Problemi della vista, come curarli. Intervista al Dott. Filippo Tresca Carducci, oculista e microchirugo presso la Clinica Diagnostica di Carnate

Messaggio promozionale
banner ramobannercentromela-13788.gif
È credenza comune che dall’oculista si debba andare solo nel momento in cui si inizia a non vedere bene o quando sopraggiunge un problema agli occhi. È importante invece farsi visitare, soprattutto durante l’infanzia per scongiurare eventuali patologie dello sviluppo, come il cosiddetto ‘occhio pigro’, ma anche in età adulta, quando possono sopraggiungere altri tipi di disturbi, come il glaucoma e la cataratta. 

A confermarlo è il dottor Filippo Tresca Carducci, medico oculista proveniente dalla Clinica Universitaria del Policlinico di Milano, che dal 2020 riceve presso la “Clinica Diagnostica Dott. Lorenzo Trezza” di Carnate

DottFilippoTresca.jpg (274 KB)

Dopo anni di attività incentrata principalmente sulla retina medica, esami con contrasto e cura delle patologie del fondo dell’occhio, come la maculopatia e il diabete, ha scoperto la vocazione per la micro-chirurgia e si è specializzato nel trattamento della cataratta.

Dott. Tresca Carducci, ci si reca dall’oculista quando insorge un problema o si può parlare di prevenzione? Se sì da che età è utile una prima visita?

La prima valutazione oftalmologica si esegue direttamente in sala parto, il primo giorno di vita. Le successive valutazione sono affidate allo specialista pediatra, che valuta il bambino a 6 mesi di età. É fondamentale che a tre anni si esegua la prima visita dallo specialista oculista, per scongiurare che il bambino sia affetto da occhio pigro, disturbo reversibile solo entro i 6 anni. Si raccomanda un’altra visita nell’età adolescenziale e, se non insorgono problemi, c’è una lunga pausa fino ai 35 anni. Quindi dai 35/40 ritorna opportuno essere controllati ogni 2 o 3 anni massimo.

Siamo alla fine dell’estate. L’esposizione a sole, acqua di mare e altri elementi legati alle vacanze possono essere fattori di rischio? Quali accorgimenti adottare?

Il rischio maggiore dell’estate in realtà è la disidratazione. Bisogna evitare che l’occhio si disidrati perché potrebbero insorgere alterazioni degenerative del corpo vitreo (la gelatina che riempie l’occhio) e la cataratta anticipata. Mentre l’esposizione solare di per sé non è particolarmente dannosa per l’occhio, essendo un organo “progettato” per essere esposto al sole tanto da essere il  più resistente di tutti alle radiazioni elettromagnetiche. Dunque è importante bere, soprattutto prima di andare a dormire e appena svegli al mattino. Un altro accorgimento è integrare potassio quando si suda particolarmente. Questo per evitare le principali alterazioni oculari che derivano dal periodo estivo. 

Da quali disturbi della vista ci si può "salvare" adottando determinati accorgimenti?

Oltre a quello menzionato, un altro focus importante sono i disturbi agli occhi derivanti dalle allergie. Il mese più difficile è marzo, quando arrivano grandi ondate di polline. Soprattutto gli adolescenti possono essere affetti da gravi problemi di allergia. In questo caso esistono trattamenti preventivi, che mitigano un'allergia nota e ne affievoliscono gli effetti, come il collirio a base di ectoina, che se viene assunto prima dell’insorgenza dell’infiammazione, tende a ridurne molto i sintomi principali. 

Uso eccessivo dei dispositivi mobili fin da bambini. Quali conseguenze e come limitare i danni all’apparato visivo?

L’uso eccessivo dei dispositivi è estremamente dannoso nei bambini e negli adolescenti. Provoca un aumento della miopia, un’alterazione del ritmo sonno-veglia, un’alterazione del tono dell’umore e una diminuita capacità di apprendimento e concentrazione. Tablet e cellulari sono i principali indiziati. 

È importante invece andare a letto presto, limitare l’utilizzo dei dispositivi dopo le 7 di sera e promuovere l’attività e il gioco all’aperto, almeno due pomeriggi a settimana. Attività serali e notturne aumentano l’incidenza e la gravità della miopia.

Parliamo di miopia. L’operazione agli occhi in cosa consiste e a chi è consigliata? È risolutiva o la miopia può ripresentarsi?

