giorno sbarcano tante star per promuovere i loro film, le uniche occasioni per incontrare i divi sono all’entrata delle conferenze stampa e quella più magica di tutte, il red carpet posizionandosi nella parte oramai sempre più misera dedicata al pubblico. L’unico modo per vedere qualcosa è essere in prima fila, tutti vogliono riuscirci e così in automatico bisogna posizionarsi sempre più ore prima, ieri sono state quasi 24.
Vi giuro non è uno scherzo, la sera del 27 alle 20 la lotta per le posizioni era già iniziata tra salviette cuscini e materiale improvvisato e poi alle 22 è scattato l’allarme che mi ha costretto ad unirmi alla comitiva. Il piano era di presidiare la posizione fino le 3.30 di notte prima di ricevere un cambio, ma alla fine è successo tutto e di più tipo addormentarmi di sasso sconfitta dalle fatiche giornaliere. Non so bene cosa sia successo ma dalle 23,30 alle 4,00 ho dormito a blocchi 45 minuti girandomi da una parte all’altra mentre intorno scoppiava il delirio.
Gente che urlava, ma soprattutto litigava incolpando l’altro di fare rumore, passanti che ci scattavano fotografie, altri che tentavano di rubarci il posto, insomma, delle cene degne del miglior film. Non spaventatevi, poi sono tornata in appartamento dove ho riposato un paio di ore e vi giuro è stata forse una delle dormite più belle della mia vita.
Sorto il sole è ripreso il turno di presidio e poi tutti finalmente in sala a vedere Beettlejuice Beetlejuice, il seguito del film di Tim Burton del 1988. La pellicola segue le vicende della famiglia Deeds dopo gli aventi raccontati nel precedente capitolo e tra una risata e l’altra porta il pubblico in un viaggio nel mondo dei demoni dove l’antagonista ha il volto di Monica Bellucci. Tutto sommato è un film carino con un buon ritmo e dei personaggi iconici (quelli interpretati da Catherine O’Hara, Willem Dafoe e Justin Theroux sono spaziali), si ride molto, ma per il resto è un film trasformato in un minestrone stracolmo di ingredienti.
C’è stato però poco tempo per assimilare il film perché usciti dalla sala ci siamo appostati nelle zone delle conferenza stampa dove Tim Burton e tutto il cast sono stati accolti da un bagno di folla: Michael Keaton è stato schivo come di suo solito, Monica Bellucci divina, Willem Dafoe super simpatico mentre Catherine O’Hara (conosciuta al pubblico per aver interpretato la mamma di Kevin in mamma ho perso l’aereo) e Winona Ryder hanno totalmente snobbato il pubblico, fidatevi che alla sera succederà la stessa identica cosa. Per me l’incontro più bello di tutti è stato quello con Justin Theroux, un attore straordinario, divertente e poliedrico che fortunatamente pochi conoscevano e così mi sono potuta godere al pieno senza sbracciarmi troppo.
Quello che è successo nelle ore successive può essere riassunto come qualcosa di asfissiate e caotico, ma anche adrenalinico, le attese sotto il sole, la gente che vuole rubarti il posto, tanta fatica resa però dolce dalla presenza degli amici del festival, il vero motivo per cui si decide di fare queste follie, tutti insieme. All’esterno, mi rendo conto, può sembrare una cosa da ''pazzi'', ma quando si accendono le luci del carpet ecco che ci si rende conto che tutto ne è valsa la pena.
Sul red carpet arrivano autorità e grandi personaggi come gli amatissimi Roberto Bolle, Isabella Ferrari, Chiara Francini, giusto per citarne alcuni, poi il ministro della cultura Sangiuliano, modelle, attrici e cantanti , la madrina Sveva Alviti e le giurie del concorso capitanate da Isabelle Huppert e delle sezioni parallele e poi all’improvviso colpo di scena.
Sul carpet è comparsa la divina Cate Blanchett, un’attrice stratosferica che negli anni non sono mai riuscita ad avvicinare, ma ieri è successo, in un modo del tutto inaspettato è arrivata nella nostra direzione regalandoci un grande abbraccio. Personalmente l’emozione più grande è però arrivata poco prima, quando tra soubrette e personaggi illustri è apparsa lei, Patti Smith, l’icona della musica mondiale che nella mia famiglia è considerata una specie di regina, vi giuro, mi tremavano le mani per l’emozione.
Il cast di Beetlejuice ha infiammato letteralmente il carpet, Monica Bellucci e Tim Burton, ormai compagni nella vita, hanno dato il via alle danze, poi Jenna Ortega (l’attrice che interpreta Mercoledì nell’omonima serie) Michael Keaton, Justin Theroux e Willem Dafoe ed infine Winona Ryder e Catherine O’Hara che non si sono degnate nemmeno di fare un cenno di saluto al pubblico, peccato. A chiudere le danze ci ha pensato invece Sigourney Weaver, l’attrice di film cult come Alien, Ghostbusters e Avatar che ha ricevuto il leone d’oro alla carriera.
A fine giornata, anzi a fine carpet ero stravolta e per recuperare le energie mi sono rifugiata in sala per usufruire dell’aria condizionate e guardarmi Pooja Sir. All’inizio la storia mi aveva preso, il film racconta del rapimento di due bambini in un Nepal segnato dalla guerra civile, ma dopo la prima ora e mezza la stanchezza ha preso il sopravvento e ho la netta sensazione di essermi addormentata, insomma un finale con i fiocchi.
Nonostante lo stravolgimento del primo giorno è già il momento di ripartire, oggi al Lido sbarca Angelina Jolie e sicuramente non vorrò perdere l’occasione di incontrarla.
Giorgia Monguzzi