Dal lido di Venezia/11: la fine della Mostra del Cinema

A distanza di una settimana dalla conclusione della mostra del Cinema, c’è spazio anche per le emozioni e gli ultimi commenti. 
venezia_alberto_barbera.jpeg (195 KB)Alberto Barbera

L’ottantunesima Mostra del Cinema di Venezia è finita e già solo a dirlo significa prendere  coscienza del fatto che questo ennesimo viaggio è terminato. Dovete scusarmi, vi ho tenuto un po’ sulle spine, ma una volta fatte le valigie ho dovuto affrontare i due ordinari giorni di coma prima di riuscire a riprendermi. Dopo 11 giorni di proiezioni e di appostamenti, la Mostra si è chiusa con una giornata piena zeppa di emozioni, ma anche con un po’ di malinconia. Solitamente la chiusura è un semplice tirare le somme di quello che è successo prima, tra saluti e sbadigli, ma questa volta ha regalato tanti colpi di scena e delle belle avventure. Bisogna dirlo, quest’anno il festival non ha brillato, anzi tutt’altro, è stato una versione moscia della rassegna parrocchiale di un paesino del Burundi, ma a questo arriveremo più avanti, prima partiamo con il racconto di questa scoppiettante giornata finale. 
venezia_alejandro_edda.jpeg (225 KB)Alejandro Edda

Dopo due giorni con un riposo degno di essere chiamato tale (non fatevi illusioni, comunque non ho mai dormito più di 5 ore a notte) è ritornata la sveglia all’alba e la corsa per accaparrarsi i posti migliori. Alle 5.20 alcuni intrepidi del mio gruppo erano già appostati in zona red carpet per prendere i posti per tutti. Quest’anno abbiamo fatto un unico red carpet, quello di apertura, scelta che ci ha costretti ad accamparci di notte causa sovraffollamento e che ci ha fatto rinunciare a tutti i giorni successivi, stavamo per dire no anche alla serata finale, ma poi lo spirito della tradizione ci ha spinto a fare un ultimo sacrificio. Dovete sapere che il carpet di chiusura è molto particolare, a sfilare ci sono tutte le giurie delle selezioni e poi i vari premiati che si scoprono effettivamente sul momento, ma guardando il lotto di quest’anno non c’era un gran che da festeggiare. Era l’ultima giornata tutti insieme, avremmo potuto rinunciare e magari farci una dormita in spiaggia, ma tutti, proprio tutti, siamo convenuti al medesimo epilogo: dovevamo stare tutti insieme per un ultimo carpet. 
venezia_alexander_skarsgard.jpeg (179 KB)Alexander Skarsgard

Sabato sono riuscita a vedere anche un ultimo film, purtroppo nella giornata conclusiva il programma propone un ridotto numero di visioni e io ho optato per “Little Jaffna”, film nella selezione della settimana della critica che racconta di un gruppo di immigrati dello Sri Lanka in Francia. Seppur in principio super scettica e disinteressata all’argomento, sono stata coinvolta in una storia scoppiettante, ma anche toccante che mi ha fatto uscire dalla sala veramente soddisfatta. Logicamente come al solito c’è stato poco tempo per elaborare il film appena visto, un attimo dopo ero già appostata per l’ospite del giorno, Kevin Costner, sbarcato al Lido per presentare il secondo capitolo della saga Horizon. 
venezia_angela_savoldi.jpeg (187 KB)Angela Savoldi

Ve lo dico subito senza giri di parole: con Kevin Costner non è andata bene. Non ho portato a casa un autografo né tantomeno sono riuscita ad avvicinarlo, ma sinceramente non ne faccio un dramma, anche se è un attore assolutamente iconico. Sabato è stato un delirio, roba che non abbiamo visto nemmeno il giorno di Lady Gaga: Costner, stronzo di natura, è stato letteralmente assalito da rivenditori di autografi e soprattutto signore pazze che volevano toccarlo. Dopo diversi tentativi andati a vuoto ho rimediato letteralmente un pugno in faccia da parte di una guardia che mi ha spinto a rinunciare. Decisamente meglio è andata con gli altri membri dl cast come Isabelle Fuhrman (vista nella saga di Orphan e Hunger Games), ma soprattutto Alejandro Edda (el chapo di Narcos Messico) e il simpaticissimo Luke Wilson.
venezia_filippo_scotti.jpeg (153 KB)Filippo Scotti