Il secondo intervento più eseguito al mondo è la chirurgia refrattiva della cornea, il famoso “laser”, che serve a togliere gli occhiali. C’è un margine di età che spazia dai 22 ai 40 anni, in cui è utile farlo. È un’operazione definitiva se eseguita seguendo tutte le precauzioni. Chiaramente consente di rimuovere l’occhiale solo fino all’arrivo della presbiopia, che di solito avviene attorno ai 45 anni. Non è un vero e proprio intervento, è un trattamento laser con cui si asporta una porzione della cornea. Esistono due tipi di trattamenti: la PRK e la LASIK. Le differenze sono estremamente tecniche, ma i risultati ottenuti sono sovrapponibili. È l’oculista a scegliere la migliore strategia. La parte più difficile è proprio la corretta selezione dei pazienti, escludendo per esempio chi ha la cornea troppo sottile o la pupilla troppo ampia. Se il paziente è ben selezionato la riuscita del trattamento è superiore al 99%. 

La presbiopia, invece, si può trattare con delle strategie di scolpitura laser che la attenuano, anche se negli ultimi cinque anni è divenuto nettamente preponderante un altro intervento: la lensectomia a scopo refrattivo, che consiste nella sostituzione del cristallino con una lente artificiale che viene personalizzata in base alle caratteristiche anatomiche del paziente e consente di rimuovere permanentemente l’occhiale sia da vicino che da lontano.  

Ci sono soggetti più predisposti ai disturbi della vista? Per familiarità, abitudini sbagliate, tipo di lavoro?

Alcune categorie di lavoratori presentano un maggiore rischio di incidenza di patologie oculari, soprattutto per quanto riguarda l’occhio secco, per esempio i lavoratori notturni e i videoterminalisti. I saldatori soffrono invece più frequentemente di cheratiti o addirittura di cataratta anticipata, così come chi è esposto a radiazioni elettromagnetiche molto intense. Altrimenti, tra le patologie che anticipano la cataratta c’è il diabete. La stessa può essere anche congenita. 

Clinicaa_Diagnostica_Sede.jpg (114 KB)

La cataratta. Cosa è, quando e come insorge? Come curarla e a che età?

E' l’opacizzazione progressiva del cristallino, la lente che abbiamo dentro l’occhio. 

Può essere congenita: un paziente nasce già "affetto" e a volte deve essere operato nella primissima infanzia.  Altri cause includono il trauma o la cataratta da farmaco. Pur esistendo cataratte giovanili che insorgono già a 40 anni, l’età media di insorgenza è tra i 65 e 70. Tra le principali cause di cataratta hanno spesso un ruolo il danno ossidativo e la disidratazione. È una patologia progressiva per cui va valutato quale è il momento migliore per intervenire in base alle esigenze del paziente e al risultato che si può ottenere. Non c’è però nessun altro rimedio se non quello chirurgico. Tra i sintomi precoci riconoscibili anche dal paziente citiamo l’abbagliamento notturno, soprattutto alla guida. In poche parole i fari bianchi delle auto iniziano a dare fastidio, soprattutto se la strada non è illuminata o il manto stadale è bagnato. Altri sintomi includono la difficoltà di visione crepuscolare e la diplopia monoculare, ovvero lo sdoppiamento dell’immagine se si guarda con un occhio solo. L’operazione è la più eseguita al mondo e anche quella con risultati migliori, dura 10/15 minuti, l’anestesia è locale (quasi sempre un semplice collirio) e il tempo di recupero è di qualche giorno al massimo. 

Se un paziente ha il dubbio di avere la cataratta si deve sottoporre ad una visita oculistica e poi ad eventuali accertamenti come il campo visivo. La diminuzione diffusa della sensibilità luminosa retinica valutabile al campo visivo è un ottimo indice di cataratta. 

Che tipo di servizi oculistici vengono offerti presso la Clinica Diagnostica “Dott. Lorenzo Trezza”?

Nella nostra struttura abbiamo approntato un servizio ambulatoriale globale che, oltre alla visita oculistica completa, si avvale dei più moderni strumenti diagnostici, come il Biomicroscopio, il Campo Visivo e l’OCT (Tomografia Ottica a Radiazione Coerente), quest’ultimo consente di effettuare scansioni tomografiche sia del segmento anteriore, come cornea e iride, sia del segmento posteriore, principalmente retina e nervo ottico; una specie di TAC dell’occhio, che si effettua da seduti, senza claustrofobia. 

Clinica Diagnostica Dott. Lorenzo Trezza

Via Volta 31A/35A, Carnate (MB)

Phone +39 039.672488

E-mail: info@clinicadiagnostica.it

www.clinicadiagnostica.it/

Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.