Oggiono ha accolto il vicario don Gabriele Lovati, arrivato in città con la famiglia Rigon
É arrivato a Oggiono la prima settimana di settembre, il nuovo vicario parrocchiale della Comunità Pastorale San Giovanni Battista, don Gabriele Lovati. Di origine milanese, il successore di don William Abbruzzese si è trasferito in Brianza su richiesta dell’arcivescovo Mario Delpini; un nuovo cammino lo vedrà dunque protagonista insieme ad una famiglia, quella di Annalisa e Flavio Rigon, che lo supporteranno nelle attività a favore soprattutto della pastorale giovanile.
A pochi giorni dal suo arrivo, il sacerdote ha accettato di raccontarci la sua storia, oltre a questa speciale esperienza di condivisione.
''Sono nato e cresciuto in una famiglia fortemente credente, che ringrazio molto'' ha esordito don Gabriele. ''Grazie alla loro testimonianza di vita e all'impegno a trecentosessanta gradi nella comunità, non solo in parrocchia, ho respirato una fede che tocca tutte le dimensione dell’esistenza. Mi hanno accompagnato anche nel percorso universitario che avevo scelto di seguire al Politecnico, nell'ambito urbanistico. Un periodo in cui mi stavo già interrogando su me stesso e stavo imparando a guardare la realtà non solo in base alle mie capacità, ma ascolando Dio. A questo proposito ho intrapreso diversi percorsi, tra cui il discernimento vocazionale, il Gruppo Samuele, missioni con il Centro Pime e altre esperienze, a ogni modo, importanti. Ricordo con piacere la missione in Amazzonia, con i Padri del Pime e l’esperienza in Bosnia con i gesuiti, che mi hanno formato come giovane uomo e a vivere la fede in modo reale, come una forza che plasma il vissuto''.
Da questo momento nel giovane si è accesa la consapevolezza di voler dedicare se stesso agli altri, ma soprattutto è maturata la certezza che la dimensione della famiglia e della coppia rappresentavano una sfera stretta e non propriamente incline alla sua indole. Supportato dal desiderio di aprirsi ad una donazione agli altri più ampia e di raccontare Gesù, Gabriele Lovati ha dato così seguito alla sua vocazione.
''Anche se non ho portato a termine la laurea, penso che sia stato un anno importante per il confronto con tanti altri giovani che non conoscevo, con cui ho avuto occasione di parlare della mia vita di fede, intuendo che la mia strada fosse il sacerdozio. La maturazione è poi avvenuta in seminario, un tempo per me molto importante, che ha confermato la mia scelta, all’interno di un percorso di crescita personale. La domanda che mi ponevo sempre in preghiera era se fossi stato libero di tornare alla vita di prima, nonostante il punto di vista delle persone. La risposta l’ho trovata nella volontà di proseguire e, in particolare, di sentirmi libero dalle aspettative altrui: sentire questa libertà era fondamentale'' ha aggiunto don Gabriele.
A Busto Arsizio (Varese) la prima esperienza di diaconato, e dopo l'ordinazione, quella di sacerdote per tre anni. Poi il trasferimento a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano dove ha trascorso undici anni al servizio della comunità. ''Questa è stata l'esperienza della maturazione, non semplice all’inizio per motivi diversi, ma bella per la mia crescita e per i rapporti che ho costruito. L’arrivo ad Oggiono infatti, è fortemente segnato dal rapporto che ho instaurato con una giovane donna, Annalisa, di Albese con Cassano. Questa amicizia, legata alla fede, è cresciuta fino ad estendersi alla famiglia che ha costruito con il marito e che ho coinvolto anche in alcune iniziative educative, con i campeggi''.
Un rapporto profondo che proseguirà anche ad Oggiono. Una collaborazione che i coniugi, mantenendo le rispettive professioni, porteranno a termine gradualmente, in modo da permettere anche ai loro bambini di adattarsi a questo stile di vita.
''Per me si tratta di una realtà nuova perché di fatto ho sempre vissuto in piena città. Sono però contento e la novità non mi spaventa, al contrario mi offre nuovi stimoli per intraprendere al meglio questo viaggio. Pur con alcune fatiche, percepisco una realtà viva: per questo ho voglia di incontrare i giovani e portargli Gesù, il regalo più prezioso che possa porgere, oltre a iniziative, non fine a se stesse, bensì che supportino la crescita. Questi giorni di accoglienza sono stati molto belli perché ho conosciuto numerosi giovani e adulti volontari, coinvolti nell’iniziativa “Rock in Ora”, un bel momento per entrare nel vivo delle cose: le prime due settimane, infatti, le ho dedicate alla conoscenza delle persone e alle riunioni con catechisti ed educatori'' ha aggiunto don Gabriele.