Il vero plot twist della giornata ce lo ha però regalato Susan Sarandon, l’indimenticabile attrice di Thelma e Louise e Rocky Horror Picture Show. Sapevamo avrebbe partecipato alla premiere di Kevin Costner, ma visto le fan pazze dell’attore avevamo presto rinunciato all’appostamento quando ecco che durante una pausa merenda Irene si è avvicinata sussurrandoci “sta arrivando a piedi”, un attimo dopo eccola comparire davanti ai nostri occhi. Eravamo in cinque, tutti indecisi sul da farsi, poi l’abbiamo affiancata e dopo un piccolo scambio di parole siamo riusciti a portarci a casa un autografo veramente memorabile. 
La follia ha dominato le ore che ci separavano dall’inizio del red carpet. C’è stata tanta indignazione nel vedere i primi arrivi dei premiati, purtroppo nessuno tra i nostri preferiti, ma anche la lotta per difendere i posti che avevamo preso fin dalla mattina. È ormai da tanti anni che mi apposto ai red carpet e vi giuro di non aver mai assistito ad una follia tale come quella di sabato con tanto di cinese indemoniata arrivata all’ultimo momento.
Vi risparmio la storia surreale con chiamata della sicurezza e altro, vi dico solo che alla fine l’abbiamo fatta arrestare. Ah, mi stavo dimenticando di dirvi di un piccolo successo personale, finalmente dopo 10 giorni di ricerche sono riuscita a beccare Christos Nikou, regista greco nella giuria orizzonti e che ha firmato un film bellissimo dal titolo Apples e che vi consiglio di recuperare.
venezia_isabelle_huppert.jpeg (151 KB)Isabelle Huppert

Finalmente il carpet finale ha avuto inizio, tra emozioni e tanti saluti. Abbiamo applaudito il direttore Alberto Barbera e alla sua assistente Angela Savoldi, la vera mente dietro al festival. E’ stato poi il turno della madrina Sveva Alviti (una sconosciuta, ma perlomeno simpatica) e di tutte le giurie capitanati da una sempre arrabbiata Isabelle Huppert e dal nostro idolo Abderrahmane Sissako, regista mauritano estremamente simpatico. Ecco il cast dell’orto americano, il film di chiusura di Pupi Avati e poi i vari premiati come Vincent Lindon, Paul Kircher e finalmente Brady Corbet, il regista di The Brutalist, che è stato accolto da un tripudio generale che è proseguito fino a Pedro Almodovar. 
venezia_kevin_costner.jpeg (243 KB)Kevin Costner preso d'assalto

Veniamo ai premi e vi dico subito quello che penso: è stato un disastro. Già prima del festival le premesse non erano delle migliori, una giuria debole presieduta da una personalità forte come Isabelle Huppert che sicuramente avrebbe scelto i premi in base al gusto personale e infatti e andata proprio così. Quest’anno ho visto quasi tutti i film del concorso tranne “Leurs Enfants apres eux” (mi hanno detto non essere per nulla memorabile), “Youth Homecoming” (un documentario di quasi 3 ore anche no) e purtroppo ho dovuto rinunciare anche “the room next door” a causa di un errore del sistema di prenotazione. Con un buon bagaglio di visioni mi sento di esprimere qualche giudizio che non si trova d’accordo con la giuria. In realtà non siamo partiti male perché il premio Mastroianni come migliore promessa assegnato a Paul Kircher non è un disastro, il problema sono le due coppe Volpi come miglior interpretazioni.
venezia_paul_kircher.jpeg (149 KB)Paul Kircher

