La ''solitudine'' dei numeri
Ho preso in esame i risultati elettorali, pubblicati da questo giornale, dei quarantanove comuni lecchesi chiamati al voto amministrativo del giugno scorso.
Hanno partecipato al voto 80.140 cittadini; qualcuno in più, perché non sono stati conteggiati coloro che hanno consegnato scheda bianca o nulla.
Gli elettori delle liste che hanno conseguito la maggioranza dei consensi per il governo dei rispettivi paesi sono stati 50.539.
Quelli delle formazioni di minoranza sono stati 29.601.
A maggior chiarimento occorre osservare che nella somma degli elettori di maggioranza, sono compresi anche quelli, in numero di 8.412, dei dieci comuni con monolista.
Nei rimanenti comuni concorrevano due liste, fatta eccezione per tre comuni in cui erano presenti tre raggruppamenti.
Altre notizie.
Nelle liste c’è una prevalenza maschile rispetto a quella femminile.
In due casi prevalgono le donne sugli uomini.
Parità tra uomini e donne si registra in undici liste
Non è il caso di sottolineare che i risultati e dati indicati hanno un significato esclusivamente numerico in quanto prescindono dagli orientamenti politici degli schieramenti in competizione.
Di altro interesse possono essere i dati delle preferenze..
Sul totale di voti pari 80.140 le preferenze espresse sono 36.713
Più in particolare le preferenze nelle liste di maggioranza, comprese, in questo caso, anche quelle espresse nelle monoliste, sono 23.137
Quelle dei raggruppamenti di minoranza sono 13.576
Vediamo le percentuali.
Sul totale generale, le preferenze risultano il 45,81 per cento
Non varia sostanzialmente la percentuale anche se si considerano separatamente le scelte dei candidati di maggioranza e di minoranza.
Nelle liste con parità dei genere gli uomini hanno raccolto 3.382 preferenze contro i 2.900 delle donne
Il dato 36.713 che indica il totale delle preferenze (con la relativa percentuale del 45,81), non significa che in pari numero sono stati i cittadini che si sono avvalsi di questa facoltà.
Sono meno; di tanto o di poco non è dato sapere, ma sicuramente meno, perché ciascun elettore aveva la possibilità di esprimere la doppia scelta (uomo e donna) e certamente c’è chi ne ha usufruito.
In tema di preferenze la condotta degli elettori non è stata uniforme nei quarantanove comuni considerati. È doveroso dare atto che ci sono comuni e ci sono liste in cui si sono verificati comportamenti più virtuosi.
A proposito di preferenze riprendo i risultati di una mia ricerca all’indomani delle elezioni regionali in Lombardia del 2013.
La scelta era per un unico candidato; l’opzione uomo donna è stata introdotta più avanti.
Consultando i dati dell’Archivio storico delle elezioni del Ministero dell’Interno ho calcolato che la percentuale delle preferenze espresse dai maggiori partiti, allora Forza Italia e Partito Democratico, si attestava al 16,4.
Più basse sono state le percentuali di altri partiti fino a crollare a cifre imbarazzanti e irrisorie per le formazioni minori.
Significava che l’85% - 90% dei votanti in Lombardia nelle regionali di quell’anno non si era espresso per alcun candidato.
Concludevo affermando che se giustamente eravamo preoccupati dell’enormità di altri dati, quelli relativi alla disoccupazione e ai giovani senza lavoro, un senso di smarrimento ci avrebbe dovuto assalire anche per i “lontani” i “disoccupati” della preferenza.
Non ho conoscenza di analoghi dati in altre elezioni e in altri ambiti di quegli anni.
Ora a destare allarme e sconcerto è l’assenteismo dal voto generale con l’asticella del livello che sale ad ogni tornata elettorale.
Si moltiplicano gli appelli, le chiamate. le esortazioni, anche autorevoli, ad esercitare il diritto-dovere del voto.
Ma, in parallelo, non possano mancare uguali, pressanti e severi moniti ai partiti a farsi votare..
A tale fine occorrono capacità e volontà di allestire urgentemente il cantiere di un radicale mutamento culturale e di una profonda e autentica rigenerazione.
Non è con il battage e il clamore dei soli giorni delle campagne elettorali che si colma il distacco dalla gente e si recuperano la credibilità, la fiducia e l’autorevolezza smarrite.
Per concludere.
