Dal Lido di Venezia/7: doveva essere la quiete prima della tempesta. Non è andata così
La quiete prima della tempesta. Avrei voluto iniziare così il racconto di questo settimo giorno in attesa del delirio per Lady Gaga, ma in realtà è andato tutto l’opposto. Ieri vi avevo lasciato con un annuncio in sospeso, la possibilità che si palesasse uno dei miei attori preferiti, idea che ha scandito completamente la mia giornata rendendola devastante.
L’attore in questione è Pedro Pascal famoso per i suoi ruoli in The Mandalorian o The Last of Us e che esattamente il 3 settembre di due anni fa era comparso al Lido per supportare il film della sorella produttrice; in quell’occasione io c’ero e per incontrarlo ci era voluto letteralmente un miracolo preceduto da tanta disperazione. Questa volta tutti gli indizi portavano ad una sua apparizione al fianco di Omar Apollo, ma le sensazioni erano di una riuscita pari a zero con tanto di rassegnazione. Giusto per farvi capire la situazione avevo passato la serata a sfogarmi con la mia amica Carlotta, tra l’altro conosciuta proprio grazie a Pedro, cercando di elaborare un piano.
Pedro Pascal a parte, la giornata è iniziata come sempre prestissimo prendendo il posto in transenna e poi in sala per vedere Queer di Luca Guadagnino, il film del giorno. Faccio una premessa, Guadagnino non mi piace ed entrando in sala già sapevo che avrei trovato un film che non corrispondeva ai miei gusti e invece ne sono rimasta totalmente sorpresa. La pellicola, tratta dell’omonimo romanzo di William S- Burroughs, racconta le vicende amorose omosessuali di Lee esiliatosi a città del Messico e sinceramente ancora non so dirvi se mi sia realmente piaciuto. E’ uno di quei film che ci vuole del tempo per assimilare, più ci penso più trovo particolari che portano ad un viaggio universale sull’accettazione di se stessi, una grande metafora sull’intera esistenza umana.
Mentre ancora assimilavo Queer è arrivato finalmente il cast del film capitanato da un sempre scontroso Luca Guadagnino e da un Daniel Craig così sfuggevole che dopo la promessa di ritornare è sparito nel nulla. Tra gli altri protagonisti sono approdati Jason Schwartzman, Drew Starkey, la dolcissima Lesley Manville ed Omar Apollo. Ed è a quel punto che è avvenuto il patatrac. Io l’avevo detto un po’ per gioco, ma la mia amica Irene l’ha fatto sul serio, dopo aver chiamato Omar Apollo gli ha chiesto un semplice “ma questa sera viene anche Pedro?”. Lui ci ha guardate e tra un sorriso e un ghigno ci ha congedato con un “forse”. Stava scherzando, ne sono sicura, ma da lì è successo il delirio.
In realtà non so dirvi esattamente cosa sia successo, so solo che per prepararmi al peggio ho cenato alle 16.30 e ho ripreso a prendere fiato soltanto nell’hospitality della Campari rimediata dalla mia amica Stefania. Mi dovete perdonare, ma il racconto sarà abbastanza insensato e lacunoso, vi dico solo che nel delirio l’unica idea decente era quella di provare ad accedere al red carpet interno alla sala grande e di placcarlo una volta entrati.
Ero con Carlotta e la fila di attesa per entrare ci sembrava infinita, ogni volta che vedevamo arrivare ospiti venivamo avvolti da un vero e proprio brivido. nell’ordine sono apparsi Pedro Almodovar, Tilda Swinton, Isabelle Huppert Taylor Russel, ma per il momento niente riguardo il nostro uomo. Quando finalmente siamo entrate sembravamo una squadra speciale: una guardava da una parte, una dall’altra, non poteva sfuggirci; sul carpet non c’era, doveva per forza passare dove eravamo noi e minuto dopo minuto il pericolo sembrava scampato. Nel delirio generale siamo riusciti a fermare Daniel Craig, l’ultimo James Bond accompagnato dalla moglie Rachel Weisz e a salutare la regista Celine Song. Di Pedro Pascal nessuna traccia.
La giornata da lì è stata tutta in discesa: per strada abbiamo trovato Caleb Landry Jones, il protagonista di Dogman, uno dei film più belli della passata edizione e addirittura a casa ho avuto anche un momento per tirare il fiato, non lo facevo da praticamente una settimana. La mia serata è poi finita con la visione del film Jouer Avec Le Feu, una delle pellicole in concorso e a quanto pare tutti dicono che debba essere bellissimo. Peccato che non possa né smentire né confermare la cosa visto che seduta nella comodissima sala perla mi sono praticamente addormentata, d’altronde dopo tutta quella tensione accumulata mi serviva.