Tra le donne è stata premiata Nicole Kidman (poi assente causa la perdita della madre) che ha fatto una delle interpretazioni peggiori della vita rubando di fatto il premio ad una superba Angelina Jolie nelle vesti di Maria Callas e ad una ancora più straordinaria Fernanda Torres. Tra gli uomini è andata addirittura peggio con un Vincent Lindon premiato, soltanto perché francese come la presidente di giuria, a danno di gente come Adrien Brody, Daniel Craig e Joaquin Phoenix. Ormai tutti eravamo rassegnati e nemmeno ci siamo stupiti di vedere assegnati i premi speciali a Vermiglio, film che personalmente non mi è piaciuto ma che aveva un suo perchè, e a quell’orrore di April che non aveva nulla di decente se non i 15 minuti di inquadratura fissa su un autolavaggio. Fortunatamente “i’m still here”  ha festeggiato almeno con la miglior sceneggiatura, mentre Brady Corbet ha dovuto cedere un leone d’oro praticamente sicuro e meritato a Pedro Almodovar. 
venezia_pedro_almodovar.jpeg (115 KB)Pedro Almodovar

Personalmente a livello di film è stata una Venezia abbastanza disastrosa, se l’anno scorso avevo gioito quest’anno i wow sono stati praticamente inesistenti mentre si sono moltiplicate le delusioni. Il film che ha fatto breccia nel mio cuore è stato “Pavements”, il film documentario della sezione orizzonti dedicato all’omonima band statunitense, due ore di pura musica e follia che credo purtroppo non arriverà mai nei cinema italiani. Tra i film che ho particolarmente apprezzato segnalo la sorpresa “diva futura” e il sublime “Maria”, ma anche “The Brutalist”, un’esperienza di circa 3 ore e mezza con un film in pellicola che vale assolutamente la pena di fare, la serie “Disclaimer” e il toccante “i’m still here” basato su una storia vera durante la guerra civile brasiliana. La delusione più grande è stata sicuramente “The order”, il film che attendevo di più mentre il trofeo di peggiore in assoluto se lo aggiudica Trois Amies, una commedia francese degna nemmeno del festival più basso sul pianeta. 
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I film totali visti sono circa una trentina a cui si aggiunge la serie Disclaimer, tanti visioni in un festival fatto di poche ore di sonno ma di tante emozioni. Venezia è una macchina gigantesca, un’esperienza unica che per capire bisogna provare sulla propria pelle. Ogni giorno è un tour de force, una battaglia, ma è anche il modo di conoscere tante persone con cui condividere la stessa passione. Negli anni quel gruppo di conoscenti è diventato di amici, quelli che ci sono sempre ogni anno e quelli con cui il legame è talmente forte che esce fuori dai confini del veneto arrivando fino a casa. Per me ci sono state Irene e Alessia, due compagne formidabili con cui ho condiviso ogni battaglia, due amiche con cui condividere tutto, sia i momenti belli che quelli brutti. Ci sono poi Alberto ed Oscar, li ho conosciuti due anni fa ad una transenna aspettando Inarritu e mai avrei pensato che sarebbero diventati degli amici speciali e ormai promotori di ogni follia. È impossibile ringraziare citare tutti mi limito ad elencarne alcuni come le mie compagne di appartamento Francesca, Jenny ed Elisa, gli amici ormai consolidati del festival come Samuel, Giulia, Alessandro, Martina, Sara, Monica e  Chiara, la mia compagna di follie cilene , i nuovi conoscenti come Renato e Ginevra. Dire grazie a tutti loro è riduttivo perché per dieci giorni sono stati la mia famiglia, ma sappiate che viene dal profondo del mio cuore. 
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I ringraziamenti però vanno soprattutto a voi che virtualmente mi avete accompagnato in questa ennesima avventura come compagni di viaggio e confidenti speciali giorno dopo giorno. Io nel mio piccolo spero di essere riuscita a portarvi un pizzico della Mostra del Cinema, quel mondo che si crea una volta l’anno al Lido di Venezia e in cui i film sono solo una piccola parte. Tutto il resto è magia pura, un paese incantato a cui si può accedere solo se al proprio fianco si ha una famiglia speciale fatta di tanti amici.
Giorgia Monguzzi
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