Oggiono celebra la patrona Sant'Eufemia e i suoi sacerdoti
In occasione della festa di Sant'Eufemia - patrona di Oggiono - questa mattina i fedeli si sono riuniti nell'omonima chiesa per prendere parte alla messa solenne delle ore 10.30. La cerimonia ha fornito lo spunto per rievocare l’opera dei sacerdoti originari della città e di coloro che in paese hanno percorso un pezzo del proprio cammino ministeriale.
''Quest’oggi - ha esordito il parroco don Maurizio Mottadelli, prima dell’inizio della celebrazione - sono presenti con noi i sacerdoti del decanato, insieme a coloro che hanno svolto anni di ministero a Oggiono. In particolare, festeggiamo i 25 anni di ordinazione di don Marco Crippa, che presiederà l’Eucaristia. Dopo tanti anni accogliamo anche don Viniero Roncarati, che quest’anno festeggia i 65 anni di sacerdozio. Insieme a loro, sono presenti qui sull’altare anche don Giuseppe Corti, con il raggiungimento dei 60 anni, don Massimo Fumagalli, da poco diventato Monsignore per il 40°, e don Matteo Frigerio, qui con noi da cinque anni, che andrà incontro a un lungo cammino''.
''Questo incoraggiamento lo dedichiamo anche ad Alessandro Misuraca, che ricorda dieci di ordinazione diaconale, di cui la maggior parte trascorsi nella nostra comunità. I sacerdoti che festeggiamo quest’anno sono numerosi, ma l’occasione della festa patronale ricopre anche questa connotazione, cioè pregare per loro, per il diacono e anche per le vocazioni. Per questo, li ringraziamo per aver donato alla Chiesa il loro sacerdozio'' ha aggiunto il prevosto.
Seppur invitati, alcuni religiosi non hanno potuto prendere parte alla cerimonia poichè indisposti: è il caso di don Giacomo Tagliabue e di don Davide Rusconi. Assenti - causa impegni improrogabili - anche don Piermario Valsecchi e don Massimo Berera, ricordati con affetto e calore.
Dopo i doverosi saluti, don Marco Crippa - per una decina d'anni responsabile della pastorale giovanile della comunità oggionese - è entrato nel cuore delle letture per trasmettere ai fedeli la vera essenza della volontà, contrapposta alla costrizione, come è emerso nel corso della messa, alla quale hanno preso parte anche le autorità civili e militari. C'erano il sindaco Chiara Narciso con gli assessori Claudio Castelli e Giovanni Corti, il comandante della Polizia Locale, Mauro Sala e il maresciallo Daniele Codognotto della locale stazione dei Carabinieri.
''Celebrare questa festa per me è un onere più che un onore, dal momento che si commemorano tanti nomi: io mi metto in mezzo a loro, che contano più o meno anni di ministero di me, e a quella Parola ascoltata nella lettera di San Paolo, tra gli anziani e i giovani. Il Santo si rivolge agli uni e agli altri, per raccogliere e restituirvi la Parola buona, affinché ciascuno possa farne buon uso e rendere fecondo il mio ministero'' ha esordito il sacerdote.
''Agli anziani affida la raccomandazione della volontà come disposizione dell’animo, come stile e postura dell’agire della vita, con l’augurio di essere pastori, prima che uomini: questa vita, tuttavia, non deve essere dettata dall’obbligo di dover adempiere a questo compito, bensì dal desiderio che permetta di distinguere la propria volontà da quella di un altro''.
Questo messaggio forte viene racchiuso nella capacità di obbedire all’amore in maniera spontanea, senza necessariamente riconoscere loro il merito. Un sacrificio che ricorda la fatica odierna dei collaboratori pastorali e dei preti, sempre più in difficoltà di fronte alle sfide quotidiane, con il rischio di cadere nella costrizione.
''Questo puro senso del dovere, a cui si è stati educati - ha continuato don Marco, oggi parroco di Monticello - potrebbe far smarrire l’entusiasmo con cui si è cominciato il cammino, sentendosi incompresi e svalutati. Io credo che questo capiti a qualsiasi vocazione, in cui si rischia ad un certo punto di incorrere dietro dinamiche di abitudine e di dovere. Quindi, l’invito è quello di reagire a questo pericolo conservando e preservando la determinazione della vostra vocazione''.
Anche ai giovani don Marco ha dedicato parole di incoraggiamento: ''in voi affida una freschezza in cui si esercita l’entusiasmo e la passione di fronte al nuovo; vi trovate sotto agli anziani ed è per questo che dovete rivestirvi di umiltà gli uni verso gli altri, per non avere fretta di mostrare di cosa siete capaci. Non abbiate urgenza di dimostrare il vostro valore, che nasce dalla consapevolezza che la vera gratificazione, che riempie il cuore, nasce sempre da Dio, il solo Giudice del cuore umano. Il Suo giudizio è ciò che dobbiamo temere e seguire perché Lui solo conosce il buon animo e lo spirito di umiltà dell’uomo. Per questo la testimonianza dei sacerdoti più anziani è preziosa per i giovani perché ricorda che il Signore chiama ancora, non si è dimenticato di noi e che i semi germogliati portano ancora frutto''.