Mentre ci prepariamo al giorno 7 al red carpet c’è già il delirio, alcuni accampamenti resistono da una settimana e a mezzanotte c’erano già tre file di gente che dormiva per conservare il proprio posto. Oggi sbarca al Lido Lady Gaga e l’unica opzione possibile è salvarsi.
L’attore in questione è Pedro Pascal famoso per i suoi ruoli in The Mandalorian o The Last of Us e che esattamente il 3 settembre di due anni fa era comparso al Lido per supportare il film della sorella produttrice; in quell’occasione io c’ero e per incontrarlo ci era voluto letteralmente un miracolo preceduto da tanta disperazione. Questa volta tutti gli indizi portavano ad una sua apparizione al fianco di Omar Apollo, ma le sensazioni erano di una riuscita pari a zero con tanto di rassegnazione. Giusto per farvi capire la situazione avevo passato la serata a sfogarmi con la mia amica Carlotta, tra l’altro conosciuta proprio grazie a Pedro, cercando di elaborare un piano.
Pedro Pascal a parte, la giornata è iniziata come sempre prestissimo prendendo il posto in transenna e poi in sala per vedere Queer di Luca Guadagnino, il film del giorno. Faccio una premessa, Guadagnino non mi piace ed entrando in sala già sapevo che avrei trovato un film che non corrispondeva ai miei gusti e invece ne sono rimasta totalmente sorpresa. La pellicola, tratta dell’omonimo romanzo di William S- Burroughs, racconta le vicende amorose omosessuali di Lee esiliatosi a città del Messico e sinceramente ancora non so dirvi se mi sia realmente piaciuto. E’ uno di quei film che ci vuole del tempo per assimilare, più ci penso più trovo particolari che portano ad un viaggio universale sull’accettazione di se stessi, una grande metafora sull’intera esistenza umana.
Mentre ancora assimilavo Queer è arrivato finalmente il cast del film capitanato da un sempre scontroso Luca Guadagnino e da un Daniel Craig così sfuggevole che dopo la promessa di ritornare è sparito nel nulla. Tra gli altri protagonisti sono approdati Jason Schwartzman, Drew Starkey, la dolcissima Lesley Manville ed Omar Apollo. Ed è a quel punto che è avvenuto il patatrac. Io l’avevo detto un po’ per gioco, ma la mia amica Irene l’ha fatto sul serio, dopo aver chiamato Omar Apollo gli ha chiesto un semplice “ma questa sera viene anche Pedro?”. Lui ci ha guardate e tra un sorriso e un ghigno ci ha congedato con un “forse”. Stava scherzando, ne sono sicura, ma da lì è successo il delirio.
In realtà non so dirvi esattamente cosa sia successo, so solo che per prepararmi al peggio ho cenato alle 16.30 e ho ripreso a prendere fiato soltanto nell’hospitality della Campari rimediata dalla mia amica Stefania. Mi dovete perdonare, ma il racconto sarà abbastanza insensato e lacunoso, vi dico solo che nel delirio l’unica idea decente era quella di provare ad accedere al red carpet interno alla sala grande e di placcarlo una volta entrati.
Ero con Carlotta e la fila di attesa per entrare ci sembrava infinita, ogni volta che vedevamo arrivare ospiti venivamo avvolti da un vero e proprio brivido. nell’ordine sono apparsi Pedro Almodovar, Tilda Swinton, Isabelle Huppert Taylor Russel, ma per il momento niente riguardo il nostro uomo. Quando finalmente siamo entrate sembravamo una squadra speciale: una guardava da una parte, una dall’altra, non poteva sfuggirci; sul carpet non c’era, doveva per forza passare dove eravamo noi e minuto dopo minuto il pericolo sembrava scampato. Nel delirio generale siamo riusciti a fermare Daniel Craig, l’ultimo James Bond accompagnato dalla moglie Rachel Weisz e a salutare la regista Celine Song. Di Pedro Pascal nessuna traccia.
La giornata da lì è stata tutta in discesa: per strada abbiamo trovato Caleb Landry Jones, il protagonista di Dogman, uno dei film più belli della passata edizione e addirittura a casa ho avuto anche un momento per tirare il fiato, non lo facevo da praticamente una settimana. La mia serata è poi finita con la visione del film Jouer Avec Le Feu, una delle pellicole in concorso e a quanto pare tutti dicono che debba essere bellissimo. Peccato che non possa né smentire né confermare la cosa visto che seduta nella comodissima sala perla mi sono praticamente addormentata, d’altronde dopo tutta quella tensione accumulata mi serviva.
Mentre ci prepariamo al giorno 7 al red carpet c’è già il delirio, alcuni accampamenti resistono da una settimana e a mezzanotte c’erano già tre file di gente che dormiva per conservare il proprio posto. Oggi sbarca al Lido Lady Gaga e l’unica opzione possibile è salvarsi.
Giorgia Monguzzi