Non escludo qualche imprecisione nelle cifre riportate.
Confido nella pazienza e nella comprensione di chi legge.
Hanno partecipato al voto 80.140 cittadini; qualcuno in più, perché non sono stati conteggiati coloro che hanno consegnato scheda bianca o nulla.
Gli elettori delle liste che hanno conseguito la maggioranza dei consensi per il governo dei rispettivi paesi sono stati 50.539.
Quelli delle formazioni di minoranza sono stati 29.601.
A maggior chiarimento occorre osservare che nella somma degli elettori di maggioranza, sono compresi anche quelli, in numero di 8.412, dei dieci comuni con monolista.
Nei rimanenti comuni concorrevano due liste, fatta eccezione per tre comuni in cui erano presenti tre raggruppamenti.
Altre notizie.
Nelle liste c’è una prevalenza maschile rispetto a quella femminile.
In due casi prevalgono le donne sugli uomini.
Parità tra uomini e donne si registra in undici liste
Non è il caso di sottolineare che i risultati e dati indicati hanno un significato esclusivamente numerico in quanto prescindono dagli orientamenti politici degli schieramenti in competizione.
Di altro interesse possono essere i dati delle preferenze..
Sul totale di voti pari 80.140 le preferenze espresse sono 36.713
Più in particolare le preferenze nelle liste di maggioranza, comprese, in questo caso, anche quelle espresse nelle monoliste, sono 23.137
Quelle dei raggruppamenti di minoranza sono 13.576
Vediamo le percentuali.
Sul totale generale, le preferenze risultano il 45,81 per cento
Non varia sostanzialmente la percentuale anche se si considerano separatamente le scelte dei candidati di maggioranza e di minoranza.
Nelle liste con parità dei genere gli uomini hanno raccolto 3.382 preferenze contro i 2.900 delle donne
Il dato 36.713 che indica il totale delle preferenze (con la relativa percentuale del 45,81), non significa che in pari numero sono stati i cittadini che si sono avvalsi di questa facoltà.
Sono meno; di tanto o di poco non è dato sapere, ma sicuramente meno, perché ciascun elettore aveva la possibilità di esprimere la doppia scelta (uomo e donna) e certamente c’è chi ne ha usufruito.
In tema di preferenze la condotta degli elettori non è stata uniforme nei quarantanove comuni considerati. È doveroso dare atto che ci sono comuni e ci sono liste in cui si sono verificati comportamenti più virtuosi.
A proposito di preferenze riprendo i risultati di una mia ricerca all’indomani delle elezioni regionali in Lombardia del 2013.
La scelta era per un unico candidato; l’opzione uomo donna è stata introdotta più avanti.
Consultando i dati dell’Archivio storico delle elezioni del Ministero dell’Interno ho calcolato che la percentuale delle preferenze espresse dai maggiori partiti, allora Forza Italia e Partito Democratico, si attestava al 16,4.
Più basse sono state le percentuali di altri partiti fino a crollare a cifre imbarazzanti e irrisorie per le formazioni minori.
Significava che l’85% - 90% dei votanti in Lombardia nelle regionali di quell’anno non si era espresso per alcun candidato.
Concludevo affermando che se giustamente eravamo preoccupati dell’enormità di altri dati, quelli relativi alla disoccupazione e ai giovani senza lavoro, un senso di smarrimento ci avrebbe dovuto assalire anche per i “lontani” i “disoccupati” della preferenza.
Non ho conoscenza di analoghi dati in altre elezioni e in altri ambiti di quegli anni.
Ora a destare allarme e sconcerto è l’assenteismo dal voto generale con l’asticella del livello che sale ad ogni tornata elettorale.
Si moltiplicano gli appelli, le chiamate. le esortazioni, anche autorevoli, ad esercitare il diritto-dovere del voto.
Ma, in parallelo, non possano mancare uguali, pressanti e severi moniti ai partiti a farsi votare..
A tale fine occorrono capacità e volontà di allestire urgentemente il cantiere di un radicale mutamento culturale e di una profonda e autentica rigenerazione.
Non è con il battage e il clamore dei soli giorni delle campagne elettorali che si colma il distacco dalla gente e si recuperano la credibilità, la fiducia e l’autorevolezza smarrite.
Per concludere.
Non escludo qualche imprecisione nelle cifre riportate.
Confido nella pazienza e nella comprensione di chi legge.
Giovanni Cogliati