Con questa speranza, il sacerdote ha portato a termine la celebrazione, scandita anche da un momento dedicato - come da tradizione - alla posa della corona di fiori quale omaggio alla statua della Santa e da un piccolo rinfresco. In questo clima di serenità e incontro, la festa proseguirà con la processione verso Piazza Alta della Chiesa, in programma questa sera alle ore 20.30.
''Quest’oggi - ha esordito il parroco don Maurizio Mottadelli, prima dell’inizio della celebrazione - sono presenti con noi i sacerdoti del decanato, insieme a coloro che hanno svolto anni di ministero a Oggiono. In particolare, festeggiamo i 25 anni di ordinazione di don Marco Crippa, che presiederà l’Eucaristia. Dopo tanti anni accogliamo anche don Viniero Roncarati, che quest’anno festeggia i 65 anni di sacerdozio. Insieme a loro, sono presenti qui sull’altare anche don Giuseppe Corti, con il raggiungimento dei 60 anni, don Massimo Fumagalli, da poco diventato Monsignore per il 40°, e don Matteo Frigerio, qui con noi da cinque anni, che andrà incontro a un lungo cammino''.
''Questo incoraggiamento lo dedichiamo anche ad Alessandro Misuraca, che ricorda dieci di ordinazione diaconale, di cui la maggior parte trascorsi nella nostra comunità. I sacerdoti che festeggiamo quest’anno sono numerosi, ma l’occasione della festa patronale ricopre anche questa connotazione, cioè pregare per loro, per il diacono e anche per le vocazioni. Per questo, li ringraziamo per aver donato alla Chiesa il loro sacerdozio'' ha aggiunto il prevosto.
Seppur invitati, alcuni religiosi non hanno potuto prendere parte alla cerimonia poichè indisposti: è il caso di don Giacomo Tagliabue e di don Davide Rusconi. Assenti - causa impegni improrogabili - anche don Piermario Valsecchi e don Massimo Berera, ricordati con affetto e calore.
Dopo i doverosi saluti, don Marco Crippa - per una decina d'anni responsabile della pastorale giovanile della comunità oggionese - è entrato nel cuore delle letture per trasmettere ai fedeli la vera essenza della volontà, contrapposta alla costrizione, come è emerso nel corso della messa, alla quale hanno preso parte anche le autorità civili e militari. C'erano il sindaco Chiara Narciso con gli assessori Claudio Castelli e Giovanni Corti, il comandante della Polizia Locale, Mauro Sala e il maresciallo Daniele Codognotto della locale stazione dei Carabinieri.
''Celebrare questa festa per me è un onere più che un onore, dal momento che si commemorano tanti nomi: io mi metto in mezzo a loro, che contano più o meno anni di ministero di me, e a quella Parola ascoltata nella lettera di San Paolo, tra gli anziani e i giovani. Il Santo si rivolge agli uni e agli altri, per raccogliere e restituirvi la Parola buona, affinché ciascuno possa farne buon uso e rendere fecondo il mio ministero'' ha esordito il sacerdote.
''Agli anziani affida la raccomandazione della volontà come disposizione dell’animo, come stile e postura dell’agire della vita, con l’augurio di essere pastori, prima che uomini: questa vita, tuttavia, non deve essere dettata dall’obbligo di dover adempiere a questo compito, bensì dal desiderio che permetta di distinguere la propria volontà da quella di un altro''.
Questo messaggio forte viene racchiuso nella capacità di obbedire all’amore in maniera spontanea, senza necessariamente riconoscere loro il merito. Un sacrificio che ricorda la fatica odierna dei collaboratori pastorali e dei preti, sempre più in difficoltà di fronte alle sfide quotidiane, con il rischio di cadere nella costrizione.
''Questo puro senso del dovere, a cui si è stati educati - ha continuato don Marco, oggi parroco di Monticello - potrebbe far smarrire l’entusiasmo con cui si è cominciato il cammino, sentendosi incompresi e svalutati. Io credo che questo capiti a qualsiasi vocazione, in cui si rischia ad un certo punto di incorrere dietro dinamiche di abitudine e di dovere. Quindi, l’invito è quello di reagire a questo pericolo conservando e preservando la determinazione della vostra vocazione''.
Anche ai giovani don Marco ha dedicato parole di incoraggiamento: ''in voi affida una freschezza in cui si esercita l’entusiasmo e la passione di fronte al nuovo; vi trovate sotto agli anziani ed è per questo che dovete rivestirvi di umiltà gli uni verso gli altri, per non avere fretta di mostrare di cosa siete capaci. Non abbiate urgenza di dimostrare il vostro valore, che nasce dalla consapevolezza che la vera gratificazione, che riempie il cuore, nasce sempre da Dio, il solo Giudice del cuore umano. Il Suo giudizio è ciò che dobbiamo temere e seguire perché Lui solo conosce il buon animo e lo spirito di umiltà dell’uomo. Per questo la testimonianza dei sacerdoti più anziani è preziosa per i giovani perché ricorda che il Signore chiama ancora, non si è dimenticato di noi e che i semi germogliati portano ancora frutto''.
Con questa speranza, il sacerdote ha portato a termine la celebrazione, scandita anche da un momento dedicato - come da tradizione - alla posa della corona di fiori quale omaggio alla statua della Santa e da un piccolo rinfresco. In questo clima di serenità e incontro, la festa proseguirà con la processione verso Piazza Alta della Chiesa, in programma questa sera alle ore 20.30.
V.I.