Domenica 29 settembre si entrerà nel vivo della conoscenza del sacerdote e della famiglia, in un momento di festa organizzato in oratorio, che sarà accompagnato dalla celebrazione della messa. La comunità avrà dunque modo di conoscere a tutti gli effetti il sacerdote e i coniugi Annalisa e Flavio Rigon.
A pochi giorni dal suo arrivo, il sacerdote ha accettato di raccontarci la sua storia, oltre a questa speciale esperienza di condivisione.
''Sono nato e cresciuto in una famiglia fortemente credente, che ringrazio molto'' ha esordito don Gabriele. ''Grazie alla loro testimonianza di vita e all'impegno a trecentosessanta gradi nella comunità, non solo in parrocchia, ho respirato una fede che tocca tutte le dimensione dell’esistenza. Mi hanno accompagnato anche nel percorso universitario che avevo scelto di seguire al Politecnico, nell'ambito urbanistico. Un periodo in cui mi stavo già interrogando su me stesso e stavo imparando a guardare la realtà non solo in base alle mie capacità, ma ascolando Dio. A questo proposito ho intrapreso diversi percorsi, tra cui il discernimento vocazionale, il Gruppo Samuele, missioni con il Centro Pime e altre esperienze, a ogni modo, importanti. Ricordo con piacere la missione in Amazzonia, con i Padri del Pime e l’esperienza in Bosnia con i gesuiti, che mi hanno formato come giovane uomo e a vivere la fede in modo reale, come una forza che plasma il vissuto''.
Da questo momento nel giovane si è accesa la consapevolezza di voler dedicare se stesso agli altri, ma soprattutto è maturata la certezza che la dimensione della famiglia e della coppia rappresentavano una sfera stretta e non propriamente incline alla sua indole. Supportato dal desiderio di aprirsi ad una donazione agli altri più ampia e di raccontare Gesù, Gabriele Lovati ha dato così seguito alla sua vocazione.
''Anche se non ho portato a termine la laurea, penso che sia stato un anno importante per il confronto con tanti altri giovani che non conoscevo, con cui ho avuto occasione di parlare della mia vita di fede, intuendo che la mia strada fosse il sacerdozio. La maturazione è poi avvenuta in seminario, un tempo per me molto importante, che ha confermato la mia scelta, all’interno di un percorso di crescita personale. La domanda che mi ponevo sempre in preghiera era se fossi stato libero di tornare alla vita di prima, nonostante il punto di vista delle persone. La risposta l’ho trovata nella volontà di proseguire e, in particolare, di sentirmi libero dalle aspettative altrui: sentire questa libertà era fondamentale'' ha aggiunto don Gabriele.
A Busto Arsizio (Varese) la prima esperienza di diaconato, e dopo l'ordinazione, quella di sacerdote per tre anni. Poi il trasferimento a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano dove ha trascorso undici anni al servizio della comunità. ''Questa è stata l'esperienza della maturazione, non semplice all’inizio per motivi diversi, ma bella per la mia crescita e per i rapporti che ho costruito. L’arrivo ad Oggiono infatti, è fortemente segnato dal rapporto che ho instaurato con una giovane donna, Annalisa, di Albese con Cassano. Questa amicizia, legata alla fede, è cresciuta fino ad estendersi alla famiglia che ha costruito con il marito e che ho coinvolto anche in alcune iniziative educative, con i campeggi''.
Un rapporto profondo che proseguirà anche ad Oggiono. Una collaborazione che i coniugi, mantenendo le rispettive professioni, porteranno a termine gradualmente, in modo da permettere anche ai loro bambini di adattarsi a questo stile di vita.
''Per me si tratta di una realtà nuova perché di fatto ho sempre vissuto in piena città. Sono però contento e la novità non mi spaventa, al contrario mi offre nuovi stimoli per intraprendere al meglio questo viaggio. Pur con alcune fatiche, percepisco una realtà viva: per questo ho voglia di incontrare i giovani e portargli Gesù, il regalo più prezioso che possa porgere, oltre a iniziative, non fine a se stesse, bensì che supportino la crescita. Questi giorni di accoglienza sono stati molto belli perché ho conosciuto numerosi giovani e adulti volontari, coinvolti nell’iniziativa “Rock in Ora”, un bel momento per entrare nel vivo delle cose: le prime due settimane, infatti, le ho dedicate alla conoscenza delle persone e alle riunioni con catechisti ed educatori'' ha aggiunto don Gabriele.
Domenica 29 settembre si entrerà nel vivo della conoscenza del sacerdote e della famiglia, in un momento di festa organizzato in oratorio, che sarà accompagnato dalla celebrazione della messa. La comunità avrà dunque modo di conoscere a tutti gli effetti il sacerdote e i coniugi Annalisa e Flavio Rigon.
Viviana Iovanella